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Famiglia Cristiana: disinformazione e supponenza 02/07/2015

Pubblichiamo quanto ci comunicano due lettori che hanno scritto a Famiglia Cristiana. Dalla risposta ottenuta è chiaro non solo il livello di informazione che FC offre a chi ancora lo acquista, ma anche la supponenza del giornalista Fulvio Scaglione.
La risposta di Scaglione conferma che legge IC, quindi più lettere riceve più gli servirà per capire gli articoli al veleno che scrive. Chiediamo ai nostri lettori di inviare la loro opinione a Scaglione (Famiglia Cristiana).
Se FC riceve una sola e-mail di protesta, la questione è presto dimenticata. Ma se ne riceve 10, 100, 1000 volte di più non può ignorare il messaggio.
Complimenti dunque a quanti scrivono ai giornali che disinformano.
Alla prima segue la lettera scritta da Daniele Coppin a FC.

HO INVIATO UN'EMAIL DI PROTESTA A FAMIGLIA CRISTIANA PER L'ARTICOLO DI SCAGLIONE ED HO RICEVUTO LA SEGUENTE RISPOSTA " COMPLIMENTI ANCHE A LEI, FEDELE MILITANTE DELL'INFORMAZIONE CORRETTA. CORDIALMENTE FULVIO SCAGLIONE" COSA MI CONSIGLIATE DI RISPONDERE?

GIANNA DI SEGNI

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Mi hanno risposto !!!!!!!!!! Famiglia Cristiana A sergiobuscarini@yahoo.it Oggi alle 10:40 AM Complimenti a Lei, obbediente militante dell'informazione corretta. Cordiali saluti, Fulvio Scaglione

Sergio Leonardo Buscarini

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L'articolo intitolato "Se Israele scommette sull'ISIS", a firma di Fulvio Scaglione, pubblicato su Famiglia Cristiana del 30 giugno scorso, rappresenta l'ennesimo esempio di attacco ad Israele da parte di un giornalismo ideologicamente e religiosamente orientato che, di fatto, si trasforma in uno strumento di propaganda degno degli Stati autoritari. Quando Scaglione afferma che la politica israeliana è "basata sull'ossessione per il pericolo rappresentato dall'Iran", oltre a dimostrare una scarsa conoscenza e considerazione della società israeliana, dimostra anche una scarsa conoscenza della Storia. Noi Ebrei abbiamo imparato nel corso dei secoli che non c'è limite al peggio e che quelle potevano sembrare ossessioni per alcuni, purtroppo si sono dimostrate concrete minacce, spesso portate a termine da zelanti esecutori presenti tanto sotto le dittature fasciste e comuniste, quanto sotto monarchie, papati e sultanati. Quanto al fatto che Israele vorrebbe "allargare ancora la zona del Golan sotto il suo controllo", considerata da Scaglione come una mira espansionistica dello Stato del popolo ebraico, il giornalista dimostrando una pressoché totale ignoranza delle situazioni dei primi 25 anni di vita di Israele durante i quali le città ed i kibbutz della Galilea, oltre ad essere oggetto di attacchi da parte di terroristi palestinesi, erano bersagliati dall'artiglieria siriana. Tale ignoranza, evidentemente inaccettabile per chi voglia scrivere di una situazione tanto complessa e lacerante, probabilmente è, in realtà, solo malafede di chi esprime la propria ostilità per lo Stato di Israele e ha la possibilità di diffonderlo attraverso le colonne di un giornale i cui valori si ispirerebbero a quella che si autodefinisce la religione "dell'amore". Le dimostrazioni di "amore" che il popolo ebraico ha ricevuto da questa religione nel corso dei secoli sono fin troppo note e sarebbe estremamente disdicevole se il percorso di riconciliazione con gli Ebrei e di riconoscimento di Israele intrapreso da altri pontefici venisse di fatto reso inutile da simili articoli che, disinformando sui fatti mediorientali, contribuiscono ad alimentare sia l'ostilità per Israele che quella per gli Ebrei. Le accuse di decidio, l'accusa del sangue, quella di essere untori, quella dell'usura e poi, in epoche più recenti, quelle di decidere i destini dei popoli con il capitalismo e con il comunismo, sono stati i falsi pretesti per giustificare l'ostilità per gli Ebrei. Il pretesto di oggi è Israele. Sarebbe giunta l'ora che i Cattolici e la Chiesa in genere cominciassero ad invertire davvero la rotta seguita per duemila anni e non si prestassero a fare da propaganda per quegli schieramenti che gli Ebrei li vorrebbero vedere o morti o convertiti al Cristianesimo. Noi continuiamo per la nostra strada, perché nonostante tutto, sono 35 secoli che esistiamo. Chi non ci tollera se ne faccia una ragione.

Daniele Coppin


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