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Avvenire Rassegna Stampa
27.06.2015 Il Vaticano pappa e ciccia con lo stato che non c'è
firmato un 'accordo globale', un aggettivo che dovrebbe preoccupare le persone per bene

Testata: Avvenire
Data: 27 giugno 2015
Pagina: 21
Autore: Gianni Cardinale
Titolo: «Diplomazia: Accordo globale tra Santa Sede e Palestina»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 27/06/2015, a pag.21, con il titolo " Diplomazia: Accordo globale tra Santa Sede e Palestina "di Gianni Cardinale.

Sulla sollecitudina con la quale il Vaticano ha firmato il riconoscimento "globale" con uno stato che nemmeno esiste, abbiamo dedicato diversi commenti che non riprendiamo, sono tutti leggibili nell'archivio di IC. Dimostrano in ogni caso quanto la Santa Sede sia pronta a sottoscrivere qualsivoglia documento purchè danneggi Israele. Alla faccia della "soluzione negoziata e pacifica". Un accordo che conclude una storia iniziata con reciproca soddisfazione tra il Vaticano e Arafat ancora capo dell'Olp, il regista delle stragi di ebrei, accolto come un grande amico oltre Tevere.

Ci auguriamo che la risposta di Israele sia altrettanto netta quanto quella vaticana.

Ecco il'articolo:

È stato firmato ieri l’Accordo globale tra Santa Sede e Stato di Palestina. Lo hanno siglato, nel Palazzo Apostolico vaticano, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, e Riad Al-Malki, ministro degli Esteri palestinese. In un comunicato congiunto si spiega che l’Accordo - costituito da un preambolo e 32 articoli distribuiti in 8 capitoli - «riguarda aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa nello Stato di Palestina» e ribadisce «il sostegno per una soluzione negoziata e pacifica della situazione nella regione». L’intesa - preannunciata lo scorso 13 maggio - è il risultato dei negoziati svolti da una commissione bilaterale nel corso degli ultimi anni e fa seguito all’Accordo base firmato nel febbraio 2000. In quella occasione la Santa Sede firmò il documento con l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). Questa volta invece il testo è stato siglato con lo Stato di Palestina. «Ciò – ha puntualizzato l’arcivescovo Gallagher nel suo indirizzo di saluto alla cerimonia – come segno del cammino compiuto dall’Autorità Palestinese negli ultimi anni e soprattutto dell’approvazione internazionale culminata nella risoluzione dell’Assemblea Generale dell’Onu, del 29 novembre 2012, che ha riconosciuto la Palestina quale Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite». Il "ministro degli esteri" vaticano ha inoltre espresso la speranza che l’Accordo possa costituire «uno stimolo per porre fine in modo definitivo all’annoso conflitto israeliano-palestinese, che continua a provocare sofferenze ad ambedue le parti», con «l’auspicata soluzione dei due Stati». Il presule inglese ha quindi evidenziato che l’intesa «riguarda fondamentalmente la vita e l’attività della Chiesa in Palestina», dicendosi «lieto per il riconoscimento giuridico che viene chiaramente stabilito e per le garanzie che si offrono all’attività della Chiesa cattolica e delle sue istituzioni». «I cattolici – ha sottolineato – non vogliono alcun privilegio, se non continuare a collaborare con i loro concittadini per il bene della società». Gallagher ha infine auspicato che «nel contesto complesso del Medio Oriente, dove in alcuni Paesi i cristiani hanno sofferto persino la persecuzione», l’Accordo, offrendo «un buon esempio di dialogo e di collaborazione», possa servire «da modello per altri Paesi arabi e a maggioranza musulmana». Il ministro palestinese Al-Malki nel suo discorso ha da parte sua parlato di «accordo storico». «Per la prima volta – ha affermato – l’accordo include un riconoscimento ufficiale della Palestina come Stato da parte della Santa Sede, quale segno di riconosci- mento del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, alla libertà e dignità in un proprio Stato indipendente libero dalle catene dell’occupazione». «Esso – ha aggiunto Al-Malki – appoggia anche la visione a favore della pace e della giustizia nella regione, conformemente con il diritto internazionale, sulla base di due Stati, che vivono uno accanto all’altro in pace e sicurezza sulla base delle frontiere del 1967». L’intesa ha suscitato una reazione negativa da parte del governo israeliano. Il ministero degli Esteri ha espresso «rincrescimento» per la «decisione del Vaticano di riconoscere ufficialmente» nell’intesa «l’Autorità Palestinese come uno Stato». «Israele – si legge in un comunicato diffuso dall’ambasciata presso la Santa Sede – studierà l’accordo in dettaglio e le sue implicazioni per la futura cooperazione fra Israele e il Vaticano».

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