Riprendiamo dall'OSSERVATORE ROMANO di oggi, 26/06/2015, a pag. 3, la cronaca "L'Onu punta sulla pace tra israeliani e palestinesi".
L'Osservatore Romano pubblica una cronaca sul ruolo dell'Onu nel conflitto che oppone i terroristi palestinesi a Israele. "L'Onu chiede il dialogo", scrive OR, ma poi riporta le dichiarazioni dell'ambasciatore palestinese in Olanda, che parla di "crimini israeliani in Palestina".
OR si dimentica però di dire quanto sia vergognoso l'accostamento di Israele a Hamas nel recente rapporto Onu sulla guerra di Gaza dell'estate 2014. Il pezzo dell' OR, mentre amplifica l'accusa a Israele, riporta sotto tono che anche Hamas è sotto accusa.
Per protestare contro chi mette sullo stesso piano un Paese democratico e libero che non fa altro che difendersi e un movimento di terroristi islamici, lunedì a Ginevra si svolgerà una manifestazione. E' un'iniziativa internazionale che prevede anche la partecipazione di numerosi autobus dall'Italia.
Come sempre, il modo migliore per combattere la disinsormazione e i pregiudizi contro Israele è mettersi in gioco in prima persona.
Ecco l'articolo:
A pochi giorni dalla pubblicazione del contestato rapporto sui crimini di guerra a Gaza nel 2014, l'Onu torna a chiedere il rilancio del dialogo in Vicino oriente. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha invitato ieri il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a «tradurre in fatti le ultime incoraggianti dichiarazioni sulla soluzione dei due Stati per la crisi israelo-palestinese». In particolare, Ban Ki-moon ha ribadito la richiesta di congelare gli insediamenti in Cisgiordania, che l'Onu considera illegali. Il segretario generale è «incoraggiato dalle recenti affermazioni del primo ministro Netanyahu, riguardo al suo impegno per l'idea di una sostenibile soluzione dei due Stati, ma osserva che queste devono essere tradotte in azioni» ha affermato il sotto-segretario agli Affari politici dell'Onu, Jeffrey Feltman, durante una riunione del Consiglio di sicurezza.
Israele «deve fermare le attività sensibili e unilaterali come la costruzione di insediamenti», ha aggiunto Feltman, ricordando che «l'Onu considera illegittimi gli insediamenti costruiti da Israele nei territori occupati nel 1967». L'Onu, dunque, torna a puntare sulla soluzione dei due Stati (israeliano e palestinese) che vivano in pace e sicurezza, anche se il dialogo diretto tra le parti in causa è in stallo da circa tre anni, e le diverse iniziative della Casa Bianca non hanno sortito effetti.
A complicare le cose c'è poi il clima di crescente tensione nell'area, che si registra ormai da alcune settimane. La conferma arriva proprio dalla cronaca delle ultime ore: un razzo lanciato da miliziani palestinesi dal nord di Gaza è caduto ieri vicino a una serra nella zona di Hof Ashkelon, nel sud di Israele, senza causare danni o vittime. Come riferisce l'esercito, le sirene d'allarme sono entrate in azione intorno alle dieci di sera (ora locale).
Nel frattempo, l'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) ha annunciato ieri che presenterà nelle prossime 24 ore «il primo rapporto alla Corte penale internazionale (Cpi) riguardo alle violazioni del diritto internazionale e di quello umanitario, per contribuire allo studio preliminare sui crimini commessi da Israele dal 13 giugno 2014». L'Olp precisa che oggi si recheranno all'Aja il ministro degli Esteri palestinese, Riad Al Maliki, e una squadra di diplomatici e avvocati, oltre all'ambasciatore palestinese in Olanda, Nabil Abu Zaid. «Il rapporto metterà in evidenza i crimini di guerra commessi da Israele e i crimini perpetrati da esponenti della leadership israeliana e si soffermerà essenzialmente sulla modalità sistematica, coordinata e ad ampio raggio in cui sono stati commessi questi crimini in Palestina» si legge nella nota dell'organizzazione.
Dal canto suo, il premier israeliano Netanyahu ha più volte contestato le iniziative unilaterali palestinesi giudicandole dannose per la ripresa il dialogo. Nei giorni scorsi, Netanyahu ha duramente criticato i risultati del rapporto dell'Onu sul conflitto a Gaza del 2014, che attribuisce a Israele «crimini di guerra». Netanyahu ha infatti parlato di un rapporto «motivato politicamente» e «fazioso».
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