Migranti, Profughi, Clandestini: il valore delle parole Commento di Vitaliano Bacchi
Testata: Informazione Corretta Data: 21 giugno 2015 Pagina: 1 Autore: Vitaliano Bacchi Titolo: «Migranti, Profughi, Clandestini: il valore delle parole»
Migranti, Profughi, Clandestini: il valore delle parole Commento di Vitaliano Bacchi
Quello che colpisce immediatamente degli immigrati clandestini è la loro giovane età: sono tutti giovani, fra loro non ci sono anziani. Ne hanno intervistato uno al TG qualche giorno fa, sulla scogliera di Ventimiglia, un giovanotto colto e misurato che parlava un inglese fluente, armeggiava sapientemente con il portatile e che manifestava un manierato pessimismo per la propria condizione (I am here for my tomorrow...) dovendo ammettere che la meta del suo viaggio, la Francia, e' al momento impossibile. Manierato, quindi, il suo pessimismo. Perchè? Perchè a prescindere che la Francia fosse effettivamente il suo reale punto di approdo e non invece l'alibi per giustificare come temporanea e involontaria una presenza in Italia invece voluta e definitiva, il suo pessimismo è fuori luogo; raggiunta l'Italia, collocato in un centro di accoglienza, per lui il futuro è già cominciato in quanto il contesto politico giudiziario e sociale che lo amministra come profugo ha già approntato un sistema di ospitalità istituzionale, dovuta in quanto di fonte normativa legale. Se quindi si cerca di trovare uno slogan, un concetto che in sè riepiloghi la ratio di questo devastante flusso migratorio clandestino, il concetto più pertinente è quello di “cuccagna”, vale a dire che arrivati qui, il problema è risolto perchè a risolverlo è chiamato de iure un apparato statale che il governo e la politica parlamentare del consenso e della retorica solidaristica ha voluto essere così. Va quindi rivista la precedente comoda scusa di evitare rigorosamente di condannarli come criminali, i clandestini, e devolvere con la solita retorica dello sviamento la soluzione del problema alla cattura degli scafisti, una categoria criminale negriera che esiste e funziona perchè la domanda di scafi per passare il mare esiste ed è in aumento. La criminalità organizzata arricchisce sempre su affari proibiti, ma se l'affare cessa di essere proibito o se viene altrimenti neutralizzato ampliando la soggettività criminale dagli scafisti ai negrieri che organizzano il viaggio sahariano fino ai richiedenti il trasporto e paganti la prestazione di sbarco, allora la criminalità cessa di essere un fenomeno mafioso o di sfruttamento elitario e diventa il predicato comune di tutto il gruppo di approdo, i negrieri centroafricani del viaggio nel deserto, gli scafisti del mare e i clandestini che hanno pagato il biglietto per la traversata e che hanno prenotato il viaggio. Un viaggio che hanno chiesto loro, non sono stati costretti a fare: il trasporto dei neri d'Africa alle piantagioni americane era un affare per i negrieri perchè compravano i neri in Africa e li rivendevano in America e i poveri schiavi compravenduti affrontavano un destino che non avevano scelto perchè chi viene negoziato come una bestia non sceglie il proprio destino. Ma qui oggi in Italia la situazione è diversa. Sono qui perchè hanno pagato il biglietto per esserci, costretti da nessuno tranne che dal loro progetto per il futuro di approdare al paese del bengodi dove tutto, casa salario sanità scuola e lavoro, è incredibilmente assicurato loro da un sistema sociale che finanzia il costo della loro accoglienza con una finanza pubblica che toglie al cittadino italiano con l'imposta sei euro su dieci del profitto del suo lavoro e del suo patrimonio e il tasso scivola verso il 70%. Il giovanotto intervistato ha parlato chiaro: è qui per il suo domani, che ci sarà senz'altro anche perchè secondo la regola millenaria “ubi maior minor cessat” dove arrivano loro arriva scabbia al 30% del gruppo, tubercolosi, aids, ebola e patologie qui ormai estinte che gli ospedali italiani riescono a curare e che dai posti dove provengono, sono stati esattamente individuati come il luogo dove curarsi gratis mangiare a sbafo e godere dell'ospitalità italiana, finanziata da una economia ormai praticamente virtuale quanto al livello reale dei valori patrimoniali reali proprio a causa di un prelievo fiscale che azzera il valore del patrimonio che colpisce perchè lo trasforma da ricchezza a cespite oneroso e quindi un dolore non una fortuna. Il turismo della costa azzurra quest'anno probabilmente è spacciato; nessun tedesco o inglese, nessun milanese deciderà di alloggiare in alberghi di una costa più che azzurra ormai infetta e quindi, arrivata la scabbia, l'albergo italiano chiude proprio secondo la regola ubi maior e riaprirà in settembre con un nuovo elenco di ospiti non paganti già in procinto di partire dal Nordafrica organizzato per la traversata. Il 4 dicembre 2013 su questo giornale ho scritto polemicamente contro il sistema giudiziario israeliano che vieta come reato l'adozione di misure di contenimento dell'immigrazione clandestina, un fenomeno che non risparmia nemmeno Israele, ed ho auspicato che l'affare della clandestinità venisse trasferito per legge dal parlamento israeliano all'esercito, inibendone costituzionalmente il rango giudiziario e devolvendone la competenza all'esercito come affare militare di sicurezza nazionale non di giurisdizione. In Italia oggi la soluzione manifesta condizioni di miglior verso perchè non esiste una questione giuridica costituzionale di sottrazione dell'affare migratorio clandestino alla sfera politica ed una correlativa devoluzione esclusiva alla giurisdizione, come in Israele; esiste una sola questione reale ed effettiva che, come sempre, arieggia più il comico che il drammatico. Perchè insistere in una partecipazione comunitaria che rivendica comunità e contribuzioni comuni e che, in pari tempo, nega comunità e pari obbligo nella più importante delle politiche comunitarie, quella dell'immigrazione clandestina, vuol dire essere nuovamente caduti nella trappola europeista tedesca, quella cioè “in malam partem” che impone obblighi comuni di pagamento e nega obblighi comuni di contribuzione. Nessun paese al mondo fa ridere oggi come l'Italia, che riceve elogi per l'accoglienza dai suoi partners europei che hanno chiuso le frontiere perchè hanno deciso che il compito “comunitario” spetta all'Italia e non a loro. Mai prima nella storia una dissennata politica migratoria di questo genere ha direttamente alimentato la rinascita neofascista, perchè nelle questioni della ‘razza’ e dello straniero, dove fallisce la democrazia il fascismo ha sempre pronte le sue suggestioni affascinanti e risolutive.