Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/06/2015, a pag.16, con il titolo "Bruciata la chiesa dei pani e dei pesci ", la cronaca di Maurizio Molinari, che riferisce con accuratezza la reazione del governo israeliano per arrivare alla cattura degli autori dell'incendio della chiesa.
Ciò che distingue le democrazie dagli stati barbari è la diversa valutazione dell'illegalità. Nelle prime il delito viene punito, nei secondi viene invece messo in atto dagli stessi terroristi che sono al governo in quei paesi.
Tutto qui. Che vi siano estremisti anche fra gli israeliani è ovvio, la differenza sta nel diverso trattamento che ricevono. Invece di essere giudicati degli eroi - come avverrebbe nei paesi barbari - vengono catturati e condannati.
Quindi meno stupore e maggiore considerazione per Israele.
Maurizio Molinari
La chiesa dei pani e pesci dopo l'incendio doloso
Un incendio doloso ha devastato la chiesa «dei Pani e dei Pesci» sul lago di Tiberiade, la polizia israeliana indaga sui gruppi di estremisti ebraici e il premier Benjamin Netanyahu chiede di punirli «con tutta la forza della legge» perché «chi aggredisce una chiesa, attacca tutti noi».
Il blitz durante la notte
L’attacco è avvenuta nella notte fra mercoledì e giovedì, quando un gruppo ben organizzato prima ha coperto le insegne stradali che portano alla chiesa del V secolo e poi ha dato fuoco al portone in legno dei monaci, provocando un incendio che ha gravemente danneggiato due sale di uno dei luoghi di preghiera più frequentati dai pellegrini cristiani. La chiesa della «Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci» è infatti stata edificata a Tabgha nel posto dove si ritiene che Gesù fu protagonista del miracolo omonimo, narrato nel Vangelo. Due dei monaci della chiesa sono rimasti leggermente intossicati dal fumo e i religiosi hanno redatto un rapporto sull’incendio, inviandolo al Vaticano. Fonti della Chiesa cattolica locale hanno affermato che «rientra in una serie di attacchi recenti a cui il governo non ha saputo rispondere». Gli autori dell’attacco hanno lasciato sulle mura della chiesa scritte in ebraico sulla «distruzione dei falsi idoli». Proprio l’esame delle tracce lasciate dagli ag- gressori ha portato la polizia israeliana, nelle ore seguenti, ad arrestare 16 giovani ebrei residenti negli insediamenti in Cisgiordania, che sono stati interrogati e rimessi in libertà. Le informazioni ottenute sono il primo tassello delle indagini che vedono polizia e Shin Beth - il servizio di sicurezza interna - cooperare per «punire un atto codardo e ignobile che contrasta con i valori basilari dello Stato di Israele», come afferma il ministro della Sicurezza Interna, Gilad Erdan. Per il premier Benjamin Netanyahu «dare fuoco a una chiesa è un attacco a tutti noi perché la libertà di culto è una delle pietre su cui Israele è costruita». Da qui l’impegno ad adoperare «tutta la forza della legge per punire i responsabili di questo atto odioso e intollerante».
I gruppi ultranazionalisti
Nel mirino c’è una galassia di gruppi ultranazionalisti ebraici che include «Lehava» (Fiamma), guidato da Ben Zion Gopstein dell’insediamento di Kiryat Arba, già colpito da arresti per simili atti contro chiese e moschee al punto da spingere il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, a valutare la possibilità di dichiararlo «gruppo terroristico». Per l’associazione «Rabbini per i diritti umani» sono almeno 43 i luoghi di culto cristiani e musulmani che dal 2009 sono stati attaccati da questi gruppi estremisti, in Israele e in Cisgiordania. Tali attentati sono stati inseriti lo scorso anno nel rapporto del Dipartimento di Stato Usa sul terrorismo.
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