sabato 21 settembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
18.06.2015 Il forte legame tra islam e Califfato: una storia famigliare
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 18 giugno 2015
Pagina: 14
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Tre sorelle, nove figli: fuggiti nel Califfato»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 18/06/2015, a pag.14, con il titolo "Tre sorelle, nove figli: fuggiti nel Califfato" la cronaca di Maurizio Molinari.


Maurizio Molinari


Le tre sorelle Khadija, Sugra e Zohra Dawood


I tre mariti

Tre sorelle anglopakistane con un totale di nove figli al seguito hanno abbandonato i mariti e la famiglia paterna a Bradford, in Gran Bretagna, riuscendo almeno in parte nell’intento di raggiungere i territori siriani dello Stato Islamico nonostante i controlli di sicurezza di più nazioni.
Khadija, Sugra e Zohra Dawood sono le tre donne, rispettivamente di 30, 34 e 33 anni, che lo scorso 19 marzo hanno tentato per la prima volta di lasciare Bradford, nel West Yorkshire britannico, per imbarcarsi dallo scalo di Manchester alla volta di Gedda, in Arabia Saudita, con un totale di 9 figli, dai 3 ai 15 anni.
Aggirati i controlli
La sicurezza britannica in quell’occasione le ha bloccate e rimandandole indietro per «accertamenti sull’intenzione del viaggio» ma il 28 maggio il gruppo famigliare si è ripresentato all’aeroporto di Manchester, con nuovi documenti di viaggio, affermando questa volta di voler andare a Medina per «il pellegrinaggio islamico» con ritorno previsto per l’11 giugno. Nessuno ha sollevato obiezioni, sono atterrate in Arabia Saudita, hanno eseguito la visita ai luoghi più santi dell’Islam a Medina e La Mecca, e l’8 giugno seguente i tre mariti hanno parlato per l’ultima volta al telefono con i rispettivi figli. 
Il depistaggio
In quella conversazione le tre sorelle tranquillizzarono i mariti, affermando che l’11 giugno sarebbero tornate come previsto a Bradford ma in realtà il piano era diverso: il 9 giugno almeno due di loro, con 7 dei 9 figli, si sono imbarcate alla volta di Istanbul, in Turchia, da dove si sono poi dirette ai confini siriani per raggiungere il territorio del Califfato.
L’arrivo in Siria
La conferma dell’arrivo alla destinazione da sempre cercata è arrivato il 17 giugno quando una delle sorelle, Zohra, madre di due bambini, ha telefonato dalla Siria per confermare di «essere arrivata». I mariti si dicono «sotto choc» e accusano le autorità britanniche di non essere riuscite a bloccare le famiglie in fuga.
Qari Zubair, marito di Zohra, afferma dal Pakistan di «non aver potuto immaginare qualcosa di simile» e gli altri due mariti hanno lanciato, assieme alla famiglia Dawood di origine pakistana, un accorato appello alle autorità della Turchia chiedendo di «ritrovare i nostri cari».
Il fratello jihadista
Sebbene le partenze di musulmani europei verso il Califfato siano oramai costanti, si tratta della prima fuga di un folto gruppo famigliare e, secondo la polizia britannica, all’origine vi sarebbe Ahmed Dawood, fratello delle tre donne, che da tempo si è trasferito in Siria per combattere nei ranghi dello Stato Islamico. La polizia del West Yorkshire, con il commissario Bernard Hogan-Howe, ammette che «la motivazione del pellegrinaggio ha consentito di superare i controlli di sicurezza» e aggiunge: «È quasi impossibile credere che delle madri abbiano scelto di portare i propri figli in zona di guerra».
La vicenda crea imbarazzo anche a Riad e Ankara perché conferma che l’«autostrada della Jihad», attraverso il territorio turco, resta la via di principale accesso al Califfato.

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-amil sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT