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Ugo Volli
Cartoline
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Coazione a ripetere 17/06/2015

Coazione a ripetere
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

una premessa. Ce l'ha insegnato Sigmund Freud: in molte patologie psichiche si ritrova il fenomeno della coazione a ripetere: il malato rifà ossessivamente le stesse cose, senza rendersi conto che è dominato dal meccanismo della ripetizione, pensando magari di risolvere o evitare con i suoi atti i problemi che invece essi stessi ripropongono ossessivamente.
Detto questo, vi prego di leggere questa nota dell'Ansa.

(ANSA) - PALERMO, 15 GIU - È approdata oggi pomeriggio, al porticciolo della Cala di Palermo, l'imbarcazione «Marianne av Goteberg», della coalizione internazionale di attivisti «Freedom Flotilla 3», impegnata dal 2010, nell'impresa di far terminare l'embargo da parte di Israele nella Striscia di Gaza,dove si trova il porto della Palestina. Il peschereccio che è partito da Goteborg (Svezia) ed ha toccato vari porti tra cui Brest (Francia) e Lisbona (Portogallo), raggiungerà le altre imbarcazioni della Freedom Flotilla 3 per poi proseguire verso Gaza. Ad accogliere l'imbarcazione a Palermo, tra gli altri, rappresentanti delle istituzioni locali e le attiviste del Coordinamento di solidarietà con il popolo palestinese che hanno preparato un video messaggio per le donne di Gaza a testimonianza del sostegno e della solidarietà. L'obiettivo della Freedom Flotilla 3 è quello di riportare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla situazione che costringe i palestinesi della Striscia di Gaza ad una vita di stenti e di miseria. Oltre a chiedere la riapertura del porto palestinese, la «Marianne» tenterà di portare a Gaza dei pannelli solari per l'ospedale al-Shifa, un equipaggiamento medico per l'ospedale al-Wafa, i disegni dei bambini di tante scuole italiane, anche di Palermo, che saranno consegnati ai bambini delle scuole della Striscia di Gaza, come segno di affetto e di solidarietà. La città di Palermo sarà la prima delle due tappe siciliane, la seconda sarà Messina. Il programma delle iniziative pubbliche a Palermo, presso l'approdo della «Marianne» alla Cala, prevede domani, alle ore 12, una conferenza stampa per incontrare gli attivisti a bordo della Marianne. Inoltre, si terranno esibizioni artistiche e una cena araba. (ANSA).

Che flottiglia è questa? la numero tre? la quattro? Difficile dire. Un'ennesima ripetizione, che non interessa nessuno, salvo a un sindaco cattocomunista che ripete il gesto di De Magistris con una flottiglia precedente, dopo aver dimostrato il suo carattere democratico concedendo la cittadinanza onoraria a un pluriomicida condannato da un regolare tribunale: pluriomicida di ebrei e dunque meritorio, naturalmente.

Servirà a qualcosa, anche dal punto di vista dei sostenitori di Hamas, che la compongono? Certamente no, come non sono servite quelle precedenti. Lo dimostra il ridicolo assortimento delle merci che gli stessi flottiglisti dichiarano di voler portare con sé. Niente, in confronto delle centinaia di camion al giorno con cui Israele continua a rifornire Gaza, inclusi anche dei materiali di costruzione che probabilmente saranno deviati da Hamas dall'uso civile ai suoi tunnel e ai suoi fortini.

Dunque la flottiglia è pura coazione a ripetere. Probabilmente si giustifica agli occhi di chi la organizza come un'iniziativa propagandistica che è necessario reiterare per renderla efficace (ed è difficile non pensare alla celebre frase attribuita a Goebbels, maestro della propaganda nazista: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.” ).
Il suo scopo non è aiutare i cittadini di Gaza ma cercare di danneggiare Israele. Lo si vede dal fatto che le flottiglie precedenti hanno sempre rifiutato di consentire che i loro materiale fossero sbarcati a un porto regolare e inoltrati a Gaza per via di terra, previa ispezione di sicurezza, come Israele ha sempre proposto; e senza dubbio anche questi rifiuteranno. Se volessero aiutare gli abitanti di Gaza, potrebbero utilmente andare in loco e verificare la condizione disastrose delle donne, degli omosessuali, delle minoranze politiche e religiose. O anche semplicemente andare a dare una mano in un posto ferocemente amministrato oggi come una caserma, aiutare a mettere su qualche lavoro diverso dall'industria militare cui è piegata tutta l'economia della Striscia, dare agli ospedali il ruolo di curare i malati che a centinaia al mese devono andare in Israele (e che Israele accetta), perché sugli ospedali di Gaza Hamas investe solo come posti di controllo e comando militari o come depositi di armi, non certo come strumenti sanitari.

Oppure potrebbero provare a insegnare ai ragazzi delle scuole qualcosa di diverso dal Corano e dall'odio razzista per gli ebrei che vi viene impartito ossessivamente. Ma si capisce, se facessero questo non sarebbero benvenuti a Gaza e Arrigoni insegna che è piuttosto pericoloso dar fastidio agli islamisti, anche solo con la propria condotta privata.

I flottiglisti del resto non sono interessati alla realtà di Gaza. Non si occupano del fatto che vi è entrata l'Isis e che vi è una lotta di potere fra Isis e salafiti da un lato e Hamas dall'altro. Non tengono conto neppure del conflitto fra Hamas e Autorità Palestinese che fa sì che non si possa parlare di uno stato palestinese ma di due, tanto divisi fra loro da richiedere addirittura una mediazione di Putin (http://www.lastampa.it/2015/06/09/esteri/putin-si-offre-come-mediatore-tra-abu-mazen-e-hamas-sAgKspuQ8eEfTkKpjgrhOI/pagina.html ) e neppure si rendono conto che sono in corso trattative fra Israele e Hamas che potrebbero sfociare anche presto in una prolungate tregua formale (http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2015/05/20/ARPT7bmE-trattative_israele_hamas.shtml ).

Tutto questo a loro non interessa, sono dominati solo dall'ossessione di fare male a Israele. Gaza non è un fine, è un mezzo o un pretesto per lottare contro Israele. O, come dicono con più chiarezza i nemici arabi di Israele, contro gli ebrei. Insomma, la flottiglia è un piccolo sintomo, è un tic (ripetitivo anch'esso, naturalmente) di quella grande coazione a ripetere che è l'antisemitismo europeo.

L'Europa non lo dice neanche a se stessa, ma fa di tutto per distruggere Israele, perché, come ha detto già forse Golda Meir, non perdonerà mai gli ebrei per Auschwitz. Il che a sua volta era una tappa della coazione a ripetere infinita dell'antisemitismo europeo (come l'odio del mondo islamico è una replica interminabile di quello di Maometto per chi si era rifiutato di piegarsi a lui).
I flottiglisti insomma sono piccoli e flebili e soprattutto inconsapevoli eredi di mille atti di odio e di discriminazione.

Che fra loro, accuratamente scelti e favoriti ci siano anche degli ebrei non vuol dire niente. Anche nel popolo di Israele, come in tutte le realtà collettive, non sono mai mancati coloro che per interesse o per illusione, hanno sempre pensato che fosse bene schierarsi coi persecutori dei propri fratelli, immaginando di salvarsi in questa maniera dalla furia antisemita, salvo finire anch'essi prima o poi nella gola della bestia.

Guarirà questa coazione a ripetere dell'Europa, questa mania di distruzione di un piccolo popolo cui sono attribuiti tutti i mali? Non lo so, è una malattia mentale troppo profonda, come mostra la storia. E ora, come vi ho raccontato mille volte, anche ieri
(http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=58548) siamo di fronte a una nuova ricaduta.

La sola risposta in questo momento è la difesa di Israele. Perché chi difende Israele non fa solo scudo agli ebrei, ma difende anche l'Europa dai suoi nemici e da se stessa, compresi i piccoli sintomi ridicoli come le flottiglie, ma anche il suicidio in bella regola che la nostra cultura fa di fronte all'invasione islamica in corso.

Ugo Volli


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