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La Stampa Rassegna Stampa
15.06.2015 Lapo Pistelli abbandona la politica: a nemico che fugge ponti d'oro
Cronaca di Antonella Rampino

Testata: La Stampa
Data: 15 giugno 2015
Pagina: 9
Autore: Antonella Rampino
Titolo: «Pistelli: 'Politica addio, ricomincio dall'Eni'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/06/2015, a pag. 9, con il titolo "Pistelli: 'Politica addio, ricomincio dall'Eni' ", la cronaca di Antonella Rampino.

Lapo Pistelli, già viceministro degli Esteri sotto Mogherini, noto per le posizioni terzomondiste e filo-arabe in continuità con la politica della Democrazia Cristiana e del PSI di Craxi e dei suoi attuali epigoni, sceglie l'addio alla politica. Tanto meglio per la politica estera italiana, tanto peggio per l'Eni, anche se siamo sicuri che Pistelli possa tornare utile al colosso dell'energia, dal momento che ha sempre avuto ottimi rapporti con le dittatoriali leadership arabe .

Ecco l'articolo:


Antonella Rampino


Lapo Pistelli

È il viceministro degli Esteri che, appena eletto il riformista Rohani, fu mandato in missione-lampo da Emma Bonino a Teheran per rimettere in gioco l’Italia in un Paese strategico e invece trascurato da un decennio. È il politico che più a lungo, e da ben prima della prima elezione di Obama, ha tenuto per il conglomerato di centrosinistra oggi divenuto Pd, i rapporti strutturali con i Democrats americani. E suo è anche il raddoppio dei fondi alla cooperazione in tre anni, varato tre giorni fa con l’impegno di Renzi e Padoan: è tutto quello che abbiamo per fronteggiare la radice dei problemi, la necessaria stabilizzazione dei Paesi da cui partono le ondate di migranti. Sempre in penombra, e anche vedendosi sfuggire – da candidato naturale quale era – la successione a Federica Mogherini alla Farnesina, per il meno naturale dei motivi, al di là delle voci sull’ostracismo renzista: la competenza.

Questa mattina Lapo Pistelli esce dall’ombra, consegna le dimissioni da parlamentare e da vice ministro degli Esteri per approdare all’Eni come vicepresidente senior. «Mi occuperò di promuovere il business internazionale e di tenere i rapporti con gli stakeholders - in Africa e Medio Oriente - e dei progetti sulla sostenibilità» dice d’un fiato.

La proposta
Tutto è nato «chiacchierando con l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, facendo analisi e scenari politici, le turbolenze in Medio Oriente, l’Iran, e l’Africa soprattutto che per Descalzi è quasi una seconda patria, il luogo nel quale ha lavorato di più e il continente nel quale Eni ha competenze assolute. Abbiamo cominciato a chiacchierare con un certa regolarità, mi ha affascinato il suo progetto per diversificare le fonti di energia nel momento di disordine globale, il co-sviluppo nei paesi in cui Eni lavora che è parte dell’identità dell’azienda sin dai tempi di Mattei... finché un giorno mi ha detto “ma tu, a lavorare con noi, ci verresti?”. Mi si è piantato come un bug nell’orecchio, che ha lavorato per circa un anno. Dovevo o no cambiare vita? A 51 anni si può ancora...».

Impegno globale
Un anno dopo, allo scoccare del compleanno (auguri), la lettera di dimissioni è scritta e verrà consegnata oggi. Pistelli assumerà l’incarico il primo luglio. Pistelli ha scelto la diplomazia parallela, dato che anche questo è storicamente l’Eni, come lo fu anche la Comit almeno fino alla stagione delle fusioni bancarie? La testa di Pistelli fa un po’ sì e un po’ no. «L’Eni è l’azienda più globale che ha l’Italia, è presente in 80 Paesi è un formidabile centro d’innovazione. Ma pur avendo finalità pubbliche, legate all’interesse nazionale, è un’azienda di diritto privato. E tuttavia, come non definirla a suo modo un’istituzione?».

È questo che, mentre si confida e guarda il fondo di una tazza di tè, dà tutto il senso e il peso della sua «second chance». Per il Pd si tratta del secondo distacco traumatico in un pugno di settimane, dopo l’ex presidente del Consiglio Enrico Letta che lascia il Parlamento e l’Italia per andare a dirigere la scuola di formazione in Scienze Politiche alla Sorbona... «Ogni caso è naturalmente a sé. Enrico non lascia la politica, fa un sabbatico, un passo laterale. Io cambio pelle, cambio completamente vita. La politica uscirà dal mio orizzonte, mi lascio alle spalle 98 paesi frequentati nelle mie molte reincarnazioni, 19 anni di Parlamento, italiano ed europeo, 10 da amministratore locale a Firenze, la vita nei giovani Dc, poi il Ppi con Martinazzoli, vice capogruppo di Mattarella nel ’96, poi responsabile Esteri del Pd... è vero che ho praticato vite parallele, con incarichi universitari anche all’estero e perfino a Stanford. È vero che mi intriga la capacità che hanno gli americani, quelle revolving doors per le quali si passa dall’università al business alla politica o viceversa, in modo che le competenze si fertilizzino, mentre da noi è tutto bloccato, di solito... Ho accettato perché mi pare l’ultima occasione per cambiare, ma il peso e anche la responsabilità del cambiar vita queste ultime notti mi han tenuto sveglio...».

Le reazioni
La cosa non è da poco anche per le regole europee – esistenti anche negli Usa –- e c’è stato bisogno di un via libera preventivo dell’Antitrust sulla compatibilità tra il nuovo e il precedente incarico. Renzi, che in gioventù proprio di Pistelli fu il «portaborse», e che, avendo anche appena perso uno dei suoi consiglieri economici, Tommaso Nannicini, potrebbe sentirsi colpito da una vera e propria fuga di cervelli, l’ha presa bene. «Lo sa da molti mesi, sin da quando ho cominciato a riflettere sulla proposta. Come ha reagito quando gliel’ho detto? Lì per lì mi è sembrato sorpreso, ma è molto intelligente e veloce, e ha subito detto bene bene... Anche Gentiloni mi ha incoraggiato». E tutto bene anche al Quirinale, Pistelli è stato ricevuto appositamente da Mattarella. «Se si lavora in una grande azienda italiana come l’Eni si resta al servizio del Paese, è stato il suo in bocca al lupo».

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