Leggo l'articolo di Deborah Fait sullo schifo che continua. In linea di principio sono totalmente d'accordo con i contenuti, tuttavia mi sale impetuoso un altro sentimento;non sarà che Israele è estremamente accomodante con il resto del mondo? Le Start up sfornano ogni giorno nuove invenzioni che vengono messe a disposizione di tutti senza che se ne debba chiedere un riconoscimento. L'Olanda ci tratta come e peggio della peggiore propaganda nazista e non si reagisce. La Svezia, la Norvegia sono dichiaratamente antisemite e ciò non ostante Israele continua a mantenere rapporti diplomatici cordiali con costoro (nè si trascuri l'Ungheria e molti altri paesi dell'est Europa). Allora siamo alla sindrome di Stoccolma o ci sono altre valutazioni che sconsigliano di alzare la voce? Gli Usa si dichiarano nostri amici ed alleati e poi ci pugnalano alle spalle sulla questione di Gerusalemme. Il Vaticano fa di peggio innalzando all'onore degli altari un balordo antisemita. Mentre il Papa accoglie Abu Mazen e sposa le sue tesi. La stampa estera ed Italiana attacca Israele ed i corrispondenti vengono lasciati entrare senza difficoltà a fare da Israele il loro sporco lavoro di disinformazione sullo stato che li accoglie amichevolmente. Credo che fare un esame ai giornalisti che mettono piede in Israele e decidere sul loro antisemitismo ed eventualmente rimandandoli a casa non sarebbe male. Qualcuno saprebbe spiegarmi la totale assenza di un ufficio di relazioni con i media che sia almeno la metà efficiente dello stesso ufficio palestinese? Fino a quando dovremo assistere alla propagazione delle menzogne che il mondo accetta come verità rivelate? Cristo era palestinese! magari anche arabo e musulmano! I palestinesi sono gli abitanti della Palestina dal tempo dei Romani... Nessuno che abbia letto il saggio incomparabile della giornalista Joan Peters "From time immemorial" forse potrebbe essere il testo su cui esaminare i giornalisti che desiderano entrare in Israele prima di concedere loro il visto. Occorre reagire e subito. L'acquiescenza rende il problema sempre più difficile da risolvere.
Lello Abbina
L'analisi di Manfred Gerstenfeld pubblicata ieri http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=58521 affronta gli argomenti oggetto della sua lettera. Propone la creazione di una Agenzia governativa anti-propaganda, di per sè un' ottima idea, ma c'è un ma. Israele è una democrazia, per cui deve affrontare la disinformazione, l'odio, la propaganda senza mai dimenticare i suoi valori fondanti. E'meglio impedire l'ingresso a un giornalista (o pseudo tale, come l'attivista italiana http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=58523), trasformandoli in vittime, oppure dimostrare che Israele non ha nulla da nascondere e rispondere con i fatti, quelli sì indiscutibili ? La seconda ipotesi richiede sangue freddo, pazienza, tenacia, ma alla lunga è vincente. Certo, prima di arrivarci i rischi e i pericoli sono enormi, ma Israele ha dalla sua la forza della democrazia, che manca a tutti suoi nemici. L'hanno sostituita con la menzogna.