Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/06/2015, a pag. 15, con il titolo "Israele spiava i negoziati sul nucleare iraniano", l'analisi di Francesco Semprini.
A destra: le nuove moschee iraniane
Uno Stato democratico ha diritto di difendersi da chi si propone di distruggerlo ? Mille volte sì. E quale strumento è migliore della conoscenza dei piani che il nemico prepara per raggiungere quello scopo criminale ? Ma è lo spionaggio, bellezza ! Ci auguriamo che Israele lo usi nella sua forma più spregiudicata e creativa.
Tutto sotto controllo nel negoziato sul dossier nucleare iraniano. Sotto controllo degli israeliani che, preoccupati per gli sviluppi «pericolosi» di un accordo sulle attività atomiche di Teheran, hanno affidato a «spy virus» la sorveglianza degli hotel dove si sono svolte le trattative tra i 5+1 e Iran.
È quanto emerge da un dossier messo a punto da Kaspersky Lab, una società russa essa stessa attaccata e spiata dall’«agente Duqu», un virus di «matrice israeliana» che era stato già identificato nel 2011. Ebbene, Kaspersky ha capito di essere stata colpita da una versione più evoluta del virus, «Duku 2.0» un anno fa, attraverso «allegati infettati». E ha così deciso di condurre una vasta indagine per capire quali dei 270 mila clienti, di cui si fa carico della sicurezza informatica era stato attaccato dal medesimo «spyware».
I protagonisti dei negoziati di Losanna sul nucleare iraniano
L’indagine
Dai test sono state riscontrate infezioni in un limitato numero di clienti in Europa occidentale, Asia e Medio Oriente, nessuno però negli Stati Uniti. Tra questi tre hotel, ognuno dei quali ha ospitato una tranche dei colloqui di Usa, Russia, Gb, Francia, Cina e Germania con l’Iran, secondo quanto emerso da successivi controlli incrociati. Ma anche un sito di commemorazione per i 70 anni della liberazione di Auschwitz dai nazisti. Per Kaspersky la matrice dell’attacco è senza dubbio israeliana sebbene il rapporto non lo menzioni in maniera esplicita.
Il dossier
Le conclusioni di «The Duqu Bet», questo il nome del dossier messo a punto da Kaspersky - Bet è la seconda lettera dell’alfabeto ebraico -, sono condivisi anche dall’intelligence Usa secondo cui la complessità del virus riconduce ad Israele. L’Fbi sta analizzando il rapporto Kaspersky e, sebbene non abbia ancora confermato le indicazioni, alcuni funzionari Usa non si dicono affatto sorpresi. «Stiamo prendendo in seria considerazione quanto riportato», dice un membro di Capitol Hill al Wall Street Journal che per primo ha riportato la notizia.
Sembra che «gli intrusi» siano riusciti a intercettare conversazioni e documenti elettronici manipolando computer, telefoni, ascensori e sistemi antincendio degli alberghi. Su quali siano gli hotel vittime dello spionaggio la società russa mantiene il riserbo. Tuttavia sono sei gli alberghi che hanno ospitato le trattative: Beau-Rivage Palace di Losanna, Intercontinental di Ginevra, Palais Coburg di Vienna, Hotel President Wilson di Ginevra, Hotel Bayerischer Hof di Monaco e Royal Plaza Montreux di Montreux. Un’ex funzionario americano dell’intelligence ha spiegato al Wall Street Journal che non è un fatto inusuale per Israele spiare Paesi alleati su questioni che ritiene di grande importanza strategica. destini. Basti ricordare il caso di Jay Pollard, l’analista della Us Navy che passava informazioni al governo israeliano negli Anni 80. «Casi del genere sono già accaduti in passato - prosegue l’ex 007 - la sola cosa inconsueta è che, questa volta, si è saputo».
Francesco Semprini
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