Riprendiamo da ANSA, con il titolo "Papa: 'Finisca bene processo beatificazione padre Dehon' ", la notizia sulla vicenda della beatificazione di un sacerdote antisemita.
Riprendiamo la definizione di padre Dehon degli ebrei: «assetati di denaro (...) la bramosia del denaro è un istinto della loro razza». Ce n'è più che a sufficienza per accusare il sacertote di becero antisemitismo.
Che cosa fa Papa Francesco in risposta? Anziché condannare le frasi di padre Dehon, si augura che il processo di beatificazione si concluda presto in modo positivo. E bravo Papa Francesco !
Ecco la notizia:
Padre Dehon: un antisemita
Proclamazione fu rinviata dopo accuse antisemitismo a sacerdote
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 5 GIU - «Io voglio che finisca bene questo processo di beatificazione». Lo ha detto papa Francesco durante l'udienza ai sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (Dehoniani) a proposito della causa riguardante il fondatore della loro congregazione il francese padre Leon Gustave Dehon (1843-1925).
Papa Francesco
Durante il suo discorso 'a braccio', il Pontefice ha parlato di Dehon come «quasi beato» e ha sottolineato il «problema dell'ermeneutica», spiegando che «si deve studiare una situazione storica con l'ermeneutica di quel tempo, non del tempo di adesso». «Lui aveva chiesto al Signore la grazia dell'umiliazione - ha aggiunto -, si vede che gliel'ha data dopo la morte».
Nel 1997 papa Giovanni Paolo II aveva dichiarato Dehon «venerabile». Presso la Congregazione per le Cause dei Santi il processo di beatificazione si è concluso il 19 aprile 2004: la cerimonia di beatificazione, prevista per il 24 aprile 2005, è stata rinviata prima a causa della morte del Pontefice (2 aprile 2005), poi a causa delle accuse di antisemitismo mosse ad alcuni degli scritti di Dehon. Il sacerdote, infatti, pubblicò sul quotidiano cattolico La Croix articoli nei quali sostenne che gli ebrei erano «assetati di denaro (...) la bramosia del denaro è un istinto della loro razza», definendo il Talmud «un manuale banditesco, corruttore e distruttore della società», e suggerendo di rendere gli ebrei riconoscibili con particolari contrassegni, di mantenerli chiusi nei ghetti, di escluderli dalla proprietà terriera, dalla magistratura e dall'insegnamento. Nel leggere in prospettiva storica l'opera di Dehon bisogna comunque considerare il contesto storico caratterizzato dall'antisemitismo diffuso, che permeava anche gli ambienti cattolici.
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