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Informazione Corretta Rassegna Stampa
09.06.2015 Olanda: antisemitismo che continua
Analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 09 giugno 2015
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Olanda: antisemitismo che continua»

Olanda: antisemitismo che continua
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)


Olanda: l'antisemitismo si diffonde

Alcune settimane fa, fece scalpore una notizia in arrivo dall’Olanda . A una sopravvissuta alla Shoah, di origine olandese, ma residente in Israele, era stata ridotta dal governo olandese la pensione perché abitava oltre la linea verde. Ne nacquero molte proteste e pubblicità negative per l’Olanda, tanto da indurre le autorità olandesi a riaprire il caso. Ma la discriminazione per i pensionati che vivono nei ‘territori’ è stata confermata dal governo di Amsterdam.

Non sorprende quindi il nuovo scandalo nato da un testo scolastico olandese di storia, che distorce la storia di Israele durante la Guerra d’Indipendenza, mentre minimizza il terrorismo arabo in atto prima del 1948. In questi testi di scuola superiore, Menachem Begin è definito terrorista, mentre non lo è Arafat. Dopo un editoriale critico sul Jerusalem Post –anche se tardivo- nei confronti dei tagli alla pensione della sopravvissuta olandese, l’ambasciatore olandese Caspar Veldkamp scrisse una lettera al quotidiano israeliano. Va detto che l’ambasciatore, così come il personale dell’ambasciata, si sono sempre impegnati nel promuovere le relazioni fra Israele e Olanda. Ma questo comportamento non può essere applicato anche all’Olanda intera.


Un esempio di antisemitismo contemporaneo: "PaleSStina" aggiunta su un manifesto di una mostra su Anna Frank

Nel suo articolo, l’ambasciatore ha scritto che l’Olanda è un paese che deve essere considerato, da sempre, uno dei migliori amici di Israele, un apprezzamento che non può essere lasciato senza commento. In questo contesto, la parola “amico” è fuori luogo. Il Ministro degli Esteri Bert Koenders, dell’anti-israeliano Partito Laburista, è uno dei 18 ministri degli esteri UE che vogliono etichettare i prodotti israeliani che provengono da Giudea e Samaria, luoghi considerati non appartenenti a Israele. Ma ci sono 12 Ministri degli Esteri UE che non condividono questa opinione. Koenders non ha mosso un dito sui prodotti che arrivano dalla Cipro del nord occupata dai turchi, etichettati quindi solo con la parola Cipro, quando Cipro del nord è un territorio occupato tanto quanto Giudea e Samaria sono territori contesi.

 Il predecessore di Koenders, Frans Timmermans, anche lui del Partito Laburista, ammise durante una conferenza del 2013 a Tel Aviv, che l’Unione Europea, in merito al conflitto israelo-palestinese, applicava un doppio standard contro Israele, perché lo considerava come un paese europeo. Il doppio standard è una chiave significativa per distinguere gli atti antisemiti. L’osservazione di Timmerman ricorda quelle dei colonialisti razzisti che consideravano le popolazioni non europee inferiori e quindi con meno responsabilità per le loro azioni. Le dichiarazioni di Timmerman andarono anche contro la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che stabilisce che tutti i popoli sono dotati di ragione e coscienza, quindi responsabili dei propri atti.


Bert Koenders

Chiunque apra il sito web del Partito Laburista olandese può verificare che, mentre attacca Israele, rimane in silenzio sull’islamo-nazismo di una larga parte dei palestinesi, di Hamas e dei molti atti criminali compiuti dai palestinesi. In questo modo, il Partito Laburista è un complice indiretto dell’islamo-nazismo. Alcune settimane fa, in un incontro privato con un altro ambasciatore olandese in visita in Israele, ho sostenuto che l’Olanda si è resa responsabile di anti-semitismo per aver permesso l’ingresso nel paese di milioni di immigrati musulmani. Questo malgrado il fatto, riconosciuto da tutti, che questi musulmani provengono da paesi molto più anti-semiti di quanto non sia l’Olanda. Il numero degli atti anti-semiti in Olanda nell’estate del 2014 è stato uguale a tutti quelli avvenuti tra il 2011 e il 2012.

Esther Voet, allora direttore del Centro olandese CIDI, una organizzazione pro-Israele, aveva stimato che due terzi di questi crimini erano stati commessi da immigrati non occidentali e da loro discendenti. Una maniera eufemistica per riferirsi agli immigrati musulmani, che rappresentano circa il 6% della popolazione. Se un paese consente una massiccia immigrazione indiscriminata da paesi che hanno una popolazione in maggioranza anti-semita, questo aumenta il livello di antisemitismo, sponsorizzato dallo stesso stato. Ma questa semplice verità era troppo complessa per essere accettata dall’ambasciatore olandese in visita.

Uno studio dell’Università di Bielefeld, per conto della Fondazione Friedrich Ebert, interrogò i cittadini di sette paesi UE dai 16 anni in su, se erano d’accordo sul fatto che Israele stesse sterminando i palestinesi. Olanda e Italia si rivelarono meno antisemiti da altri paesi, con il 38% di risposte positive. Chi attribuisce senza prove atti così criminali a un determinato popolo innocente, vuol dire che ha lui stesso una mentalità criminale. Dopo questa ricerca tedesca, non si può non dedurne che 5 milioni di olandesi rientrano in questa categoria. Per cui, invece di dire che l’Olanda è fra i paesi più amici di Israele, si deve dire che gli olandesi sono fra i meno ostili in una Europa che sta diventando sempre più criminale.

Nel 2010 ho pubblicato in olandese un libro dal titolo “The Decay. Jews in a Rudderless Netherlands”, nel quale dimostravo quanto fosse evidente la decadenza morale dell’Olanda negli scorsi decenni a partire dalla sua attitudine verso gli ebrei. Il libro ha suscitato interesse, è stato anche oggetto in Parlamento di un dibattito sull’anti-semitismo. In particolare un paragrafo, nel quale citavo una affermazione dell’ex Commissario europeo Frits Bolkestein, il quale mi aveva dichiarato che gli ebrei devono rendersi conto che per loro con c’è futuro in Olanda, che devono dire ai loro figli di emigrare in Usa o Israele. Questo era dovuto, secondo lui, ai problemi causati dalla mancata integrazione degli immigrati musulmani. Femke Halsema, leader di un altro partito olandese anti-Israele, il “Green Left”, reagì, dando del “matto” a Bolkestein.

Chi ha letto quel mio libro sa che Bolkestein aveva ragione sul fatto che il futuro degli ebrei in Olanda sta diventando sempre più minaccioso. Aldilà di questo, ancor più che soltanto verso gli ebrei, è l’attitudine dell’Olanda verso Israele che indica il degrado morale della società olandese. Quanto è avvenuto negli ultimi anni lo indica chiaramente. Non occorre essere dei profeti per prevedere che in Olanda, per gli ebrei e a Israele, l’atmosfera e l’incitamento all’odio non potranno che peggiorare.


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte. 


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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