Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/06/2015, a pag.16, con il titolo " Le siriane fuggite dal Califfato si tolgono il velo " il commento di Francesca Paci.
Francesca Paci
In barba alla retorica del paradiso terrestre, lo Stato Islamico descritto dalle donne che ne scappano ha i contorni nauseabondi dell’inferno dove si com- prano e vendono schiave da ridurre in servitł domestica e abusare sessualmente. Ma nessun racconto ha la forza degli scatti di Jack Shanine in cui le fuggiasche che riescono ad arrivare nella zona di Rojava controllata dai curdi si liberano del pesante velo nero uniforme del Califfato per mostrare i coloratissimi abiti della vita passata e futura. Mesi fa furono le foto delle yazide infagottate dalla testa ai piedi e con in mano il cartello con il proprio prezzo (200 dollari, 300 dollari. 500 dollari..) a trasformarsi in icona globale della condizione femminile sotto il Califfato. Oggi arriva il riscatto delle «immagini della libertą», come i social network hanno gią ribattezzato quelle diffuse da Shanine ma anche dal portavoce della «Euphrates Volcano Operation Room», il cartello delle diverse milizie siriane in guerra contro il feroce esercito di al Baghdadi. La seconda metą del cielo jihadista č composta da prigioniere, cristiane o di altre minoranze, e da volontarie, tra cui circa 2mila straniere (molte delle quali assai meno entusiaste di quando sono partite). Č un cielo plumbeo, coperto, impermeabile alla luce associata a chi dą la vita. Ma oltre le nubi, anche le pił pesanti, c’č il sole. E le donne che appena entrate in Rojava si sfilano dal capo il niqab e il giogo islamista assomigliano tanto all’arcobaleno.
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante