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Mai perdere l'occasione di perdere un'occasione Cari amici, è improbabile che ve ne siate accorti, perché i giornali italiani non ne hanno scritto, ma nei giorni scorsi è passato un momento importante per i rapporti fra Israele e Autorità Palestinese, diciamo pure un'occasione di verità. Durante la recente campagna elettorale aveva detto che non credeva che la soluzione a due stati si potesse realizzare durante il suo mandato di primo ministro. Per essere precisi le sue parole furono queste “chiunque vuole stabilire uno stato palestinese, chiunque ora vuole evacuare territori, sta semplicemente dando una base d'attacco all'Islam radicale contro Israele. Questa è la realtà che si è creata negli ultimi anni” (http://edition.cnn.com/2015/03/16/middleeast/israel-netanyahu-palestinian-state/ ). Nei giorni immediatamente successivi, in seguito alla campagna di stampa contro di lui in Israele e negli Stati Uniti, Netanyahu provò a spiegare meglio. Vale la pena di approfondire quel che ha detto, perché c'è stata una gran campagna contro di lui su questo punto. Ecco il riassunto delle sue precisazioni fatto da un sito web decisamente critico, come Ynet: "Quello che ho detto è che, nelle attuali circostanze [la soluzione a due stati] è irrealizzabile: avevo indicato molto chiaramente quali sono le mie condizioni: erano per una soluzione a due stati nel mio intervento del 2009 all'università Bar-Ilan. E io non sono cambiato, non ho ritrattato quel discorso, affatto. "Ho detto che l'attuazione di tale visione non è rilevante in questo momento", ha detto Netanyahu, citando "la decisione della leadership dell'Autorità palestinese lo scorso anno a stringere un patto con Hamas" e recenti cambiamenti nel Medio Oriente - vale a dire la Siria, guerra civile e ISIS, ma anche il controllo iraniano su Gaza. [...] "Io non voglio una soluzione dello stato unico. Ma certamente non voglio una soluzione stato zero, una soluzione senza Stato, dove l'esistenza stessa di Israele sarebbe compromessa. [...] Netanyahu poi fatto riferimento al disimpegno israeliano del 2005 dalla Striscia di Gaza, dicendo: "Noi l'abbiamo abbandonata e non abbiamo avuto la pace. Se oggi ce ne andiamo, entreranno gli islamisti, sostenuti dall'Iran, come è successo a Gaza, come è accaduto in Libano, come sta accadendo in altre parti del Medio Oriente. Sono sostenuti dall' Iran o sono da al Qaeda o, magari, dall'ISIS." "(http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4639207,00.html ) Vinte le elezioni e formato il governo, Netanyahu ha detto che accettava l'idea generale dell'iniziativa araba di pace (cioè i due stati, ma con le condizioni di sempre, il disarmo del nuovo stato, il riconoscimento di Israele come stato della nazione ebraica, la permanenza dkell'esercito israeliano nelle posizioni necessarie per evitare la prevalenza dei terroristi: http://www.timesofisrael.com/netanyahu-endorses-general-idea-behind-arab-peace-initiative/ ). Si può dire, come alcuni hanno sostenuto, che abbia mentito, cambiato idea, zigzagato? Francamente non credo. Netanyahu è disposto a concedere a uno stato palestinese più di quel che io ritengo prudente dare (sono piuttosto d'accordo con le idee di Bennett http://www.washingtonpost.com/opinions/israels-naftali-bennett-i-dont-believe-in-giving-up-our-land/2015/05/29/0817d096-04f7-11e5-bc72-f3e16bf50bb6_story.html o della Glick http://www.jpost.com/Opinion/Columnists/Column-one-The-Israeli-solution-342440 ) . Ma certamente vi è coerenza nella sua analisi e nella sua proposta continuamente ribadita. Netanyahu è disposto a fare una pace che possa tenere, non a fingere di farla concedendo vantaggi decisivi al progetto arabo di distruggere Israele (http://fr.timesofisrael.com/netanyahu-insiste-sur-des-conditions-a-un-etat-palestinien/ ). E qui arriviamo all'episodio che volevo farvi conoscere. Quando gli americani parlano dei cosiddetti confini del '67 con scambi territoriali minori, alludono a queste località, che comunque occupano non di più del 2 per cento dei territori di Giudea e Samaria. Sarebbe dunque perfettamente ragionevole delimitare questi “blocchi maggiori”, dentro a cui le costruzioni non dovrebbero più essere oggetto di polemica. Questo svelenirebbe l'atmosfera e darebbe anche un notevole vantaggio negoziale all'Autorità Palestinese, dandole il modo di rivendicare il resto. Un'apertura, quantomeno un test importante sulla volontà di accordo dell'ANP. Una grande notizia, da parte di un governo che tutti i media dicono “nemico della pace, estremista” e quant'altro. Bene, la proposta non è stata praticamente raccolta dai giornali europei ecc. ed è stata seccamente respinta dai palestinisti ( http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/plo-blows-up-netanyahus-peace-process-renewal/2015/05/27/ ). Come non ricevuta (http://arabpress.eu/palestinesi-rifiutano-notizia-proposta-negoziazione-confini-con-israele/64824/# ). E Abbas ha subito ripreso a dire che “ l'espansione degli insediamenti ” (un'espansione fattualmente inesistente, ma questo non lo dice nessuno) bloccherebbe le possibilità della pace (http://www.timesofisrael.com/abbas-israel-settlement-expansion-blocks-any-peace-deal/ ). Si è mai visto qualcuno che ponga come condizione di una trattativa i suoi obiettivi massimi, inaccettabili all'altra parte? E' semplicemente un modo di dire no. Che Abbas abbia rifiutato, ancora una volta, la possibilità di iniziare un percorso vero di trattativa, dal mio punto di vista è un bene. Il vantaggio che gli concedeva Netanyahu era veramente eccessivo. Ma sarebbe un bene vero se questo rifiuto non solo annullasse, come ha fatto, questa partita; ma se fosse anche minimamente preso in considerazione dai media e dai politici internazionali. E poi c'è magari qualche politico sopraffino, come Mogherini e Kerry, i quali dichiarano che “tutti vedono come lo status quo in Israele non sia sostenibile”. Il povero Kerry è caduto dalla bicicletta e si è rotto il femore, avrà bisogno di stampelle (http://www.lastampa.it/2015/05/31/esteri/francia-incidente-in-bici-per-kerry-VqqMbRe3k3VPidUoqgCiAO/pagina.html ), ma anche degli occhiali nuovi gli sarebbero certamente utili. Quanto a Mogherini, per rispetto alla sua età e al suo aspetto gentile, non posso che consigliarle delle lenti a contatto. Perché la verità da vedere è che anche i palestinisti, non solo gli israeliani, vogliono lo status quo (cioè i finanziamenti internazionali e il terrorismo a rate) e fanno il possibile, strillando e strepitando, per mantenerlo. Ugo Volli |
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