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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
31.05.2015 Storia di Howard Fast, scrittore americano, ebreo, ex comunista (nell'ordine)
Raccontato da Daria Gorodisky

Testata: Corriere della Sera
Data: 31 maggio 2015
Pagina: 13
Autore: Daria Gorodisky
Titolo: «Il comunista Usa che rigettò Stalin l'antisemita»

Riprendiamo da LETTURA/CORRIERE della SERA, di oggi, 31/05/2015, a pag.13, con il titolo " Il comunista Usa che rigettò Stalin l'antisemita ", il commento di Daria Gorodisky a Howard Fast ( tra l'altro, ex-suocero di Erica Jong).

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Howard Fast                                               la copertina

Ha militato nel Partito comunista americano (Cpusa) dal 1943 al 1956, pagandone il prezzo al maccartismo: tre mesi di carcere e l'ostracismo degli editori, compreso chi aveva fatto soldi con quello scrittore che a 25 anni vendeva un milione di copie. Ma nella sua vita (1914-2003) Howard Fast è stato anche autore di un'epopea in 6 volumi che è l'inno del self made man, del leggendario capitalismo uncle Sam dove l'ascensore che porta alle classi sociali alte è a disposizione di chiunque abbia volontà, talento, costanza.
Il vento di San Francisco (tradotto da Augusta Mattioli e appena pubblicato da e/o, che ha acquistato i diritti anche per il secondo titolo della saga) racconta infatti l'ascesa di Danny Lavette — figlio di immigrati in Usa nel 1888 — da giovanissimo pescatore reso orfano dal terremoto del 1906, a potente miliardario. E, a dimostrare che il sogno americano è a portata davvero di tutti, alla sua storia si intrecciano quella dell'amico e socio Mark Levy e quella dell'amante cinese May Ling.
La voglia di emergere di Lavette e degli altri protagonisti supera la Grande guerra, il proibizionismo, e va a fare da propellente allo sviluppo industriale e culturale del Paese. Del resto, anche l'autore nasce da immigrati ebrei ucraini (Fastovsky) e, poco più che bambino, lavora come strillone per aiutare a sfamare i fratelli minori. Fast ricorderà sempre la durezza di quell'epoca; anche quando, negli anni Settanta, è ormai celebrato dal «New York Times» e carico di riconoscimenti, compreso un Emmy. Nelle sue oltre 80 opere di vario genere il tema dell'ingiustizia e dell'oppressione è quasi sempre centrale.
Esempio? il celebre Spartacus (1952), diventato poi anche un film indimenticabile con Kirk Douglas diretto da Kubrick.
Howard Fast non dimenticherà mai nemmeno le sue radici: tanti i titoli dedicati a vicende e personaggi del mondo ebraico. Ed è proprio l'antigiudaismo comunista ad allontanarlo, a un certo punto, dall'ideologia di chi lo onorava con il Premio Stalin per la Pace.
Lo strappo definitivo si compie con la verifica delle notizie sugli arresti di massa e le esecuzioni, in Urss,di intellettuali e professionisti ebrei. Sono le purghe staliniane, carneficina antisemita che il dittatore tentava di giustificare definendola azione antisionista. Già, fu Stalin a inventare quella finta distinzione fra i due termini. Sì: la stessa che ancora oggi alcuni usano per mascherarsi la coscienza alterata.

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