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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
28.05.2015 L'Osservatore Romano: un giornale di odio contro Israele
Che assolve i terroristi palestinesi e condanna lo Stato ebraico

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 28 maggio 2015
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Raid israeliani nella Striscia di Gaza»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 28/05/2015, a pag. 1, l'editoriale "Raid israeliani nella Striscia di Gaza".

A destra: il tipico atteggiamento dei media su Israele

L'altroieri sera alcuni razzi lanciati dalla Striscia di Gaza hanno colpito Israele, per fortuna senza provocare vittime. Come riporta la notizia l' Osservatore Romano?
Innanzitutto OR esordisce scrivendo della (moderatissima) risposta israeliana. Come indica il manuale della propaganda contro lo Stato ebraico, bisogna sempre esordire con i raid mirati dell'esercito israeliano, invertendo i rapporti di causa ed effetto.
Inoltre - altro principio del suddetto manuale - mai bisogna definire Hamas, Jihad islamica e i loro accoliti per quello che sono, ovvero terroristi. E infatti OR scrive semplicemente di "gruppi palestinesi". Niente di più innocente, vero?
Last, but not least, OR scrive di "raid israeliani" in risposta al "lancio di un ordigno" (l'espressione è anche ribadita nel sottotitolo). Cosa significa "ordigno"? Quelli che i terroristi palestinesi sparano contro Israele sono missili, razzi, colpi di mortaio, non vaghi "ordigni".
Come è facile notare, ancora una volta la disinformazione passa attraverso l'uso delle parole. Nemmeno il Manifesto, oggi, utilizza il termine "ordigno", ma scrive di "razzi", pur operando la solita ricostruzione dell'accaduto in funzione anti-Israele, da autentico foglio di propaganda.
Eppure OR riesce a fare di peggio.

Ecco l'articolo:

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Missili lanciati dai terroristi palestinesi contro i civili israeliani

Torna alta la tensione al confine tra Israele e la Striscia di Gaza. Caccia israeliani hanno compiuto oggi, nelle prime ore del mattino, una serie di raid sul territorio palestinese controllato da Harnas, poco dopo il lancio di un razzo in direzione del sud di Israele. Come hanno riferito fonti militari, durante le operazioni sono state colpite e distrutte quattro postazioni legate ad Hamas.

I gruppi palestinesi attivi a Gaza — ha commentato il ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon — «pagheranno un prezzo pesante» se l'escalation della violenza dovesse aumentare. Israele «non ha intenzione di ignorare il lancio di razzi contro i suoi cittadini». Yaalon ha quindi invitato la leadership di Hamas a impedire nuovi lanci.

Come detto, i raid sono scattati in risposta al precedente lancio di un ordigno da Gaza che ha colpito ieri sera, intorno alle 21, Gan Yavne, un piccolo centro a ridosso della città costiera di Ashdod. Poco prima in tutta la zona attorno alla Striscia erano risuonate le sirene di allarme antimissile: un evento accaduto l'ultima volta il 23 aprile scorso, in occasione dei festeggiamenti per l'indipendenza dello Stato ebraico, e al quale Israele rispose con colpi di artiglieria verso la postazione di lancio. Erano passati allora quattro mesi di tranquillità: dalla fine del conflitto della scorsa estate, poche altre volte — rompendo il cessate il fuoco faticosamente raggiunto tra le parti — i palestinesi hanno lanciato ordigni, cui l'esercito israeliano ha poi risposto in modo contenuto.

Un portavoce militare ha confermato che il razzo di ieri è caduto in una zona aperta di Gan Yavne, non lontano dal porto di Ashdod, circa venti chilometri a nord della Striscia, e che non sono stati segnalati né danni né vittime, anche se un ragazzo di 15 anni si è presentato all'ospedale locale in stato di shock. Nessun gruppo palestinese attivo nella Striscia ha rivendicato il lancio, anche se l'esercito israeliano incolpa l'ala militare della Jihad islamica.

L'azione sarebbe dovuta probabilmente — secondo le ricostruzioni dei responsabili militari — ai dissidi interni sorti nell'organizzazione riguardo la nomina di un nuovo comandante nella zona nord del territorio. Ciò nonostante — sottolineano gli analisti — il lancio fa anche capire che il controllo di Hamas sui gruppi satellite nella Striscia si sta indebolendo. Il razzo da Gaza e i raid israeliani arrivano in un momento particolarmente delicato anche sul piano politico, con il Governo di Benjamin Netanyahu intento a tracciare nuove linee diplomatiche.

Netanyahu stesso, incontrando di recente l'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini, ha dichiarato che il Governo di Israele è disposto a tornare al tavolo negoziale e a discutere con i palestinesi dei confini delle colonie ebraiche in Cisgiordania. L'apertura è stata però bocciata dai palestinesi: l'Organizzazione per la liberazione della Palestina ha fatto sapere di non essere d'accordo e che la pre-condizione di qualsiasi trattativa è il blocco di tutti i progetti edilizi in Cisgiordania. Netanyahu — secondo la stampa — ha fatto la sua proposta durante una riunione ristretta con Mogherini: accanto a lui sedevano il consigliere della sicurezza nazionale, Yossi Cohen, e l'inviato del primo ministro per il processo di pace, Isaac Molho.

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ornet@ossrom.va

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