Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/05/2015, aapag. 53, la cronaca "Luz lascia 'Charlie Hebdo': l'addio previsto a settembre".
La settimana scorsa abbiamo pubblicato un'intervista in cui Luz dichiarava che non avrebbe più disegnato nella che avesse a che fare con l'islam (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=58177). Ieri ha fatto un ulteriore passo, dicendo che lascerà "Charlie Hebdo" a settembre.
Non vogliamo né possiamo giudicare la scelta di Luz. In ogni caso, si tratta di una resa al terrorismo islamico, al ricatto sanguinoso rivolto dai fratelli Kouachi a Charlie Hebdo, e più in generale dall' islam terrorista al sistema delle libertà di cui l'Occidente, nonostante tutto, si fa portatore.
Bisogna però chiamare le cose con il proprio nome, afferrare il coraggio a due mani e dire che, in questo caso, i terroristi hanno ottenuto quello che si proponevano, ben al di là della strage materiale del 7 gennaio.
Da notare che HyperKasher ha subito riaperto e i clienti ebrei continuano a farvi gli acquisti.
La paura, come dicevamo, è un sentimento umano, ma segna anche una vittoria del terrorismo islamico: la scelta di Luz significa la vittoria di chi non tollera che le proprie certezze ideologiche e religiose possano venire ironicamente messe in dubbio. E' una resa della libertà all'islam che avanza.
Ecco l'articolo:
Luz con la copertina del primo numero di "Charlie Hebdo" dopo l'attentato del 7 gennaio
Luz non sarà più Charlie: dopo aver annunciato di non voler più raffigurare il Profeta Maometto, Luz (Rénald Luzier), uno dei vignettisti di punta di Charlie Hebdo, come aveva già anticipato in un’intervista a Repubblica, avrebbe confessato in privato di voler lasciare a settembre. «Il vignettista Luz, un volto storico di Charlie, ha confidato di recente che non ne può più e ha detto che se ne andrà a settembre», rivela Mediapart.fr, secondo cui l’addio di Luzier – autore della storica copertina dei “sopravvissuti”, quella con la caricatura di Maometto e la scritta “Je suis Charlie”, uscita una settimana dopo la strage dei fratelli Kouachi – coinciderà con il trasloco della redazione verso la sua nuova sede, dopo il periodo passato in un ufficio messo a disposizione da Libération.
Le indiscrezioni sull’addio del vignettista coincidono con le polemiche in merito a Zineb El Rhazoui, la collaboratrice francomarocchina minacciata di morte dai fondamentalisti islamici, a cui nei giorni scorsi è stata inviata una lettera di convocazione nel quadro di una procedura di licenziamento. «Zineb – ha precisato il direttore Riss , sottolineando anche che la situazione si sarebbe risolta in modo più “morbido”– non rispettava i suoi obblighi e il contratto di lavoro in modo soddisfacente». Intanto, dopo il numero record dei sopravvissuti, stampato in 8 milioni di esemplari, le vendite di Charlie Hebdo sono scese a circa 170.000 copie. Le donazioni ricevute dalla rivista negli ultimi mesi – 4,3 milioni di euro – andranno a favore delle vittime dell’attentato e delle loro famiglie.
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