Angelo Pezzana Paolo Griseri
Con il titolo "Pezzana: “Arabi ospiti? Bene,così sapremo del loro codice civile”, la REPUBBLICA,di oggi, 17/05/2015, edizione di Torino, pubblica a pag.III, nelle cronache del Salone internazionale del Libro, una intervista di Paolo Griseri con il direttore editoriale di informazione corretta Angelo Pezzana,. La riportiamo, anche per puntualizzare come Angelo Pezzana abbia dichiarat fondatorenel 1988 del Salone del Libro. Il quale dichiara di essere del tutto favorevole alla presenza dell'Arabia Saudita nell'edizione 2016 del Salone del Libro. Non con le stesse valutazioni del presidente del Salone Rolando Picchioni, che ha condotto con grande maestria le sorti del Salone in questi anni, ma che definisce l'Arabia Saudita " uno dei Paesi più ricchi di proposte e fermenti culturali del Medioriente". Picchioni è uomo di grande coraggio, ma non avremmo sospettato arrivasse fino a tanto.
Ribadiamo,ben venga l'Arabia Saudita, e nell'anno successivo anche l'Iran, due presenze che aiuteranno i 350.000 vistatori del Salone del Libro a capire quale spazio può avere la cultura in paesi che definire medievali è poco. Conoscere per deliberare, il non dimenticato motto einaudiano (l'ex presidente della repubblica), sarà la guida per valutare il rapporto tra società civile e regime nell'Arabia Saudita. Personalemte proporrò di invitare il blogger condannato ad essre frustato a sangue in prgione tutti venerdì per aver osato sollevare delle critiche al regime. Sempre che sia ancora in vita. (a.p.)
Ecco il pezzo:
Arabia Saudita " uno dei Paesi più ricchi di proposte e fermenti culturali del Medioriente". Davvero ?
Il fondatore del Salone, Angelo Pezzana, lo dice con il sarcasmo che gli è proprio: «L’Arabia Saudita ospite dell’edizione 2016? Ottima idea. Così tutti potranno conoscere da vicino il codice civile di quel Paese». L’idea di mettere al centro della prossima edizione l’editoria di Riad è certamente divisiva. Dall’organizzazione del Salone si fa osservare che non è la prima volta. Effettivamente la scelta di ospitare Israele nel 2008 provocò polemiche, cortei di protesta, annunci di boicottaggio. Accadrà così anche il prossimo anno? L’Arabia Saudita non è certamente una palestra di libero dibattito culturale. I diritti civili delle donne sono ridotti al lumicino, l’omosessualità è un reato e l’unica religione ammessa è quella islamica. Gli oppositori politici del regime sono imprigionati e torturati. È difficile derubricre tutto questo a una semplice stravaganza, ai particolari costumi di quel paese: «È per questo motivo - aggiunge Pezzana - che sarebbe istruttivo far conoscere da vicino anche al pubblico italiano qual è la vita quotidiana in Arabia Saudita. Suggerirei di proseguire con l’Iran e con la Turchia, altri Paesi in cui l’opposizione al regime è particolarmente tollerata ». Nella conferenza stampa di annuncio della scelta del paese ospite il patron del Salone, Rolando Picchioni, parla dell’Arabia come di uno «dei Paesi più ricchi di proposte e fermenti culturali del Medioriente » e spiega che negli anni successivi si proguirà con altre nazioni lungo la «via della seta» di Marco Polo come l’Azerbaijan e il Kazakhstan. Non c’è il rischio che accordare la vetrina di una manifestazione come il Salone a paesi dalla dubbia credibilità finisca per rafforzare i regimi al potere? I vertici ammettono il rischio ma aggiungono che «al contrario la contaminazione tra mondi diversi favorita dal dialogo culturale potrebbe avere, nel medio periodo, l’effetto opposto». «Il Salone - aggiunge Picchioni - non può e non vuole fare l’esame del dna ai paesi ospiti. In quel caso cesseremmo rapidamente di essere luogo e occasione di incontro e scambio tra culture». Il paradosso è che proprio la palestra del confronto di ideee per antonomasia potrebbe diventare cassa di risonanza per regimi autoritari. Discussione che nasce sempre quando ad essere ospitati sono paesi contestati. È dunque assai probabile che il sasso lanciato da Angelo Pezzana finisca per scatenare un aspro confronto. «Da tempo - ha dichiarato ieri l’addetto culturale saudita Fahad Hamad Almaghlooth - prendiamo parte ai più importanti saloni del libro. La nostra partecipazione sarà all’altezza del prestigio del Salone di Torino».
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