Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/05/2015, a pag. 7, con il titolo "La ricetta di Cameron: 'Rimandateli in Africa' ", la cronaca di Maurizio Stefanini.
David Cameron
«Per troppo tempo siamo stati una società passivamente tollerante». Adesso basta. Con queste parole, dopo il successo elettorale il primo ministro britannico David Cameron annuncia una nuova politica di Legge e Ordine, uno dei cui punti centrali è appunto l’immigrazione. Prima bordata: l’annuncio di una nuova legge anti-terrorismo. Seconda bordata: l’invio alla Commissione Europea del ministro dell’Interno Theresa May col mandato di dire no alla nuova politica di divisione dei richiedenti asilo secondo quote nazionali, e di proporre piuttosto di rimandare tutti dall’altra parte del Mediterraneo.
Theresa May, Federica Mogherini
È stata la stessa May ad anticipare questo approccio con un editoriale pubblicato dal Times. «L’Ue dovrebbe lavorare per stabilire dei siti di accoglienza sicuri in Africa del Nord, con un programma attivo di ritorno». La ministro dell’Interno si diceva anche «non d’accordo» con il parere della Mogherini secondo cui «non un singolo rifugiato o migrante intercettato in mare sarà respinto contro la sua volontà». Secondo lei, «un simile approccio non può che favorire la traversata del Mediterraneo e incoraggiare ancora più persone a mettere la loro vita in pericolo». Insomma: no al buonismo, di cui la May indica come esempio negativo l’operazione italiana Mare Nostrum: «al di là delle buone intenzioni, ha contribuito a quintuplicare le vittime tra il 2013 e il 2014».
Allo stesso modo, si può riassumere con «no al buonismo» la filosofia della nuova legge anti-terrorismo come esposta dal premier al Consiglio di sicurezza nazionale. In passato, secondo lui, la società britannica «diceva ai suoi cittadini: finché rispetti la legge ti lasceremo stare». Ma in questo modo «spesso siamo quindi rimasti neutrali tra diversi valori. E questo ha aiutato a rafforzare una narrativa di estremismo e risentimento». Per impedire la «radicalizzazione» dei giovani britannici la legge includerà nuove regole per l’immigrazione e darà alle autorità più poteri per controllare e limitare «gli estremismi che hanno l’obiettivo di distruggere l’ordine». Tra questi, soprattutto il potere di chiudere i luoghi frequentati da estremisti predicatori d’odio: a partire dalle moschee.
In realtà, Cameron aveva già promesso di tagliare drasticamente l’immigrazione nel 2010. Nel 2012, con la parola d’ordine «ci serve gente che possa recare beneficio alla Gran Bretagna, non gente che vuole solo trarre beneficio dal Regno Unito», era stato annunciato che avrebbero potuto entrare solo stranieri extra-Unione Europea in grado di guadagnare un minimo di 31.000 sterline all’anno, in modo da ridurre il flusso esattamente di quel 20% circa che corrisponde ai lavori che potrebbero essere fatti dai locali, lasciando quell’80% corrispondente ai bisogni dell’economia e della società. Era stato promesso anche un drastico giro di vite su matrimoni di convenienza e «falsi studenti».
E lo scorso novembre l’offensiva era stata allargata ai cittadini Ue, per i quali Cameron aveva proposto di togliere sia gli sgravi fiscali previsti dal sistema di welfare sia la possibilità di fare domanda per l’edilizia popolare nei primi quattro anni di residenza, oltre a limitare le possibilità di ricongiungimento familiari. E anche la legge anti-terrorismo era stata presentata e votata dal Parlamento britannico lo scorso marzo.
I liberal-democratici avevano però finito per bloccarla, dicendo che avrebbe potuto limitare la libertà di espressione. E l’Ue non aveva accolto nessuna delle richieste di Cameron, mentre l’emigrazione invece di ridursi è salita a livelli record: l’ultima statistica annuale parla di un avanzo positivo di 298.000 stranieri. Probabilmente liberal-democratici e Ue avevano avuto un ruolo minore in questo fallimento, ma Cameron ha fatto campagna elettorale e ha vinto proprio chiedendo di rimuovere gli ostacoli alla realizzazione del suo programma. Rimandati all’opposizione i liberal-democratici con la conquista della maggioranza assoluta, adesso si prepara il referendum sull’Ue.
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