Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/05/2015, a pag. 16, con il titolo "5 domande su Israele", il commento di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
1
Il governo Netanyahu ha una maggioranza di appena 61 seggi su 120, durerà?
È una maggioranza risicata che rende vulnerabile il governo. Basti pensare che un deputato druso del Likud chiede un ministero minacciando altrimenti di far durare il governo poche ore. Per questo Netanyahu vuole nella coalizione il centrosinistra di Herzog, offrendogli gli Esteri - che al momento tiene per sé - e la carica di vicepremier. Ma Herzog sente aria di rivincita e ribatte: «Sarà guerra totale».
2
Perché un governo così debole dopo la netta vittoria del Likud?
È l’ex alleato Avigdor Lieberman ad aver fatto lo sgambetto al premier levandogli i 6 voti di «Yisrael Beitenu». Ha temuto di sparire politicamente e ha scelto l’opposizione da destra.
3
Chi sono i ministri più importanti dell’esecutivo?
Moshe Kachlun alle Finanze è l’uomo su cui Netanyahu punta per sanare lo scontento sociale, e Naftali Bennett all’Istruzione è l’alleato strategico, guidando l’ala destra della coalizione, mentre la conferma di Moshe Yaalon alla Difesa rassicura i militari ma il volto più nuovo è Ayelet Shaked, alla Giustizia, accusata di voler indebolire la Corte Suprema.
4
Che scelte farà sui rapporti con i palestinesi e sull’Iran?
«Il presidente Rivlin chiede di riprendere il negoziato e i contatti segreti con Hamas suggeriscono che Netanyahu tenterà strade nuove. Abu Mazen non si fida. Il suo Saeb Erakat parla di un «governo estremista con cui non c’è spazio per trattare». Sul nucleare dell’Iran l’opposizione di Israele resterà netta.
5
Ricucirà il rapporto con Obama?
«La Casa Bianca dice di voler lavorare col nuovo governo. Netanyahu vuole andare alla Casa Bianca. Vi sarà presto un tentativo di riconciliazione».
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