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La Stampa Rassegna Stampa
04.05.2015 Yemen: Riad usa armi proibite, dove sono i 'pacifisti'?
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 04 maggio 2015
Pagina: 14
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «'Riad usa bombe a grappolo contro i ribelli in Yemen'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/05/2015, a pag. 14, con il titolo "Riad usa bombe a grappolo contro i ribelli in Yemen", la cronaca di Maurizio Molinari.

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Maurizio Molinari

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Guerra in Yemen: la ricerca di sopravvissuti dopo un bombardamento

Bombe a frammentazione contro i ribelli houthi e truppe speciali ad Aden: l’Arabia saudita intensifica le operazioni militari in Yemen ma Teheran la ammonisce: «Non accetteremo alcuna soluzione imposta con le armi».

Vendute dal Pentagono
L’accusa a Riad di adoperare bombe a frammentazione viene da «Human Rights Watch», secondo cui ciò sarebbe avvenuto in attacchi aerei contro i ribelli houthi almeno in due località nell’area di Al-Amar nella regione di Al-Safraa. Per avvalorare tali accuse l’organizzazione umanitaria americana ha pubblicato delle immagini in cui si vedono resti di bombe Cbu-105 prodotte dalla «Textron System Corporation» negli Usa e vendute dal Pentagono tanto ai sauditi che agli Emirati Arabi Uniti.

Si tratta di ordigni vietati da un trattato internazionale siglato nel 2008 da 116 Paesi ma nè gli Usa nè le nazioni sunnite che partecipano alle operazioni in Yemen vi hanno aderito sebbene per Washington c’è un problema di natura politica in quanto l’amministrazione Obama si è impegnata a non venderle a chi le impiega contro civili. Sono bombe che esplodono a mezz’aria sprigionando una pioggia di micro-ordigni che colpiscono in maniera indiscriminata sul terreno.

Truppe di terra
Il comando militare saudita ha smentito le accuse di «Human Rights Watch» parlando di «notizie false» così come ha scelto l’ambiguità sulle rivelazioni yemenite in merito all’arrivo di truppe speciali ad Aden. Sono state fonti della «Resistenza popolare del Sud», le forze che si oppongono agli houthi, a parlare dello sbarco di imprecisati «contingenti arabi» di truppe speciali e Ahmed Asseri, generale saudita portavoce delle operazioni, ha risposto così: «Se interventi del genere dovessero avvenire non potremmo parlarne ai media, tutte le opzioni restano sul tavolo per aiutare il legittimo governo dello Yemen» a sconfiggere gli houthi e reinsediare il deposto presidente Abdel Rabbo Manour Hadi. A dieci giorni dall’annuncio di re Salman sul «termine dei raid aerei», la pressione militare saudita continua a crescere: dal cielo è stata colpita la base militare houthi di Dulaimi mentre ad Aden infuriano i combattimenti nella centrale Mualla e nel distretto di Khor Maksar. Il tentativo di infiltrazione degli houthi in territorio saudita - respinto due giorni fa dopo violenti scontri - ha convinto Riad che i ribelli vogliono minacciare il regno. Ma dietro di loro c’è l’Iran che, per la prima volta in maniera pubblica, si è schierata a loro difesa: «Non accetteremo alcuna soluzione del conflitto a danno degli houthi perché nuocerebbe alla pace nella regione» ha detto il viceministro degli Esteri Hossein Amir Abdollahian.

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