Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/05/2015, a pag. 17, con il titolo "E nel Paese scioperano i vigilantes: a rischio le forniture di gas", il commento di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari e il suo recente libro "Il Califfato del terrore"
Un gasdotto
Il corpo di sicurezza libico che protegge gli impianti energetici incrocia le braccia e obbliga alla chiusura il campo di Irda a cui potrebbe seguire domani quello di Sahel.
Si tratta di impianti di gas con una produzione di 150 milioni di metri cubi al giorno: entrambi si trovano nelle regioni orientali della Cirenaica e subiscono l’impatto della protesta delle guardie che ha già paralizzato il quartier generale della Sirte Oil Co. al porto di Brega. «Il motivo dello sciopero è la richiesta di ulteriori 2000 posti d lavoro oltre i 20 mila già creati» spiega Mohamed El Harari, portavoce della compagnia petrolifera libica «Noc» parlando con i reporter stranieri.
È lo stesso Harari ad aggiungere che è in corso anche «un’altra protesta», questa volta in Tripolitania dove le guardie petrolifere minacciano di far chiudere i battenti a gli impianti di Wafa - gas e petrolio - se «Noc» non assumerà altri 150 dipendenti per riaprire il campo petrolifero di El Feel. Tanto Wafa che El Feel sono gestiti da «Noc» ed Eni. «Se Wafa dovesse essere chiuso sarebbe bloccata l’esportazione di gas verso l’Italia - spiega El Harari - mentre lo stop ai campi in Cirenaica comporterebbe importanti interruzioni di elettricità nell’Est del Paese». Le guardie protagoniste della protesta sono ex ribelli anti-Gheddafi reclutati dal «Noc» per integrare le forze regolari e chiedono spesso aumenti e benefici di ogni genere, lamentando remunerazioni basse.
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