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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
29.04.2015 L'ennesimo rapporto Onu che criminalizza Israele e non cita neppure i terroristi di Hamas
Prontamente ripreso dall'Osservatore Romano

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 29 aprile 2015
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Rapporto dell'Onu sul conflitto a Gaza»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 29/04/2015, a pag. 3, l'articolo "Rapporto dell'Onu sul conflitto a Gaza".

L'Osservatore Romano non perde occasione di pubblicare un articolo sull'ennesimo rapporto Onu unidirezionalmente contro Israele senza metterlo in questione.
Quantomeno riporta l'utilizzo, da parte dei terroristi di Hamas (mai però nominati, come vuole uno dei principi cardinali della propaganda contro Israele), di scuole e infrastrutture civili come depositi di armi e basi per il lancio di missili (anche se liquida questo fondamentale aspetto in poche parole alla trentesima riga del pezzo).
Il rapporto Onu è l'ennesimo documento fondato interamente su fonti di Hamas, quindi tutto furché imparziali. Il numero di morti e la distinzione tra civili e "miliziani" sono offerti all'Onu da fonti controllate da Hamas, e quindi riflettono un documento totalmente inattendibile e unicamente proteso a creare l'immagine falsa di un Israele aggressore e criminale di guerra. Mentre Israele, nell'ultimo conflitto a Gaza, non ha fatto altro che difendersi dagli attacchi dei terroristi, al contempo adottando misure precauzionali  - che nessun altro esercito al mondo prende in tale misura - per risparmiare più vite possibili su entrambi i fronti.

Ecco l'articolo:

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Almeno 44 palestinesi sono stati uccisi e altri 227 feriti nel corso di raid israeliani che hanno colpito strutture delle Nazioni Unite durante il conflitto nella Striscia di Gaza dell'anno scorso. A renderlo noto è un rapporto delle Nazioni Unite presentato ieri. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha deplorato tali uccisioni e ricordato che le sedi delle Nazioni Unite sono «inviolabili».

Inoltre, una scuola femminile dell'Onu è stata colpita da 88 colpi di mortaio sparati dalle forze israeliane, mentre un'altra scuola è stata colpita da un missile. L'inchiesta ha anche messo in luce che tre scuole dell'Onu nella Striscia sono state usate dai palestinesi come deposito di armi e in due casi sono stati anche lanciati razzi dalle strutture. Fatto che Ban Ki-moon ha definito "inaccettabile".

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Ban Ki-moon, segretario delle Nazioni Unite

L'operazione israeliana nella Striscia di Gaza è durata cinquanta giorni ed è costata la vita — secondo stime internazionali — a 2260 persone, tra cui 2189 palestinesi, di cui 1486 civili e 67 militari e quattro civili israeliani. A novembre del 2014 le Nazioni Unite hanno annunciato che avrebbero aperto un'inchiesta indipendente su dieci episodi di violenza contro le scuole dell'Onu a Gaza avvenuti tra l'8 luglio e il 26 agosto 2014.

Dopo la tregua decisa tra le due parti, uno dei punti chiave delle successive discussioni è stata la ricostruzione della Striscia, un processo complicato dall'embargo imposto da Israele dal 2007. Fin dal settembre del 2014 le Nazioni Unite si sono impegnate a garantire l'applicazione di un accordo che prevedeva l'importazione immediata di cemento e altri materiali necessari per la ricostruzione.

Ma a un anno dalla fine della guerra — fa sapere il rapporto dell'Onu — solo una piccola parte del materiale e dei soldi promessi è arrivata e la situazione a Gaza rimane molto grave. Finora solo un decimo delle cinquemila tonnellate di materiale richiesto per la ricostruzione è entrato nella Striscia e tutti i trasferimenti legali sono avvenuti attraverso un unico passaggio di confine.

Per inviare la propria opinione all' Osservatore Romano, telefonare 06/69883461, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


ornet@ossrom.va

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