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La Stampa Rassegna Stampa
27.04.2015 Siria: gli intrighi di palazzo del dittatore Bashar al Assad
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 27 aprile 2015
Pagina: 14
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Damasco, è un giallo la morte della super-spia di Assad»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/04/2015, a pag. 14, con il titolo "Damasco, è un giallo la morte della super-spia di Assad", la cronaca di Maurizio Molinari.


Maurizio Molinari e il suo recente libro "Il Califfato del terrore"


Bashar al Assad: "Nonostante alcune notizie potrebbero far pensare diversamente... resto al vertice, grazie al supporto di molti siriani..."

Giallo a Damasco per la morte di Rustom Ghazali, la super-spia del regime di Bashar Assad. Sono i media libanesi a rivelare che venerdì notte è «stato trovato morto in casa sua» precisando che «nessun altro dettaglio è disponibile».

Ghazali, sessantenne, è stato l’ultimo capo della onnipotente intelligence siriana in Libano, in carica fra il 2002 e il 2005 quando Assad decise il ritiro delle 15 mila truppe. La commissione Onu che indaga sull’assassinio del premier libanese Rafik Hariri - avvenuto proprio nel 2005 - considerava Ghazali il possibile mandante, lo aveva interrogato almeno una volta e fonti libanese aggiungono che «nelle ultime settimane un uomo a lui vicino e implicato nell’attentato ad Hariri» avrebbe rivelato agli investigatori Onu di «aver ricevuto milioni di dollari» dall’ex super-007.

Cancellare i legami
Da qui l’ipotesi, sostenuta dall’anchorman della tv libanese May Chidiac che Ghazali potrebbe essere stato ucciso per ordine di Assad, al fine di togliere di mezzo il testimone più scomodo sull’omicidio di Hariri, capace di implicarlo direttamente. L’eliminazione di Hariri è uno dei pochi argomenti sui quali Assad e i suoi alleati Hezbollah sentono la pressione dell’opinione pubblica libanese. Ma altri media di Beirut, come il ben informato «Maydaeen», suggeriscono che Ghazali potrebbe essere in realtà caduto vittima di un regolamento di conti all’interno di ciò che resta delle gerarchie del Baath, dove l’ultima cosa che conta sono i profitti a molti zeri. Secondo tale versione Ghazali, nominato da Assad capo dell’intelligence politica nel 2012 dopo l’eliminazione di molti alti generali in un attentato dei ribelli, era al centro del traffico di carburante che consente al regime di continuare ad operare, vi sarebbe stato un forte alterco sulla suddivisione dei profitti e i suoi partner-rivali lo avrebbero eliminato. C’è anche un terza pista possibile, secondo i notiziari radio serali a Beirut, ovvero l’ipotesi che Ghazali sia caduto in disgrazia a seguito di uno scontro politico con Rafik Shehadeh, capo dell’intelligence militare, dovuto ad un dissidio sui rapporti con gli Hezbollah di Hassan Nasrallah. Ghazali infatti era originario dalla regione di Daraa, nel Golan siriano, e si opponeva alla scelta di Shehadeh di farvi insediare gli Hezbollah libanesi.

Potere in declino
Un sintomo di tale disaccordo risale a qualche settimana fa quando i soldati siriani fecero saltare in aria la casa di famiglia di Ghazali a Daraa e lui accettò passivamente una punizione che di fatto troncava il legame con la terra d’origine. Che tratti di un’esecuzione di regime o di una faida fra gli ultimi gerarchi del Baath, il mistero della morte di Rustom Ghazali sembra rivelare l’accresciuto indebolimento interno del clan degli Assad.

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