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Informazione Corretta Rassegna Stampa
26.04.2015 Un 25 aprile fuorilegge
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 26 aprile 2015
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Un 25 aprile fuorilegge»

Un 25 aprile fuorilegge
Commento di Deborah Fait


Manifestanti contro la Brigata ebraica ieri a Milano: sono loro gli eredi dei nazisti

La feccia rossobruna, i fascisti rossi e neri hanno dato meglio di sé, non c’è che dire. Ci aspettavamo la loro solita performance di odio che si ripete ogni anno ma credo proprio che ieri abbiano superato la normale decenza del vivere civile. Gentaglia scatenata, bava alla bocca, gente comune, non criminali, gente che incontriamo per la strada tutti i giorni, padri e madri di famiglia malati di odio, gentili signore che, sventolando le bandiere del terrorismo, mostravano il dito medio e sputavano al passaggio della bandiera della Brigata ebraica, urlando isteriche – sionisti carogne tornate nelle fogne - senza sapere, nella loro crassa ignoranza, che l’originale di questo slogan era stato coniato proprio per loro, i fascisti. Quindi nelle fogne devono tornare quelle gentili signore urlanti e i loro compari che oggi hanno dato sfogo a tutta la volgarità del loro odio antisemita.

I discorsi di democrazia e libertà pronunciati dai palchi altro non sono stati che vuota e ipocrita retorica, la realtà italiana è ancora e sempre il fascismo nelle due tonalità rosse e nere, due ideologie che dovrebbero stare nell’immondizia della storia e invece stanno ancora ammorbando l’Italia. - Vogliamo tutto - urlavano – lo stato di Israele deve essere distrutto -, - Sionisti, fuori dal corteo -urlavano, - fascisti - urlavano verso chi portava il vessillo di chi aveva dato la vita per liberare l’Italia.

Hanno gettato fango sulla Liberazione, hanno sventolato le bandiere di un gruppo di terroristi, hanno offeso non solo la Brigata ebraica ma tutti quelli che sono morti per un ideale di libertà. Hanno oltraggiato i vivi di oggi, hanno sporcato, hanno infangato un’intera nazione. Mi sono vergognata di essere italiana e so che tanti come me hanno provato quel senso di disagio, rabbia, vergogna, umiliazione che invade l’animo di fronte a manifestazioni di volgare, bestiale e inutile odio. Mi aspetto le scuse del sindaco di Milano, mi aspetto le scuse di Renzi, mi aspetto le scuse del Presidente Mattarella agli italiani che non hanno partecipato allo scempio, agli ebrei e a Israele. Mi aspetto che si inchinino davanti a quella bandiera gloriosa che la feccia fascista ha insultato, aggredito e oltraggiato.


Un francobollo israeliano commemnora Enzo Sereni

Domenica 26 aprile, nella sala dell’indipendenza di Tel Aviv, verrà ricordato Enzo Sereni, l’italiano più famoso in Israele cui sono state dedicate strade in ogni città israeliana e addirittura un kibbuz, il Netzer Sereni. Romano, laureato in filosofia all’università di Roma, Enzo Sereni emigrò nell’allora Mandato Britannico di Palestina nel 1927 e fu tra i fondatori del kibbuz Givat Brenner vicino a Rehovot. Fu ufficiale nella Brigata ebraica, per tre anni combattè in Italia poi fu mandato a prendere contatto con le comunità ebraiche in Egitto e in Iraq per formare un’unità di paracadutisti ebrei nell’esercito Britannico. Il 15 maggio del 1944, quattro anni prima della fondazione di Israele, fu paracadutato in Italia per portare aiuto agli antifascisti e cercare di salvare gli ebrei. Catturato dai nazisti fu mandato a Dachau e immediatamente fucilato.

Sua moglie Ada Ascarelli Sereni non fu meno eroica. Indossando la divisa dell’esercito britannico lasciò il kibbuz e , attraverso l’Egitto, arrivò a Napoli per poi viaggiare in Italia e organizzare l’immigrazione ebraica clandestina verso Erez Israel. Morta nel 1998 a Gerusalemme lasciò la storia della sua vita, del suo antifascismo, dell’amore per il suo popolo in un libro, “I clandestini del mare”.

Purtroppo, alla luce degli avvenimenti odierni si può soltanto pensare, con tristezza e tanto schifo, che l’Italia debba ancora essere liberata, che i fascisti, rossi o neri, non sono scomparsi. A Milano, a Cagliari, persino a Roma dove la Brigata non ha sfilato, hanno attaccato cartelli pieni di insulti e hanno vomitato il loro odio. Sono indignata, rabbiosa e addolorata ma soprattutto provo tanto schifo per quegli isterici e indecenti individui che hanno dimostrato una volta di più e una volta di troppo che l’Italia, dove sono nata e vissuta, è ancora un paese in cui l'antisemitismo è radicato, dove io, ebrea e sionista, non potrei ma soprattutto non vorrei più vivere.

Pubblico con piacere il comunicato stampa dell’Associazione Memoriale Sardo della Shoah, presente alla manifestazione di Cagliari:

“Comunicato Stampa dell'Associazione Memoriale Sardo della Shoah. L'Associazione esprime estrema costernazione ed estremo sconcerto per gli avvenimenti di stamane durante il Corteo del 25 Aprile , dove il direttore dell'Associazione insieme alla collaboratrice esterna Gabriella Bitto erano presenti , insieme agli amici dell'Associazione Chenabura allo scopo di ricordare, con le bandiere specifiche, il contributo della Jewish Brigade alla liberazione del Paese. Già dal principio si è respirato attorno alla persona del direttore dell'Associazione uno strano ambiente da parte di alcune persone che si avvicinavano e guardavano storto. Durante il corteo non poche sono state le provocazioni e perfino gli sputi per terra durante il corteo rivolti verso la zona dove si trovavano il Matta e gli altri manifestanti con le bandiere con la stella di David. A queste si è cercato nei limiti del possibile di non rispondere andando avanti. Purtroppo, nessuno poteva immaginare che non sarebbe stato consentito a nessuno dei partecipanti di stare sul palco con la bandiera della brigata, il direttore ha provato per alcuni minuti, ma è stato coperto da una marea di insulti e di inviti a "Scendere giù con quella svastica" (??) dal palco e infine invitato a scendere perché nel palco potevano restare solo bambini come precedentemente accordato dall'organizzazione. Tuttavia è saltato subito agli occhi che vi erano ben due bambini che tenevano simboli filo palestinesi accompagnati da una frase di Gramsci. Era evidente la manipolazione di questi due piccoli. Infine, la cosa peggiore: un manifestante ha aggredito verbalmente il direttore dell'Associazione e gli altri 3 amici della Associazione Chenabura e, dalle parole, è poi passato ai fatti strattonando a sé Alessandro e tentando di strappargli via la bandiera. Per fortuna è stato immediatamente fermato.

L'episodio è molto grave, ed è, come già ha dichiarato l'Amico Mario Carboni di Chenabura, il segno di un ampio antisemitismo risorgente in questo periodo. E' da denunciare il fatto che sotto un certo senso "ci si aspettava" una simile aggressione, se non addirittura una più grave. E' infatti da questa estate che il profilo facebook di Alessandro Matta è mostrato in giro per la rete in vari gruppi e profili filo palestinesi con minacce del tipo "Se il 25 aprile si ripresenta quel ragazzino con quello straccio, lo prendo a calci in culo". L'Associazione Memoriale Sardo della Shoah denuncia questo episodio, ultimo di una lunga serie, e spera che in futuro mai avvengano di queste situazioni.

Alessandro Matta, Direttore Associazione Memoriale Sardo della Shoah”.

Aveva ragione Ennio Flajano: “I fascisti sono divisi in due categorie: gli antifascisti e i fascisti”.
Vergogna Italia!


Deborah Fait
Gerusalemme Capitale di Israele, unica e indivisibile


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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