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La Stampa Rassegna Stampa
25.04.2015 L' imam sembrava una brava persona. Ma la Digos scopre che è un cassiere dei terroristi
Cronaca di Marco Birolini

Testata: La Stampa
Data: 25 aprile 2015
Pagina: 9
Autore: Marco Birolini
Titolo: «'L'imam sembrava una brava persona'. Ma per la Digos è un cassiere della jihad»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 25/04/2015,  a pag.9, con il titolo " 'L'imam sembrava una brava persona'. Ma per la Digos è un cassiere della jihad ", l'articolo di Marco Birolini.

L'Unione Sarda
L'imam al momento dell'arresto

" Una brava persona ". Al centro islamico di Zingonia descrivono così Hafiz Muhammad Zulkifal, il predicatore pakistano dall’aspetto pacifico che insegnava il Corano ai numerosi connazionali della zona. La Digos di Bergamo, che lo ha arrestato ieri all’alba su ordine della Dda di Cagliari, la pensa diversamente. Si scopre così che l’uomo, che ha 43 anni, sposato e padre di sei figli originario di  Swabi (a 100 chilometri e rotti da Abbottabbad), era tenuto d’occhio da parecchio tempo dalla polizia. Così come è monitorata costantemente l’umanità che gravita attorno al centro islamico e ai famigerati palazzoni che lo sovrastano in città tristemente conosciuti come luoghi abitualmente frequentati da abusivi, clandestini e spacciatori.
Comune e Regione hanno già deciso di abbatterli, ma non è facile convincere tutti ad andarsene. E proprio questo era il terreno su cui Zulkifal, secondo gli investigatori, seminava le sue parole incendiarie: sermoni sopra le righe, buoni per spingere le menti deboli tra le braccia degli estremisti. «Questo arresto è il risultato di un attento e capillare controllo del territorio da parte dello Stato» sottolinea il sindaco di Bergamo Enea Bagini.
L’inchiesta dice che il predicatore era impegnato anche nella raccolta di fondi da spedire in Pakistan per finanziare l’attività terroristica: si muoveva molto, spesso si spingeva anche tra le comunità pakistane del Bresciano. Ricopriva a quanto pare un ruolo di spicco nell’organizzazione integralista smantellata in Sardegna, anche grazie all’influenza che esercitava dall’alto della sua carica di dirigente del movimento religioso Tablig Eddawa (Società della Propaganda). Zulkifal si trovava ormai da diversi anni in Italia, e ufficialmente risulta disoccupato. Sbarcava il lunario proprio con le lezioni islamiche e stava avviando le pratiche per chiedere la cittadinanza italiana.
Gli agenti lo hanno raggiunto a Pognano, nella Bassa bergamasca, dove viveva in una cascina ristrutturata nel centro del paese, insieme ad altre undici famiglie, dieci delle quali sono italiane. In quella piccola comunità nessuno aveva mai sospettato nulla anche perché - così raccontano oggi dopo aver visto il suo arresto e il cortile che si è riempito di poliziotti - barba lunga a parte, non dava nell’occhio.
Chiaro che lo schieramento di forze qualche dubbio lo ha sollevato. Quando la polizia ha bussato alla sua porta, ha aperto e non ha opposto resistenza. Ha collaborato durante la perquisizione ed è salito sulla volante accennando persino un sorriso. La Digos gli ha portato via il pc e alcuni documenti, che ora saranno passati ai raggi X. Così si capirà se Zulkifal era davvero una «brava persona» o, piuttosto, un cassiere della jihad.

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lettere@lastampa.it

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