Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/04/2015, a pag. 25, con il titolo "Così finì lo Scirè, incubo degli inglesi", il commento di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari e il suo recente libro "Il Califfato del terrore"
Il sommergibile Scirè nel giorno del varo, nel 1938
Fu un rudimentale sistema radar inventato dall’esercito britannico a consentire l’affondamento del sottomarino italiano Scirè nel 1942: a svelarlo è lo studio realizzato da un team di ricercatori, italiani e israeliani, pubblicato da Cathedra, la rivista dell’Istituto Ben-Zvi di Gerusalemme.
Inaugurato nel 1938, dopo l’entrata dell’Italia nella Seconda guerra mondiale lo Scirè era diventato l’incubo della Royal Navy britannica per aver messo a segno una serie di imprese non comuni, come due assalti riusciti nel porto di Alessandria d’Egitto. A scoprire la contromisure adottata dai britannici sono stati l’archeologo marino israeliano Ehud Galili, l’italiano Fabio Roberti e i ricercatori Richard Walding, Shahaf Galili e Baruch Rosen: hanno trovato sepolti sui fondali del porto di Haifa alcuni grandi tubi metallici realizzati dalla Siemens London, ditta tedesca che aveva avuto una sede lungo il Tamigi fino all’inizio del conflitto. I cavi elettrici al loro interno venivano adoperati come un rudimentale radar perché erano capaci di raccogliere i segnali del passaggio di grandi vascelli e comunicarli a bassa tensione a un centro di monitoraggio posizionato a terra. Un sistema di difesa marina che l’Impero britannico creò davanti a tutti i suoi maggiori porti e dunque anche a quello di Haifa, dove c’erano le scorte di combustibile destinate alle navi da guerra che operavano nel Mediterraneo orientale.
Il 24 giugno 1942 l’intelligence britannica - che aveva decodificato il codice Enigma adoperato dalle truppe dell’Asse - intercettò un messaggio del quartier generale navale a Roma, inviato a Rodi, sull’invio di un «pacco» e si convinse che si trattava di una squadra di incursori che sarebbe salita a bordo dello Scirè per mettere a segno un nuovo raid. Pochi giorni dopo un aereo spia tedesco sorvolò Haifa e gli inglesi pensarono che quello era il nuovo obiettivo designato del sommergibile italiano. Quando il rudimentale radar sottomarino, il 10 agosto 1942, segnalò il passaggio di un grande vascello che a occhio nudo nessuna vedetta aveva osservato, scattò l’agguato allo Scirè: venne investito dal fuoco di uno squadrone di artiglieria dalla costa e dal lancio di bombe di profondità da una nave britannica. Tre colpi andarono a segno. Segnalato dai cavi di Siemens London alle 15,09, lo Scirè affondava alle 15,54, provocando la morte di tutti i 50 membri dell’equipaggio.
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