Gentile Redazione,
vi invio copia di una mia email al Manifesto relativa all'articolo di Bevilacqua sul 25 Aprile.
Cordiali saluti
Daniele Coppin
Il vostro giornale, nella sua furia ideologica antiisraeliana, non riesce più a nascondere la propria ostilità antiebraica che ha un nome ben preciso: antisemitismo. Ero tentato di contestare punto per punto gli errori, le omissioni e le menzogne dell'articolo, ma mi sono reso conto che non si tratta di singole parti da contestare ma tutto l'articolo nel suo insieme.
Un articolo che trasuda pregiudizi e odio in ogni sua frase e che, per chi ha visitato lo Yad Vashem a Gerusalemme, potrebbe trovare benissimo posto nella sala dove sono riportati gli esempi della propaganda nazista sui media dell'epoca.
Accusare "gli ebrei" italiani, oltre ad essere una palese manifestazione di antisemitismo, rappresenta un vero e proprio incitamento all'odio e alla violenza antiebraica nonchè un viatico al terrorismo.
Mi auguro, per l'incolumità di noi Ebrei e di chi ci è amico e vicino, nonchè delle forze dell'ordine e delle forze armate che con dedizione e sensibilità si prodigano nella protezione dei luoghi di culto e delle istituzioni ebraiche che non si verifichino episodi di violenza antisemita di cui sareste complici morali. Quanto alle sciocchezze che l'articolo propina una, più di altre, merita comunque una risposta.
E' falso affermare che il dissenso della Brigata Ebraica e dell'Aned siano dovuti alla "presenza di organizzazioni palestinesi all'interno del corteo, ree di aver criticato il governo di Israele e di non volere nel corteo la bandiera di quello stato". Il motivo è che i Palestinesi non c'entrano niente con il 25 Aprile, la Brigata Ebraica e l'Aned sì. Ma per chi ripropone stereotipi antiebraici in chiave moderna ma, nella logica, del tutto simili a quelli della Germania nazista e dell'Italia fascista evidentemente è tutto normale.
Daniele Coppin
Perfetto il paragone con la propaganda nazista contro gli ebrei. Ci lascia sempre stupiti il silenzio di alcuni giornalisti del Manifesto di fronte a posizioni come quella espressa dal Bevilacqua. Ma forse ci sbagliamo, di giornalisti così al Manifesto non ce ne sono.
IC redazione