La prima conseguenza degli accordi di Losanna: una nuova minaccia di guerra
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A destra: Nel frattempo, in Iran continua la corsa alla Bomba: "Negoziate ancora per un paio di settimane..."
Cari amici,
Se avete fatto attenzione, ieri avete potuto leggere sui giornali una notizia importante, anche se come al solito non le è stato dato il giusto rilievo. Sto parlando della decisione di Putin di procedere alla fornitura dei razzi antiaerei S-300 all'Iran (qui trovate l'articolo di Molinari sulla Stampa, come al solito il migliore sull'argomento: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=57869). L'annuncio viene ancora prima che l'accordo di Losanna sia concluso e che sia abolito, in seguito al trattato che si firmerà forse a giugno l'embargo alla vendita di armi all'Iran decretato dall'Onu. Ci sono diversi aspetti di questa notizia, che meritano di essere citate. La prima è che la corsa al commercio con l'Iran è già partita; la Russia per prima incassa il premio per il suo sostegno al regime degli ayatollah, ma in fila ci sono tutti gli altri, compresa l'Italia (http://www.jpost.com/Breaking-News/Italian-FM-says-Rome-will-be-among-first-to-reopen-economic-ties-with-Tehran-once-sanctions-lifted-398132). E' un affare da decine di miliardi di dollari, che si basa sullo scongelamento del commercio petrolifero dell'Iran, che è (ma forse bisogna dire era) anch'esso soggetto all'embargo, per via delle sanzioni decise dall'Onu.
Il senso fondamentale della trattativa di Losanna è stato questo: in cambio di un accordo provvisorio e molto dubbio sulla limitazione dell'arricchimento dell'uranio al grado di esplosivo nucleare, l'Iran si ritroverà più ricco di decine di miliardi. Si potrebbe dire che questa è un'ottima cosa, migliorerà il commercio mondiale, darà nuovi clienti all'industria europea e migliorerà il tenore di vita della popolazione: tutte ottime cose, naturalmente, che sono abbondantemente spiegate dai sostenitori dell'accordo. Sennonché... la prima cosa che il regime ayatollah compra non sono forniture di pasta Barilla o di abiti di Armani (o più seriamente infrastrutture produttive, come potrebbe essere una nuova fabbrica di automobili dalla Fiat). Ma invece: armi. Badate, il sistema antiaereo fornito dalla Russia non è uno scherzo, è probabilmente uno dei migliori se non il migliore al mondo (http://old.nationaldefense.ru/5374/5513/index.shtml?id=7719) e non è affatto detto, per esempio, che l'aviazione israeliana (o quella americana che non è più avanzata, solo più vasta) siano in grado di superarlo, come spiega in questa intervista un ex generale dell'arma aerea di Israele (http://www.jpost.com/Israel-News/IAF-must-invest-a-lot-to-overcome-S-300-system-if-it-ends-up-in-Syrian-Iranian-hands-398047). E naturalmente costa in proporzione.
Ma, dice Putin, i sistemi antiaerei sono per loro natura difensivi, “non minacciano Israele” (http://www.askanews.it/nuova-europa/putin-rassicura-netanyahu-s300-a-iran-non-e-minaccia-a-israele_711478050.htm). Si limitano a difendere l'Iran da una possibile aggressione. E' una bugia, come Putin sa benissimo, avendo fatto ripetutatamente fuoco e fiamme contro l'istallazione di antimissili in Polonia e avendo addirittura di recente minacciato la Danimarca di trasformare le sue navi in bersagli per le armi atomiche se avesse partecipato al sistema di allarme della Nato (http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/denmark/11487509/Russia-warns-Denmark-its-warships-could-become-nuclear-targets.html). Il punto è che nella guerra moderna l'acquisizione della superiorità aerea è la condizione preliminare di ogni battaglia. E i S-300 minacciano la superiorità aerea americana (e quella israeliana) non solo sull'Iran, ma anche su tutto il Medio Oriente. I sistemi di razzi di cui stiamo parlando sono infatti facilmente trasferibili, perché montati su camion. Dunque si verifica subito che in conseguenza all'accordo di Losanna (http://www.jpost.com/Israel-News/Politics-And-Diplomacy/Yaalon-Russias-S-300-deal-with-Iran-is-direct-result-of-Lausanne-agreement-398035) quel che viene minacciata è l'egemonia americana sull'intero teatro mediorientale (http://www.jpost.com/Middle-East/Russias-missile-deal-with-Iran-challenges-US-influence-in-Mideast-398129). Niente impedirà infatti all'Iran di fare arrivare il sistema in Siria e Iraq, dove ha già ufficialmente le sue truppe, e magari di passarlo in Libano a Hezbollah e magari ai suoi alleati in Yemen, se la guerra dovesse prolungarsi. Niente, salvo attacchi preventivi di Israele, che li ha già annunciati ed eseguiti tre o quattro volte negli scorsi anni (http://www.globalresearch.ca/israel-joins-forces-with-isis-tel-aviv-bombs-syria-for-sixth-time-in-18-months/5425799) per evitare la fornitura di sistemi d'arma avanzati (anche questi di fabbricazione russa) agli Hezbollah, che li userebbero per evitare la deterrenza israeliana e far ripartire una nuova guerra. Israele si difende; Obama traccia “linee rosse”, che come nel caso delle armi chimiche siriane e in questo caso poi non fa rispettare (http://counterjihadreport.com/2015/04/14/russian-missile-sales-to-iran-cross-white-house-red-line/): il modo migliore di perdere la faccia in un contesto pericoloso come il Medio Oriente, dove solo la forza è rispettata.
In sostanza, questa vendita mostra la pericolosità dell'accordo di Losanna (http://www.jpost.com/Israel-News/Politics-And-Diplomacy/Israel-Russian-decision-on-S-300-anti-missile-system-proves-dangers-of-Iran-deal-397971) e la fornitura russa, che probabilmente include personale di addestramento e di manovra di questi missili potrebbe includere il rischio di un nuovo conflitto in Medio Oriente, che potrebbe includere anche le superpotenze (http://www.breitbart.com/national-security/2015/04/13/russia-sells-s-300-missiles-to-iran-starts-countdown-to-israeli-attack/). Come dire, all'inverso del motto romano: si vis bellum, para pacem.
Ma c'è un'ultima considerazione da fare su questa vendita così pericolosa. Se l'Iran è in buona fede nell'aderire all'accordo di Losanna, che bisogno ha di un sistema antiaereo diretto soprattutto contro gli Stati Uniti? Se Obama dice a Israele che dovrebbe fidarsi della garanzia americana e non pensare a difendersi da sé, perché non dovrebbero fidarsi della garanzia americana gli ayatollah, sempre che intendano rispettare il trattato? E se non vogliono essere aggressivi, perché hanno lottato per escludere dal trattato i missili intercontinentali di attacco che stanno sviluppando? E perché hanno insistito (con successo) per mantenere le istallazioni segrete sotterranee di Fordo? E perché vogliono continuare ad arricchire l'uranio, se non per farne esplosivo nucleare? Perché non eliminano le centrifughe che servono all'arricchimento, ma hanno accettato solo di staccarne alcune? Perché un paese pacifico, come si presentano, un paese che vuole regolarizzare la sua posizione col mondo, avrebbe bisogno di tutte queste strutture che possono servire solo alla preparazione dell'arma atomica?
La ragione è evidente: l'Iran continua a volere la Bomba. Costretto dalle sanzioni, ha intrapreso un meccanismo di mascheramento e rinvio. Ma appena si sentiranno pronti (giustificati teologicamente dal precedente della celebre rottura delle tregua che Maometto aveva concluso dopo una sconfitta contro i nemici della Mecca e che stracciò appena riorganizzate la sue forze), gli ayatollah approfitteranno del primo incidente, o ne creeranno uno, per tirar fuori il loro armamento atomico e difenderlo contro qualunque attacco anche grazie a questi S-300. E il mondo, di fronte al loro ricatto, non potrà che ringraziare Obama, sperabilmente già in pensione.
Ugo Volli