Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/04/2015, a pag. 12, con il titolo "Assad o Isis il dilemma palestinese", il commento di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari e il suo recente libro "Il Califfato del terrore"
Siria in equilibrio tra Assad e Stato Islamico
«Possiamo proteggervi con le armi, ma dovete sostenere il presidente Assad»: con queste parole il viceministro degli Esteri siriano, Faisal Meqdad, ha risposto alla richiesta di soccorso presentata da Ahmad Majdalani, l’inviato dell’Olp incaricato da Abu Mazen di trovare una via di salvezza per i 16 mila palestinesi del campo di Yarmuk minacciati da un’emergenza umanitaria nonché quasi completamente nelle mani dei miliziani dello Stato Islamico (Isis). I jihadisti considerano i profughi palestinesi nemici perché sono stati in passato protetti e foraggiati dai regimi del Baath, a cominciare da quello di Hafez al Assad, padre di Bashar.
Da qui le violenze, anche brutali, avvenute dall’inizio dell’occupazione del campo. Ma quando gli inviati palestinesi hanno chiesto aiuto al regime, la risposta è stata: «Prima dichiarateci fedeltà, corale». Il motivo è che, dall’inizio della guerra civile siriana nel 2011, Hamas si è battuta con i gruppi jihadisti sunniti contro il regime e dentro Yarmuk ci sono proprio le brigate di Hamas. È stata la scelta di Hamas di schierarsi con i fondamentalisti anti-Assad che ha portato il suo leader all’estero Khaled Mashaal ad abbandonare Damasco per rifugiarsi in Qatar e in Turchia. Il regime ha vissuto la scelta di Hamas come un tradimento e quando la scorsa estate vi è stata la guerra a Gaza con Israele, non ha espresso o soliti sostegni, neanche verbali.
Ecco perché Assad percepisce la possibilità di chiedere agli inviati di Abu Mazen di «unificare i palestinesi a sostegno del governo» obbligando di conseguenza Hamas a cessare gli attacchi al regime. Anwar Abdul Hadi, alto funzionario dell’Olp, spiega che «le autorità siriane sono pronte a sostenere i palestinesi anche con le armi al fine di allontanare Isis dal campo» ma c’è un prezzo politico da far pagare a Hamas per aver sfidato il raiss. La decisione spetta ora al presidente palestinese che a Ramallah, si trova di fronte a una scelta non facile: accettare la protezione di Assad può far finire in fretta l’incubo a Yarmuk, ma rischia di trasformare ogni palestinese, siriano e non, in un nemico del’Isis. Senza contare il rischio di brusche reazioni di Hamas che, pur di salvare i propri uomini a Yarmuk, potrebbe far crollare il governo di unità nazionale.
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