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Commento di Deborah Fait
Otto e mezzo. 6 aprile 2015.ore 20.30 TV7 Conduttrice Lilli Gruber.
In studio Lucio Caracciolo, direttore Limes; Francesca Campana, filosofa; Annalisa Milani, cooperante.
Titolo trasmissione: Massacri in nome di Dio.
http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila7/massacri-in-nome-di-dio-06-04-2015-151592
Otto e mezzo, diretto da Lilli Gruber
In mezz’ora di trasmissione si possono dire molte stupidaggini e il programma della Gruber ha fatto, come dire, il pieno! Considerando le ideologie passate e presenti della conduttrice e dei suoi ospiti, non ci si poteva aspettare niente di meglio se non le solite cose, i soliti luoghi comuni, allusioni, giustificazioni e compagnia bella. Ma veniamo al dunque, quando si raccontano le violenze in Medio Oriente è inevitabile parlare di islam e di musulmani ed è inevitabile, visto che viviamo in un mondo sbagliato e alla rovescia, cercare in tutti i modi di giustificare non tanto la barbarie, impossibile da negare, dell’IS quanto l’islam in generale.
La Gruber continuava a alludere, nel suo modo grazioso e subdolamente diplomatico, all’islam religione di pace e di amore mettendo sempre un punto interrogativo alla fine quasi a cercare conferma “ma in realtà l’islam non è questo...vero? l’islam è religione di pace...?”
Dunque accanto al mantra “Questo non è l’Islam”, vanno aggiunti altri ritornelli di cui si riempiono la bocca i vari conduttori e intellettualoidi della nostra TV: “muoiono più musulmani che cristiani...l’Islam è una religione di amore e di pace...lo dice il Corano”!
Che sia ignoranza o propaganda? Credo sia solo un giochetto furbo e disonesto fatto sulla pelle degli telespettatori cui non si richiede di essere esperti in storia dell’Islam, quindi facilmente turlupinabili da notizie false o inesatte. Che i musulmani si ammazzino tra loro dall’epoca di Maometto non è un segreto, che i musulmani delle varie correnti, sciiti, sunniti, salafiti, wahabiti ecc. si siano sempre reciprocamente accoppati con grande ferocia, non è un mistero, lo fanno da 1500 anni. Allora? Perché meravigliarsi o fingere di meravigliarsi se in un mondo islamico, dove gli ebrei sono esclusi e i cristiani sono pochi e perseguitati, i terroristi ammazzano soprattutto musulmani?
Caracciolo è arrivato a dire “non credo che chiedano il certificato di battesimo prima di ammazzare la gente” dimenticando che nel campus in Kenya i tagliagole di Al Shabaab hanno diviso i ragazzi cristiani da quelli musulmani esattamente come facevano i terroristi palestinesi quando dirottavano gli aerei e separavano gli ebrei dai cristiani.
A proposito, niente Je suis Kenya? 148 ragazzi cristiani (e il numero è per difetto) ammazzati e decapitati in nome di Allah, e nessuno ne parla più? Vergognatevi, dove sei pacifista vigliacco, dove sei? Perché non gridi Je suis Kenya, Je suis Yarmuk? Je suis Yemen? Perché non salite, pacifascisti dei miei stivali, sulle barche per andare a portare palloncini colorati e medicine scadute e armi come facevate a Gaza urlando “Israele assassino”. Solo quando Israele si difende vi mobilitate? Dov’è finito Vauro che urlava come un matto contro Israele, all’epoca della Mavi Marmara?
Vabbè, andiamo avanti col programma della Gruber: la filosofa Francesca Campana ha annunciato con aria beata che in maggio al “Festival delle religioni” che si terrà a Firenze, sarà ospite d’onore l’Imam del Cairo, lo sceicco Ahmed al-Tayeb, rappresentante di spicco dell’Islam moderato. “Lo accoglieremo con grande gioia” dice la filosofa con aria spirituale come se arrivasse il messia, forse ignara di alcune esternazioni del “moderato” dopo l’assassinio del pilota giordano da parte dell'IS.
http://www.asianews.it/notizie-it/Al-Azhar:-Uccidete,-crocifiggete,-amputate-i-terroristi-dello-Stato-islamico-33377.html
http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/11752737/Isis--la-Giordania-bombarda-Mosul.htm
“Ahmed Al Tayeb, grande imam della moschea egiziana di Al Azhar al Cairo e massima istituzione sunnita (la stessa fazione a cui appartengono i miliziani del Califfato di Al Baghdadi), ha lanciato un proclama attraverso l'università di Al Azhar esprimendo riguardo all'ultima terrificante esecuzione "profonda indignazione per questa azione terrorista ignobile che esige la sanzione indicata dal Corano per questi tiranni che corrompono e che fanno la guerra ad Allah e al suo messaggero. Devono essere uccisi, crocifissi e bisogna tagliare loro le mani e i piedi". Beh, di fronte a simile moderazione mi auguro che la Campana si copra molto bene il capo per non incorrere nelle ire dello sceicco e tenga, eventualmente, per sicurezza, le mani in tasca.
Lucio Caracciolo, incoraggiato dalla Gruber, ha citato il numero 3/2015 di Limes intitolato “Chi ha paura del califfo” in cui Umberto De Giovannangeli, giornalista de l’ Unità, scrive “...a Israele il califfo non dispiace”. Detta così, in una trasmissione in cui i concetti vengono tagliati dal tempo limitato, è stata una subdola, perfida e viscida allusione, cercata proprio dalla Gruber, per far credere a chi ascoltava che Israele fosse simpatizzante del califfo. Una vergogna davvero inconcepibile, una vera e propria schifezza dal momento che Israele si è sempre tenuto fuori dalle guerre tra arabi, anche quando arrivavano missili sulle città israeliane all’epoca di Saddam Hussein e, recentemente, dalla Siria sparati da Hezbollah.
Parlando infine dei cristiani che scompaiono dal Medio Oriente, la cooperante Annalisa Milani non ha potuto fare a meno di esporre la sua personale “perla” della serata : ”...nello stesso Israele i cristiani sono una minoranza...”. Gentile Milani, Israele è l’unico paese del Medio Oriente dove i cristiani vivono tranquilli, praticamente in un Giardino dell’Eden, sono cittadini con ogni diritto come tutti gli altri, praticano la loro religione con orgoglio. In tutta Israele, nel periodo natalizio, si vendono alberi di Natale, a Gerusalemme addirittura li regalano a tutti i cittadini di religione cristiana, le vetrine dei negozi sono illuminate più di sempre! Gentile Milani, i cristiani di Israele sono arabi ed essendo gli arabi una minoranza, per quanto importante, i cristiani sono, per forza di cose, una minoranza nella minoranza.
I cristiani scappano dai territori occupati dai palestinesi, Giudea e Samaria che lei, Milani, non saprà cosa sono ma se scrivo Cisgiordania o West Bank capirà senz’altro, vero? I cristiani scappano dai palestinesi, come da tutti gli altri arabi musulmani, Milani, e trovano rifugio in Israele se non emigrano verso gli USA. Si informi prima di dire stupidaggini. Sarebbe interessante uno studio sulla psicologia di molti addetti ai lavori che intervengono in TV: nominano Israele solo in negativo, per il resto quel nome scotta e viene cambiato in Palestina o Terrasanta. Quanto ci voleva alla Milani per dire “anche dai territori palestinesi i cristiani scompaiono e sono ormai una minoranza”? Serviva solo un po’ di onestà intellettuale.
Geo&Geo, diretto da Sveva Sagramola
Trasmissione GEO&GEO, lunedì 6 aprile. Dalle 15.45, minuto 34.48.
Conduttrice Sveva Sagramola.
Tema: collezione crocefissi di madreperla.
In studio Tiziano Cossignani, direttore del Museo maracologico di Cupra Marittima.
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2015-04-06&ch=3&v=498827&vd=2015-04-06&vc=3#day=2015-04-06&ch=3&v=498827&vd=2015-04-06&vc=3
Anche qui purtroppo abbiamo a che fare con l’ignoranza, non si sa se voluta o confezionata ad hoc ma credo che quest’ultima tesi sia quella giusta. Il signor Cossignani ha raccontato la storia interessantissima della lavorazione della madreperla in tema religioso: dall’inizio dei pellegrinaggi, in seguito alla bolla pontificia che dava ai francescani la custodia della “Terrasanta”, anno 1314, “i palestinesi”...incominciarono a lavorare la madreperla per creare oggetti sacri... Nel 1314 esistevano palestinesi? Ma signor Cossignani, suvvia! All’epoca in quella regione vivevano arabi ed ebrei e i “palestinesi”, durante tutto il periodo del Mandato Britannico, erano gli ebrei! Prima, nei secoli, gli altri erano semplicemente arabi e gli ebrei semplicemente ebrei.
Continua il direttore, imperterrito: “nei primi anni del '900 i “palestinesi” emigrarono in Sudamerica per evitare la guerra...se no li avrebbero mandati a morire in prima linea...” Chi? Dove? Quando? Che guerra? Qui entriamo nel surreale della confusione totale. La cosa tragica è che queste storielle vengono credute e allora ecco che qualche fuori di testa si mette a urlare che Israele non deve esistere perché qui sono vissuti i palestinesi da “millenni”.
Come far sapere al direttore, e anche alla Sagramola, che solo nel 1967 gli arabi della regione si sono appropriati del termine palestinesi e che nessun testo, giornale, libro, parlerà mai di palestinesi/arabi prima di quella data. Cosa ci vuole a documentarsi, soprattutto se uno fa il direttore di un museo e va a parlare in TV? Ecco perché posso dire con certezza che l’ignoranza è confezionata all’uopo per imbrogliare la gente. http://www.rai.it/dl/grr/edizioni/ContentItem-9a739b78-84b7-410c-b712-80e95d1fcbdb.html min 00.03.03
E adesso sprofondiamo nel tunnel più buio e profondo: notiziario del TGR1 alle ore 11 dell’8 aprile: “la tragedia di Yarmuk ricorda la strage dei palestinesi di Sabra e Chatila ad opera dell’esercito israeliano” Vi rendete conto? Come si possono dire simili schifose, vergognose bugie? Come può, chi fa informazione, leggere simili veline e non bloccarsi di colpo sapendo di mentire su fatti appurati ormai da più di 30 anni? Come si fa a parlare ancora di esercito israeliano dal momento che tutti dovrebbero sapere che nei campi sono entrati i falangisti libanesi, cristiani maroniti, stanchi e stufi dei massacri (40.000 morti ammazzati) che i palestinesi, comandati da Arafat, compivano da anni in Libano, soprattutto contro i cristiani.
E’ inconcepibile quello che esce dagli organi di informazione. C’è di che esserne spaventati oltre che furiosi. Possibile che in Italia non esista un avvocato in grado di denunciare questa gentaglia quando diffama Israele?
Concludo, amici, ormai sfinita e amareggiata da questo continuo doverci difendere , col TG1 di oggi, 8 aprile, alle ore 13.30 http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/edizioni/ContentSet-c33de60a-a1bf-4300-ac15-b69858f98313-tg1.html?item=undefined
“I terroristi hanno infranto un tabù entrando a Yarmuk e uccidendo il popolo palestinese considerato popolo martire del Medio oriente. “Popolo martire i palestinesi dopo che hanno ammazzato in tutto il mondo, dopo che in Israele hanno sgozzato, ammazzato bambini, famiglie intere, dopo tutto il terrorismo di cui noi siamo stati vittime, dopo i missili, dopo averli visti ballare per le strade ogni volta che un ebreo moriva? Popolo martire i palestinesi che restano “rifugiati” dopo 70 anni, unici al mondo!? Yarmuk esiste dal 1950. Popolo martire i palestinesi? E gli israeliani che in 70 non hanno avuto un solo giorno di pace e di serenità, ammazzati senza pietà dal terrorismo di quei “martiri”?
E i kurdi cui è stato rubato un paese vero che si chiamava Kurdistan e non uno fasullo come la palestina mai esistita e lo scrivo minuscolo perché non c’è, perché non esiste, perché se la sono inventata solo per scacciare Israele! I Kurdi, cui è proibito persino parlare la loro lingua, gasati da Saddam, trucidati dal califfo? A questo è arrivata la propaganda palestinese, una macchina perfetta unta con i soldi del mondo intero e con l’odio che fa dei territori dove abita abusivamente questa popolazione inventata, la zona più antisemita del mondo!
Deborah Fait
“Gerusalemme, Capitale di Israele, unica e indivisibile”