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La Stampa Rassegna Stampa
07.04.2015 Accordi Usa-Iran: ciascuno impugna una versione diversa
Analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 07 aprile 2015
Pagina: 8
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Un'intesa, due versioni: il sì definitivo è lontano»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 07/04/2015, a pag. 8-9, con il titolo "Un'intesa, due versioni: il sì definitivo è lontano", l'analisi di Maurizio Molinari.

A destra: John Kerry con Jawad Zarif


Maurizio Molinari

I governi di Stati Uniti e Iran hanno comunicato in termini diversi i contenuti dell’intesa di Losanna sul programma nucleare di Teheran, evidenziando in particolare cinque differenze che possono complicare il completamento dell’accordo entro la data prevista del 30 giugno. Le divergenze di interpretazione investono i pilastri della «Dichiarazione comune» lasciando trasparire come la volontà politica di raggiungere un’intesa resti venata da disaccordi di sostanza destinati a mettere a dura prova i negoziatori.

1. Il testo dei «Parametri dei Piano d’Azione» pubblicato dal Dipartimento di Stato afferma che «le sanzioni saranno sospese dopo che l’Agenzia atomica dell’Onu (Aiea) avrà verificato il rispetto di tutti i punti-chiave da parte dell’Iran» prevedendo dunque un’abolizione graduale mentre Jawad Zarif, ministro degli Esteri iraniano, in un’intervista tv ripresa dalla «Fars», afferma che «tutte le sanzioni saranno tolte il giorno dell’accordo» dunque immediatamente. Lo stesso Zarif, nella dichiarazione ai giornalisti fatta a Losanna, ha detto «le risoluzioni Onu e le sanzioni degli Stati Uniti e Unione Europea saranno abrogate immediatamente». Sempre sulle sanzioni si registra un’altra divergenza. Il documento del Dipartimento di Stato afferma che «l’architettura delle sanzioni Usa resterà per la durata dell’accordo e tornerà in vigore in caso di violazioni di rilievo», ma Zarif sul quotidiano iraniano «Teheran Times» ribatte: «Dopo la firma le sanzioni non potranno essere reintrodotte». A conferma di un disaccordo di spessore il presidente iraniano Hassan Rohani, citato dal «Teheran Times», aggiunge: «Le sanzioni devono essere rimosse del tutto e non sospese».

2. Per i diplomatici americani le scorte di materiale fissile iraniano saranno ridotte dalle attuali 10 tonnellate a 300 chilogrammi perché «saranno trasferite all’estero» e in particolare Russia (una soluzione ventilata da Mosca stessa) ma il viceministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi, smentisce: «L’esportazione delle scorte di uranio arricchito non è nei nostri programmi, non intendiamo mandarle all’estero».

3. Per il Dipartimento di Stato «l’Iran ha accettato di non arricchire uranio sopra la soglia del 3,67 per cento per un periodo di almeno 15 anni» ma il ministro degli Esteri Zarif, citato dalla tv libanese degli Hezbollah Al Manar, afferma che «sulla base della dichiarazione di Losanna i limiti all’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran saranno in vigore solo per 10 anni sebbene durante i negoziati si sia parlato di un periodo più lungo». Ovvero, l’opzione dei 15 anni è niente altro che un’ipotesi.

4. Alti funzionari della Casa Bianca hanno illustrato ai reporter i contenuti di Losanna spiegando che le verifiche sull’accordo finale si baseranno su un nuovo protocollo dell’Aiea che consentirà accessi a tutti i siti iraniani - l’«intera catena dalle miniere ad ogni impianto» - ma Teheran, nella sua dichiarazione alla stampa fatta in Svizzera, ha negato che firmerà il nuovo protocollo dell’Aiea. Portavoce iraniani hanno successivamente aggiunto per il nuovo protocollo sarà rispettato «su basi volontarie e temporanee» come «misura di confidenza reciproca» e dunque non ci saranno obblighi. Il nodo del nuovo protocollo Aiea è rilevante anche perché investe i possibili aspetti militari del programma iraniano: denunciati dall’Aiea nel 2011 non sono stati ammessi da Teheran e infatti l’impianto di Parchin, dove si sarebbero svolti i test, non è nominato dall’accordo di Losanna. Ma gli americani contano di poterlo ispezionare grazie al nuovo protocollo Aiea. E ancora: funzionari statunitensi parlano di «ispezioni a sorpresa» dell’Aiea ma il portavoce del team iraniano sul nucleare, Behrouz Kamalvandi, citato dalla tv di Teheran, ribatte: «Le ispezioni a sorpresa sono illegali».

5. Il Segretario di Stato americano, John Kerry, ha affermato che «a Fordow sarà bloccato l’arricchimento dell’uranio, non vi sarà alcun materiale fissile e non vi sarà ricerca e sviluppo di nuove centrifughe» lasciando intendere che l’impianto sotterraneo, sviluppato in segreto dall’Iran fino alla scoperta nel 2009 da parte dell’Aiea, cesserà ogni funzione. Ma il presidente iraniano, Hassan Rohani, afferma che «a Fordow saranno installate mille centrifughe, l’impianto resterà aperto per sempre, non chiude».

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