Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/03/2015, a pag. 22, con il titolo "Via il busto dell'antisemita Azzariti", l'intervento di rav Giuseppe Laras, Riccardo Calimani.
Il 29 marzo 2015 IC ha ripreso dal Corriere della Sera un importante articolo di Gian Antonio Stella sul caso Azzariti, introdotto da un nostro commento. Eccolo: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=57700


Rav Giuseppe Laras, Riccardo Calimani

Sergio Mattarella
Illustrissimo Signor presidente della Repubblica,
noi sottoscritti abbiamo letto sul Corriere l’ottimo articolo di Gian Antonio Stella sulla sorprendente vicenda legata alla presenza nella sede della Corte Costituzionale del busto di Gaetano Azzariti, presidente negli anni bui del fascismo dell’indegno e cosiddetto Tribunale della Razza, poi incredibilmente eletto Presidente della Corte Costituzionale negli anni ‘50.
Questo purtroppo non è l’unico, triste e scandaloso caso di «riciclo» di un militante fascista antisemita tra le file degli intellettuali e dei politici dell’Italia repubblicana. È veramente insultante poi, nei confronti della memoria delle innumerevoli vittime del fascismo e dei loro discendenti, apprendere tanto dell’odierno rifiuto di rimuovere dalla sede della Corte Costituzionale il busto di Azzariti, quanto la considerazione del fatto che tale individuo abbia effettivamente potuto ricoprire, complice la «grazia» di Togliatti, prestigiose cariche istituzionali della nostra Repubblica, nel silenzio pressoché generale del mondo politico, culturale, accademico e, specialmente, dell’opinione pubblica.

Gaetano Azzariti
Facciamo appello alla Sua sensibilità di garante delle istituzioni — sensibilità già apprezzata in modo particolare in occasione del ricordo del piccolo Stefano G. Tachè, vittima di un terrorismo nichilista, blasfemo e criminale davanti alla sinagoga di Roma — e chiediamo che Ella ci aiuti, grazie al Suo indiscusso prestigio, a far rimuovere quel busto di marmo da una sede così prestigiosa. Ci rendiamo ben conto che si tratta di un gesto simbolico. Forse in altri luoghi esistono altri «busti» di persone poco rispettabili. Come italiani riteniamo, tuttavia, necessario e doveroso elevare la nostra ferma protesta, esprimere la nostra indignazione e chiedere che questo sopruso e questa vergogna siano cancellati.
Con deferenza e stima.
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