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La Repubblica Rassegna Stampa
28.03.2015 Democrazia o dittatura: con chi sta l'Occidente ?
Analisi di Naor Gilon, Ambasciatore di Israele in Italia

Testata: La Repubblica
Data: 28 marzo 2015
Pagina: 33
Autore: Naor Gilon
Titolo: «I timori di Israele»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/03/2015, a pag.33, con il titolo " I timori di Israele " la lettera di Naor Gilon, Ambasciatore di Israele in Italia.

Caro Direttore,

Mentre il mondo è in lotta contro l' Isis, vi è invece un' umana propensione a rimuovere e ignorare l'esistenza di una minaccia strategica dalle implicazioni drammatiche: l'Iran
Gli obiettivi dell'Isis e dell'Iran sono simili: entrambi mirano ad espandere la propria zona di influenza spinti da un'ideologia religiosa. La minaccia rappresentata dall'Isis appare forse più immediata e brutale, ma le abilità dell'Iran sono infinitamente più sofisticate e così anche la sua influenza.
Mentre l'attenzione è rivolta all'Isis, il regime iraniano continua a sfruttare il caos nella regione per accrescere il suo controllo su stati come Iraq, Siria, Yemen e Libano. Continua a commettere sistematiche violazioni dei diritti umani, esecuzioni, arresti politici e repressione nei confronti di donne e minoranze religiose. Continua a sostenere e ad armare organizzazioni terroristiche, come Hezbollah e Hamas, e a contribuire alla pulizia etnica dei musulmani sunniti per mezzo delle tribù sciite in Iraq.

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Nel corso dei negoziati ( sul nucleare ) conl'Occidente, il regime iraniano
continua a sviluppare la propria capacità nucleare e portare avanti il programma di sviluppo di missili balistici capaci di raggiungere anche l'Europa. Purtroppo, in molte capitali occidentali si è sempre più radicata l'errata convinzione che l'Iran possa essere la soluzione a molti conflitti nel Medio Oriente. L'Iran è invece parte del problema ed è il principale generatore di conflitti. La Repubblica Islamica riesce prima a destabilizzare gli stati della regione, sostenendo poi di poter contribuire, alle proprie condizioni, alla stabilizzazione dell'area. A ciò va aggiunta l'aspirazione iraniana di diventare uno stato nucleare. La smania della comunità internazionale di giungere a un accordo distensivo con l'Iran, alla fine, non porterà ad altro che a una corsa agli armamenti nucleari in tutto il Medio Oriente.
Un accordo non soddisfacente consentirà all'Iran di uscire dall'isolamento politico e di continuare a destabilizzare la regione certo del deterrente nucleare. Si deve raggiungere un accordo durevole, ma è preferibile il contrario piuttosto che un cattivo accordo.

 La linea di frattura nel mondo musulmano è fra sunniti e sciiti. Per anni gli stati sunniti pragmatici sono stati importanti alleati dell'Occidente. Adesso, a causa di un'urgente voglia di "spegnere degli incendi", si levano sempre più voci di disponibilità a sacrificare questa alleanza e a chiudere occhi e orecchie di fronte alla minaccia strategica per la stabilità della regione: il regime iraniano. Questo regime combatte contro l'Isis perché è un suo interesse e non certo perché aspiri a servire gli interessi occidentali. L'incrocio di fanatismo religioso, ferma intenzione di raggiungere lo status di potenza nucleare, volontà di portare a compimento la rivoluzione islamica e la realizzazione di un unico stato sciita è un mix pericoloso. Oggi ai più può sembrare una posizione minoritaria, ma nella storia sono molti i casi in cui erano i "pochi" ad aver ragione.

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