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Ugo Volli
Cartoline
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Che farà Obama? 23/03/2015
 Che farà Obama?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: Barack Obama, Neville Chamberlain (il leader inglese che in nome dell'appeasement consegnò la Cecoslovacchia a Hitler nel 1938 in seguito agli accordi di Monaco). La storia si ripete?

Cari amici,

tutti ci interroghiamo sulla politica di Obama dopo che ha perso le elezioni israeliane, cui per statuto internazionale non avrebbe dovuto partecipare. Molte voci (http://www.rightsreporter.org/ecco-come-obama-vendera-israele-ai-suoi-nemici/) danno per certo un suo rovesciamento delle alleanze, con il voto favorevole ai “confini di Auschwitz” (definizione di Abba Eban per quelli che gli ignoranti chiamano “confini del '67” e che sono le linee armistiziali della guerra che cinque eserciti arabi condussero contro il neonato stato di Israele nel '48-'49). L'uomo è vendicativo e meschino (http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/03/19/obama-guida-la-ritorsione-onu-contro-netanyahu___1-v-126847-rubriche_c335.htm), ma in realtà il piano è vecchio di mesi e ne aveva già accennato Martin Indyk, come vi avevo già anticipato a febbraio: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=0&sez=280&id=57233). E del resto non sarebbe che l'ultimo atto di un odio antico (diciamo pure antisemitismo) cui il presidente americano ha dato sfogo molte volte da quando è al potere (http://www.breitbart.com/national-security/2015/03/20/a-complete-timeline-of-obamas-anti-israel-hatred/). Capisco che molti non ci credano e che contino su un'amicizia fra Israele e l'America, e anche su una popolarità americana di Netanyahu, che regge e aumenta nonostante la campagna di stampa guidata dal New York Times, da alcuni giornalisti come Jeffrey Godberg, da una lobby creata apposta per imbrogliare gli ebrei americani facendo finta di essere filoisraeliana per appoggiare le politiche contrarie (J-Street) e così via.


I cosiddetti "confini del '67" sono in realtà le linee armistiziali del 1949

Aggiungiamo a questa storia il patto con l'Iran che sta per essere firmato. Ormai anche Petraeus (il generale che aveva pacificato l'Iraq prima che Obama lo abbandonasse e che ha fatto anche il capo della Cia) e Luttwack spiegano che l'Iran è assai più pericoloso dello Stato Islamico (http://www.washingtonpost.com/blogs/worldviews/wp/2015/03/20/petraeus-the-islamic-state-isnt-our-biggest-problem-in-iraq/?tid=pm_pop, http://www.lettera43.it/esclusive/luttwak-guerra-all-is-non-va-combattuta_43675163313.htm) e il Führer (pardon, la Guida Suprema) del paese Khamenei continua a minacciare morte a Israele... e anche all'America (http://www.timesofisrael.com/khamenei-calls-death-to-america-as-kerry-hails-progress-on-nuke-deal/). Un atteggiamento paradossale, il vero punto di dissenso fra Israele e Obama (la questione palestinese è così palesemente irrisolvibile che va intesa solo come pretesto per minacciare e danneggiare Israele).

Perché tale follia? Perché mettersi d'accordo con nemici che si dichiarano tali e permettere il loro armamento e dar loro l'egemonia regionale in un contesto cruciale per la vita economica del mondo com'è il Medio Oriente? Sembra insensato. Ma c'è un precedente, su cui vale la pena di riflettere attentamente.

Nel marzo 1938 la Germania invase l'Austria. A settembre il primo ministro inglese Chamberlain firmò gli accordi di Monaco, con Hitler e Mussolini e tornò a Londra annunciando che aveva raggiunto la pace. Il 9-10 novembre del 1938, con la “notte dei cristalli” ebbe inizio la Shoà. Nel maggio del 1939 la Gran Bretagna approvò il “MacDonald White Paper”, che limitava a 75 mila in 5 anni i possibili immigrati legali ebrei in Palestina; una quota che in realtà non fu raggiunta neanche fino all'indipendenza e che naturalmente lasciava fuori dalla porta i sei milioni di ebrei che furono uccisi durante la Shoà, spesso con respingimenti del tutto violenti. Almeno un terzo di loro avrebbe potuto salvarsi, se la Gran Bretagna non li avesse condannati con la sua chiusura della via di fuga in Israele. Il 23 agosto Germania nazista e Unione Sovietica firmarono un patto di non aggressione (detto "Molotov-Ribbentropp”) e subito dopo, il 1 settembre, in maniera evidentemente concordata con Stalin, la Germania invase la Polonia dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale.

La dinamica è la stessa. Tutti erano d'accordo sulla pericolosità del regime nazista. Hitler aveva dichiarato apertamente quel che voleva: guerra, distruzione dei nemici, impero germanico in Europa dall'Atlantico agli Urali, e naturalmente la distruzione degli ebrei. Ma nel momento buono, quando stava preparando la guerra, coloro che poi la subirono più pesantemente (Inghilterra, Francia, Urss), si affrettarono a fargli ponti d'oro. Per piccole ragioni tattiche sacrificarono alleati cui avevano assicurato protezione e lasciarono Hitler libero di sterminare il popolo ebraico. Come disse Churchill a Chamberlain: potevate scegliere fra il disonore e la guerra, avete scelto il disonore e avrete anche la guerra. La stessa cosa deve essere ripetuta oggi per l'Europa e soprattutto Obama: hanno scelto il disonore e avranno anche la guerra. Certo l'Iran non si fermerà e così la Fratellanza Musulmana (che è l'ispiratrice dello Stato Islamico, è in concorrenza con l'Iran per l'egemonia dell'Islam e piace moltissimo a Obama, il quale non può sostenerla, con suo dispiacere, solo perché è stata sconfitta in Egitto). Bisogna vedere se i democratici lo seguiranno (http://www.washingtonpost.com/blogs/right-turn/wp/2015/03/19/will-democrats-follow-obamas-lead-on-israel/?postshare=221426777534415) e in genere i dissensi negli Usa sono maggioritari (http://www.washingtonpost.com/blogs/right-turn/wp/2015/03/20/obama-ignites-a-backlash/). L'uomo però è ostinato e vendicativo ed è chiaro che non rinuncia alla sua Monaco e al tentativo di strangolare Israele.

Ma c'è un ma. Israele non è la Cecoslovacchia, che Chamberlain mandò al macello. Israele ha imparato dalla storia. Israele si difende. L'elettorato israeliano ha rifiutato i Chamberlain locali, nonostante l'enorme sforzo propagandistico ed economico del Chamberlain globale Obama. E fin che Israele regge, la partita non è perduta. Per questo Obama sta cercando di mettere in difficoltà Israele con mozioni all'Onu e altri strumenti internazionali, visto che non è riuscito a distruggerlo dall'interno (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/obama-aides-laying-groundwork-to-betray-israel-at-un-security-council/2015/03/21/). La storia dirà se la sua è solo ideologia e interesse meschino, come nel caso di Chamberlain o tradimento consapevole.


Ugo Volli


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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