lunedi` 21 ottobre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.03.2015 IC7 - Il commento di Davide Romano
Dall'8 al 14 marzo 2015

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 marzo 2015
Pagina: 1
Autore: Davide Romano
Titolo: «IC7 - Il commento di Davide Romano»

IC7 - Il commento di Davide Romano
Dall'8 al 14 marzo 2015


Il progetto del Califfato

Sconfiggere l’Isis a casa sua, sarà un’ottima cosa per la sicurezza di casa nostra. Perché?

Andiamo con ordine. Prima di tutto, la buona notizia: l’esercito iracheno insieme ai miliziani sciiti è entrato nella città di Tikrit per liberarla dai terroristi dell’Isis. Insomma, dopo un anno di continuo ampliamento territoriale, da qualche mese il Califfato non si espande più. E ora inizia addirittura a perdere territori.

La storia insegna che in Medio Oriente, anche quelle che possono apparire come buone notizie (per esempio la sconfitta di Saddam Hussein e la destituzione di Mubarak), possono rapidamente tramutarsi in pessime. In questo caso la brutta notizia potrebbe essere quella di un’iranizzazione dell’Iraq. E’ quindi doveroso adottare una certa prudenza sulle sorti delle vicende mediorientali.

Ma almeno una cosa è sicura: l’eventuale decapitazione dei tagliagole dell’Isis sarebbe una buona notizia per l’intero mondo occidentale. Il fanatismo jihadista infatti fa compiere atti di terrorismo anche in Europa, Stati Uniti e Australia. Ma dobbiamo anche analizzare i dati con freddezza: gli attacchi dell’estremismo islamico sono stati spesso e volentieri opera di singoli fanatici esaltati dalla propaganda dell’Isis. E non di soldati dell’Isis mandati in occidente. E proprio qui sta il punto: se al fanatico togliamo l’esaltazione data dalla prospettiva rivoluzionaria, questo si sgonfia.

Per capire meglio, pensiamo a quanto successo in Europa solo 25 anni fa: una volta caduta l’Urss (il Paese rivoluzionario di riferimento, per tanti occidentali), tanti comunisti hanno dovuto fare i conti con la realtà e mettere i loro sogni rivoluzionari nel cassetto. Il PCI si è sciolto, e chi oggi parla di comunismo non viene preso sul serio. Lo stesso discorso – fatte le debite differenze – vale per i jihadisti. Pensiamo a come dopo l’11 settembre l’intolleranza islamica (esaltata dalle folli gesta dello sceicco del terrore Osama Bin Laden) sia fortemente cresciuta in diverse parti d’Europa. Oppure guardiamo a quanto gli attentati terroristici o le aggressioni dell’ultimo anno siano legati alla crescita e all’esaltazione pro Isis di tanti fanatici.

I terroristi 'fai-da- te' si nutrono della propaganda dell’Isis: non a caso viene loro raccontato che la vittoria è vicina, che il Califfo sta arrivando a Roma, Parigi e Londra. E loro si sentono parte di questo cammino trionfale, vogliono farne parte. Così come tanti europei sostennero il Terzo Reich durante la fase ascendente nel secolo scorso.

Ma è altrettanto vero che nessuno vuole fare parte di un progetto di falliti e sconfitti. E qui sta la chiave del motivo per cui eliminare il Califfato è strategico anche per noi occidentali. Perché solo abbattendo quel regime e mostrando al mondo che è un progetto perdente, potremo sperare di attenuare la fiamma del fanatismo islamico di casa nostra. Tramutiamo il Califfato in un gruppo di sconfitti, e la loro forza di attrazione crollerà. I loro seguaci in Occidente perderanno la speranza di un’imminente rivoluzione jihadista e si sentiranno isolati, senza il riferimento internazionale rappresentato dall’Isis. Togliamo loro la prospettiva ideale del Califfato, e avranno meno motivi per cui combattere e uccidere.


Davide Romano
Portavoce della sinagoga Beth Shlomo di Milano, conduttore televisivo, scrittore, autore di opere teatrali, collabora con La Repubblica - Milano


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT