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La Stampa Rassegna Stampa
14.03.2015 Una grande mostra di Marc Chagall in arrivo a Roma da Israele
La racconta Maurizio Molinari da Gerusalemme

Testata: La Stampa
Data: 14 marzo 2015
Pagina: 27
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Marc Chagall: l'amore per Bella e la Shoah nelle tele in arrivo da Israele»

Apre a Roma una mostra di grande interesse, in arrivo da Israele meravigliosi Chagall. Riprendiamo dalla STAMPA  di oggi, 14/03/2014, a pag.27, con il titolo " Marc Chagall: l'amore per Bella e la Shoah nelle tele in arrivo da Israele " il commento di Maurizio Molinari.


Maurizio Molinari


Marc Chagall

«Ich bin Jude», sono ebreo. È la scritta che campeggia sul corpo di un ebreo crocifisso in una stradina di Vitebsk nel quadro che Marc Chagall dipinge nel 1944 per descrivere la Shoah. È una delle 140 opere del pittore ebreo russo in esposizione a Roma, al Chiosco del Bramante, grazie ad una collaborazione fra il Museo d’Israele e Gerusalemme ed Arthemisia. «Il quadro sulla Shoah è un’opera rara, direi unica di Chagall - spiega Ronit Sorek, curatrice del Dipartimento Stampe e Disegni del Museo d’Israele - perché quando la realizza la guerra ancora non è finita ma lui ne descrive già la distruzione avvenuta, esprime come la percepisce a massacro ancora in corso».

Il titolo Il Crocifisso evoca l’accusa di deicidio per secoli lanciata contro gli ebrei per attestare come abbia portato ai crimini commessi dei nazisti nei confronti degli stessi ebrei. Nel quadro che raffigura più ebrei crocifissi nelle strade innevate dello shtetl travolto dalla violenza nazista c’è un unico uomo vivo che siede sul tetto, guardando gli ebrei morti, inclusa una madre abbracciata al figlio, in terra, assassinati. Quando Chagall lo dipinge era in America, si sentiva isolato, impotente e si ritrova nell’uomo che guarda dal tetto, unico testimone di un villaggio sterminato. Forse è questo il momento in cui matura la scelta di «non tornare più a Vitebsk » aggiunge Ronit Sorek, ricordando come «nell’unica volta che fece ritorno in Bielorussia non volle mettere piede nel suo villaggio natale perché per lui testimoniava la vita ebraica e non voleva vedere come era stato ridotto, trasformato, dalla guerra, forse per non perdere il contatto con la memoria di quella vita ebraica, a cui era legato anche il rapporto con Bella» la moglie incontrata proprio a Vitebsk che sarebbe diventata la sua musa. L’amore per Bella ruota attorno a Promenade, il disegno che porterà al dipinto realizzato su olio e tela fra il 1917 ed 1918. «Bella vola tranquillamente nell’aria» dice Sivan Eran- Lavian, capo delle Esibizioni itineranti del Museo d’Israele, secondo la quale il disegno raffigura un’idea «modesta» dell’amore perché «è realizzato senza tecniche sofisticate e si limita a descrivere l’amore grande che li univa».

È la prima volta che il Museo di Israele porta a Roma le opere di Chagall - la mostra è intitolata Amore e Vita - e l’evento coincide con il 50° anno di vita dello stesso museo. È una coincidenza che fa entrare l’Italia nelle celebrazioni del cinquantenario, che vedono esposizioni inaugurate da Shanghai a Parigi, da New York a Taipei. «Pochi sanno che Chagall fu uno dei fondatori del Museo di Israele - spiega Tania Coen- Uzzielli, titolare delle Mostre in arrivo aRoma per l’inaugurazione - perché quandoTeddy Kollek si lanciò nell’impresa si rivolse agli artisti più vicini al giovane Stato. Andò a trovare Chagall a Parigi e ottenne grande attenzione: la vediamo riflessa nella corrispondenza che seguì, In particolare nella lettera del 27 aprile 1965 quando Chagall esprime il sostegno alla nuova istituzione, che nasce l’11 maggio seguente. Le augura la vita “nei tempi a venire”, e la definisce con il nome di Museo Nazionale che poi avrebbe adottato».
Il rapporto fra Chagall e il Museo è continuato poi con Ida, la figlia avuta da Bella, che negli Anni 90 donò gran parte delle opere esposte a Roma «rappresentando l’amore che Chagall aveva per Bella ma anche che esprimeva, sebbene in maniera diversa, per tutti gli esseri umani» come afferma James Snyder, direttore del Museo d’Israele, nel testo che apre il catalogo.

ROMA CHIOSTRO DEL BRAMANTE VIA ARCO DELLA PACE 5 FINO AL 26LUGLIO

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