Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 14/03/2015, a pag.3, con il titolo "Germania: solo una multa a chi vuol bruciare il figlio gay. E si riabilita il velo " di Noam Benjamin.
Mentre la notizia sulla riammissione del velo in Germaniaè stata ripresa da molti quotidiani, quelle del giovane musulmano rapito a Berlino e minacciato di morte, l'abbiamo letta soltanto sul Giornale nel servizio di Noam Benjamin. La morte di un giovane gay viene quindi valutata 1.350 euro in Germania. In un paese musulmano avrebbe valso una medaglia ai famigliari.
Ecco l'articolo:
Berlino Una multa da 1.350 euro a testa. È questa la pena comminata da un tribunale di Berlino al padre e ai due zii di un quindicenne di origine libanesi che è stato rapito e minacciato di violenza per essere gay. I fatti risalgono al dicembre del 2012 quando il giovane, allora minorenne, sparisce in circostanze misteriose. Sarà l'Interpol a ritrovarlo in un'auto presso il confine fra Romania e Bulgaria e a riportarlo a Berlino. Nasser El-Ahmad non era scappato di casa, perché a casa non abitava più da tempo, avendo trovato rifugio in una struttura di accoglienza. Era stato invece il padre, con l'aiuto di due zii, a rapirlo. Di osservanza musulmana, la famiglia riteneva disonorevole la sua sessualità e voleva porre rimedio al «problema», obbligando Nasser a sposare una ragazza di origine libanese. Quello verso il Libano non è stato certo un viaggio di piacere per l'adolescente. Davanti al giudice, Nasser ha dichiarato di aver subito violenze psicologiche e fisiche: mentre il padre gli assicurava che gli avrebbe tagliato la gola, uno zio lo ha cosparso di benzina minacciando di dargli fuoco. L'altro zio lo ha ustionato con acqua bollente. Per nulla deluso dalla mitezza della condanna inflitta ai suoi parenti, che si sono ben guardati dal presentarsi in tribunale, il giovane ha spiegato ai giornalisti di essere contento: «Ho chiuso questo capitolo della mia vita». La sua storia ha avuto ampia risonanza anche in Libano. «Io non mi nascondo di certo. Non voglio reprimere la mia sessualità». Quello di Nasser - presentatosi nell'aula del tribunale con addosso il badge «Stop homophobia» - non è il primo caso di matrimonio forzato in Germania. Presso la comunità musulmana la pratica è ancora diffusa e solo a Berlino si conterebbero 460 casi, una trentina dei quali avrebbe per vittima dei maschi. La storia del rapimento riaccende i riflettori sulle difficoltà dell'integrazione per parte della comunità islamica (oltre 4 milioni di fedeli) nella Repubblica federale.
Nelle stesse ore in cui il tribunale di Berlino si limitava a multare i rapitori di Nasser, la Corte di Karlsruhe ha definito incostituzionale un provvedimento del Nord Reno Westfalia (il più popoloso Land tedesco nonché quello con la più forte presenza islamica) per vietare alle insegnanti musulmane di usare il velo in classe. Con questa decisione la Corte è tornata sui propri passi: nel 2003 aveva infatti definito ammissibile lo stop al velo se regolato da un'apposita legge statale. D'ora in poi lo chador potrà essere vietato solo in caso di «pericolo concreto» per la pace nelle scuole.
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