La regina Elisabetta può stare tranquilla
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A destra: BDS, il movimento per il boicottaggio delle merci israeliane: bigotto, fondato sul doppio standard, antisemita
Cari amici,
ci ho rinunciato. Devo dirvelo, ci ho rinunciato, non me la sono sentita. A che cosa, chiedete voi? Be', naturalmente, al boicottaggio. BDS, boicottaggio disinvestimenti sanzioni. Non lo farò. Ne ho avuto la tentazione, ma non lo farò, proprio no. A parte il fatto che non ho i soldi per disinvestire da nessuna parte e che non ho il potere per imporre sanzioni a nessuno, mi chiedo perché dovrei danneggiare i poveri studenti e docenti londinesi, almeno quelli innocenti. Vi chiedete che c'entra Londra? Be', non penserete mica che io volessi boicottare Israele, no? Anche se il governo tedesco sostiene che il BDS di Israele e degli ebrei non sia necessariamente antisemita (http://www.i24news.tv/fr/actu/international/europe/63704-150309-l-allemagne-refuse-de-considerer-le-bds-comme-antisemite): è una bella notizia, bisognerebbe farla sapere alla buonanima di Goebbels, che si diede tanta pena per organizzare il boicottaggio degli ebrei per portare avanti l'antisemitismo nazista... E invece il suo “Kauf nicht bei Juden” (http://en.wikipedia.org/wiki/Nazi_boycott_of_Jewish_businesses) era innocente, una pura manifestazione di solidarietà coi poveri musulmani, quelli sì perseguitati...
No, la mia tentazione di BDS è contro le università britanniche ed ha carattere strettamente reattivo, viene da questo scoop di Giulio Meotti (http://simofin.com/index.php?option=com_content&view=article&id=6157:il-soffice-rogo-delluniversita-di-londra&catid=919:firme&Itemid=29), ripresa poi anche dal Corriere (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=57472): duemila e rotti rappresentanti del complesso delle università londinesi hanno votato compatti all'unanimità per il boicottaggio accademico di Israele. Non che in questo momento ci sia una particolare guerra o emergenza, credo. E' un boicottaggio così a prescindere, sull'esistenza di Israele. Come tanti, per esempio quallo lanciato l'anno scorso cui ha aderito anche qualche sparuto antisemita italiano (http://www.focusonisrael.org/2014/10/08/nuovo-boicottaggio-accademico-contro-israele-molti-docenti-italiani-tra-i-firmatari-dellappello-contro-i-loro-colleghi-israeliani/). Se si applica a queste iniziative il criterio sempre utile dell'imperativo categorico di Kant (Agisci in modo che tu possa volere che la massima della tua azione divenga universale), risulta chiaro che gli esimi professori di Londra non hanno altro scopo che rendere impossibile l'esistenza di Israele e dunque del popolo ebraico. Non siamo lontani da Goebbels, come vedete. Con la differenza che almeno il gerarca nazista era onesto e non fingeva di essere buono e progressista.
E allora mi sono detto: nel mio piccolo, dovrei boicottarli anch'io. Non invito più professori inglesi nei convegni che organizzo, non vado ai loro, mi rifiuto di comprare i loro libri. Ma, vedete, c'è questo problema: il boicottaggio è intimamente nazista, perché colpisce tutti, anche e soprattutto quelli che non c'entrano. Trasforma la polemica argomentata in un atto di guerra civile. Nega tutto dell'altro, non solo la politica che disapproviamo. E ovviamente è masochista, perché nello schieramento che boicotti certamente c'è qualcosa di buono e di utile. Infatti i boicottatori di Israele sono incoerenti, perché se davvero volessero evitare di comprare tutto quel che viene dallo stato ebraico dovrebbero rinunciare a tutti i cellulari, a tutti i computer (buona parte della tecnologia che li fa funzionare è nata in Israele), a un bel pezzo di medicina e di agricoltura moderna e a mille altre cose, perfino all'irrigazione automatica dei loro balconi fioriti, che viene dalla tecnologia agraria israeliana per far crescere coltivazioni nel deserto.
La regina Elisabetta ha visitato tutti i Paesi del mondo tranne uno. Indovinate quale?
E dunque no, non li boicotto. Continuerò a non partecipare a iniziative in cui ci siano notori antisionisti/antisemiti, anche se di origini ebraiche. Continuerò a non stringere loro la mano, a non andare ai loro spettacoli, a non occuparmi di loro, a citarli il meno possibile, a cercare senza stancarmi di convincere tutti del loro errore. Ma non boicotterò le università britanniche. La regina Elisabetta (che, a proposito di boicottaggio, in sessantatré anni di regno, pensate un po', non ha mai trovato il tempo per mettere piede nello stato di Israele, mentre è stata in ogni altro paese al mondo) può stare tranquilla.
Ugo Volli