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La Stampa Rassegna Stampa
09.03.2015 Boko Haram: verso uno Stato islamico nel cuore dell'Africa
Cronaca e commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 09 marzo 2015
Pagina: 8
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Boko Haram, alleato chiave per la conquista dell'Africa»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/03/2015, a pag. 8-9, con il titolo "Boko Haram, alleato chiave per la conquista dell'Africa", la cronaca e commento di Maurizio Molinari.


Maurizio Molinari e il suo recente libro "Il Califfato del terrore"


Terroristi di Boko Haram: anch'essi mirano alla costituzione di un Califfato islamico

Boko Haram giura fedeltà al Califfo dello Stato Islamico (Isis) e il network jihadista trova nell’Africa Sub-Sahariana un alleato strategico di primaria importanza, capace grazie ai suoi seimila guerriglieri ben armati ed addestrati di diventare l’anello di congiunzione fra gli Al-Shabab somali e le cellule del Maghreb.

Il messaggio
L’adesione dei nigeriani di Boko Haram arriva con una dichiarazione audio del leader Abubakar Shekau, postata online in arabo con traduzione in inglese e francese. «La nostra intenzione è creare un Califfato basato sulla Sharia islamica e guidato da un unico leader politico e religioso, Abu Bakr al-Baghdadi, meglio noto ai seguaci come Califfo Ibrahim» afferma Shekau, promettendo «fedeltà in tempi di difficoltà come di prosperità» per terminare con un appello a «tutti i musulmani ovunque» affinché si uniscano al progetto jihadista. Boko Haram porta in dote al Califfato un esercito di almeno seimila guerriglieri che già controlla circa 20 mila kmq a Sud del Sahara, riuscendo a tenere testa agli attacchi portati con crescente intensità dalle forze regolari di Nigeria, Camerun e Niger. Si tratta del più poderoso alleato militare finora reclutato dal Califfo: non è chiaro se ciò sia il frutto solo di convergenze ideologiche - entrambi esaltano la guerra ai cristiani - o di una vera e propria trattativa politico-militare.

Gli obiettivi
Boko Haram è impegnata dal 2009 in una sanguinosa campagna militare per imporre il dominio jihadista sul Nord della Nigeria, a scapito anzitutto delle popolazioni cristiane vittime di orrende violenze, e da settembre aveva mostrato un crescente interesse per il Califfato che ora porta al «bayat», la formale dichiarazione di adesione, seguendo lo stesso percorso che, dal 2014, ha visto protagoniste altre sigle jihadiste in Nordafrica. In Egitto è stato «Bayt al-Maqqdis», in Algeria «Jund Al Khalifa», in Libia «Ansar al-Sharia» e fonti arabe dal Cairo assicurano che «i governi di Tunisi e Rabat temono simili sviluppi anche in casa propria». Le maggiori preoccupazioni si concentrano soprattutto sulla Tunisia per il crescente numero di volontari jihadisti che sta raggiungendo in Libia le località controllate da cellule che hanno aderito a Isis: da Derna e Surat. Nel caso di Boko Haram colpisce come il «bayat» sia arrivato a breve distanza da una decapitazione di «infedeli» realizzata e filmata con tecniche analoghe a quelle di Isis. Dopo ogni «bayat» la prassi del Califfato vuole che al-Baghdadi renda pubblico un editto di «accettazione» ed è da quel momento che la nuova organizzazione entra a far parte del network jihadista che in Africa include anche cellule in Nord Mali, Mauritania e gli Al-Shabab somali mentre in Asia del Sud, secondo un recente documento del Pentagono, registra un crescente interesse da parte di gruppi di ex taleban in Afghanistan e Pakistan.

Il finanziamento
Sullo scacchiere africano poter contare su solidi «alleati» in Somalia, Nigeria e Libia consente a Isis di ipotizzare la gestione di vasti traffici illeciti, di uomini e materie prime, capaci di auto-alimentare la propria struttura continentale a cavallo del Sahara, in maniera analoga a quanto Isis è riuscito a fare in Iraq e Siria. Ma al network del Califfo in Africa manca ancora il jihadista che più corteggia: l’imprendibile algerino Mokhtar Belmokhtar che nel 2012 con i suoi fedelissimi ha lasciato «Al Qaeda in Maghreb», sfidando la centrale pakistana di Ayman al-Zawahiri, puntando a garantirsi un ruolo da leader regionale. Che ora Abu Bakr al-Baghdadi potrebbe garantirgli, pur di riuscire ad arruolarlo.

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