Passano gli anni ma TeleKabul rimane sempre TeleKabul
Commento di Deborah Fait
Alle falde del Kilimangiaro.
Domenica 8 marzo 2015.
Ore 15.00- 19.00
Conduttori Camila Raznovich, Dario Vergassola. http://www.kilimangiaro.rai.it/dl/portali/site/page/Page-84888e39-b5d7-4ff8-9899-e0e32b435b54.html
Dario Vergassola, Camila Raznovich
“E adesso eccoci a Nazareth, in PALESTINAAA”, così Dario Vergassola quasi correndo verso un’immagine sul maxischermo dove a caratteri cubitali e sotto la fotografia di una capanna era scritto, appunto, PALESTINA. L’intenzione era far ridere il pubblico dicendo che quella era una capanna della famiglia di Gesù, purtroppo la battuta gli è riuscita male e ha rimediato solo una figuraccia.
Forse Vergassola non lo sa ma anche ai tempi di Gesù esisteva Israele, e anche prima di Lui! Certamente non esisteva una nazione, un regno, un Paese nel senso di Stato, chiamato Palestina. Solo con la distruzione del Tempio ebraico di Gerusalemme nel 70 e.v. i Romani cancellarono il nome di Israele e di Giudea, per trasformarlo in Palaestina e passare tutta la regione sotto il governo diretto di Roma.
A questo punto le domande sono due, semplici semplici: si tratta di crassa ignoranza o della solita malefica ideologia? Va bene, Dario Vergassola dovrebbe fare il comico ma in Kilimangiaro è quasi l’aiuto conduttore della star del programma, Camila Raznovich, insieme presentano documentari da tutto il mondo, dovrebbe essere dunque una cosa seria, dovrebbero dare al pubblico informazioni esatte, non parlare a vanvera.
A quel ”Nazareth in Palestina” ho pensato... ma avranno fatto le prove... ma si documentano prima di parlare... avranno avuto una scaletta... avranno un regista... avranno degli esperti in materia... dovrebbero sapere che Nazareth esiste ancora, che non è stata distrutta dai Romani... o dicono quello che vogliono a seconda di come gli gira quel giorno?
Nazareth, la Basilica dell'Annunciazione
Ammettiamo per un solo momento che si sia trattato di ignoranza, che nessuno dello staff della Raznovich, lei compresa, abbia studiato geografia a scuola o abbia sentito parlare della città dove, si suppone, sia cresciuto Gesù, all’oratorio del quartiere. Ammettiamo che raccontare la complicata storia di Israele, antico e moderno, per fare una battuta sia difficoltoso. Ammettiamolo! Ma... amici miei, cosa ci vuole, almeno per evitare figuracce, a prendere una cartina geografica e controllare dove si trova Nazareth? E’ talmente complicato mettersi un paio di occhiali e scoprire che si trova in ISRAELE? Proprio dentro Israele, per l’esattezza al centro del distretto nord del Paese, tra il lago di Tiberiade e il Mar Mediterraneo. Non stavano parlando di uno sperduto villaggio dell’immensa Cina ma di una città conosciuta internazionalmente per motivi religiosi di un certo peso che si trova in un Paese grande come la Puglia, a tre ore di aereo dall’Italia.
Dire che Nazareth è in Palestina è come dire che Sondrio sta nell’isola che non c’è o che Amsterdam si trova a Disneyland. Avranno negli studi della RAI una cartina geografica che non risalga all’epoca dell’Impero romano? Va bene, ammettiamo anche questo, voglio essere tollerante, ma un programma che parla di geografia, che presenta paesi di tutto il mondo, può, secondo voi, essere condotto senza avere una mappa in qualche cassetto degli studi televisivi?
Certo, direte, tutto è possibile a questo mondo, ma, signori miei, esiste Google, chi non conosce Google, perbacco, ho visto che in studio hanno anche dei blogger con tanto di tablet. Sono moderni dunque, no? Bastava digitare Nazareth e venivano fuori tutte le informazioni possibili e immaginabili, disegnetto compreso.
Impossibile sbagliare, solo volendolo fortemente si poteva “sbagliare” e allora scartiamola pure la scusa dell’ignoranza. Ad essere cattivi ma neanche tanto, l’unico pensiero che sorge spontaneo è che non si tratti di un madornale errore o di una imperdonabile sbadataggine ma di una scelta ideologica, assurda quanto spudorata: Israele non esiste, diamogli un altro nome. Al di là della vergogna per cui io mi scaverei una buca profonda, al di là dell’impudenza nel disconoscere l’esistenza di una nazione sovrana, quello che mi lascia basita è la stupidità, la scelta di passare per ignoranti, zotici, analfabeti pur di non pronunciare l’odiata parola: Israele.
Guardate che non è una sciocchezza come potrebbe sembrare, uno dice vabbè hanno sbagliato, si saranno confusi, che sarà mai, no amici, questi sono della stessa genia del:
Tel Aviv capitale di Israele;
è stata uccisa una colona, aveva 6 mesi;
Hamas è un partito politico non un’organizzazione di terroristi...
E’ una cosa gravissima, Israele e l’Italia sono paesi amici e alleati, Israele è stato fondato con i voti delle Nazioni Unite, è un paese sovrano, e che a Rai 3 si permettano di cancellarlo, disconoscerlo e dargli un nome di fantasia è semplicemente vergognoso. Ve la ricordate TeleKabul? Ebbene c’è ancora... purtroppo...
Non è la prima volta che a Kilimagiaro toppano di brutto. Alcuni mesi fa avevano nominato Israele, eccome se lo avevano nominato, e anche col nome giusto, per metterlo nella lista dei paesi pericolosi per il turismo, sconsigliando caldamente di andare a visitarlo. All’epoca avevo scritto di sentirmi molto più sicura in Israele che in qualsiasi capitale d’Europa dove, attualmente, non si può sapere se e quando qualche terrorista islamico ti farà saltare per aria.
Insomma abbiamo appurato che a Kilimangiaro Israele non piace, che, se non si può parlarne male, lo si disconosce delegittimandolo e dandogli nomi di fantasia di paesi inesistenti. Non credo che domenica prossima Raznovich e Vergassola avranno l’onestà di scusarsi pubblicamente per aver offeso la verità e l’intelligenza dei telespettatori, non lo credo perché in ogni caso, qualsiasi cosa possano dire per giustificarsi, farebbero un’ulteriore, enorme, vergognosa brutta figura.
Deborah Fait
Gerusalemme, Capitale di Israele, unica e indivisibile