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Shalom Rassegna Stampa
01.03.2015 Che dialogo è se uno vuole 'sottomettere' l'altro ?
Commento di Angelo Pezzana

Testata: Shalom
Data: 01 marzo 2015
Pagina: 9
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Che dialogo è se uno vuole 'sottomettere' l'altro ?»

Riprendiamo da SHALOM n°2, a pag.9, con il titolo " Che dialogo è se uno vuole 'sottomettere' l'altro ? " il commento di Angelo Pezzana.

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Man mano che le stragi di Parigi si allontanano nel tempo e l’emozione suscitata rimane anch’essa un ricordo, abbiamo assistito ad un mutamento nella pubblica opinione nei confronti dell’intera vicenda. Dalle responsabilità evidenti e riconosciute degli esecutori materiali a quelle dell’ideologia che le ha motivate, siamo passati ad una fase che non è azzardato definire giustificativa. L’esecuzione della redazione di Charlie Hebdo – una strage a sangue freddo – che ha commosso e indignato centinaia di milioni di persone, generando una solidarietà verso un giornale che forse soltanto una minima parte dei vari milioni che poi l’ hanno acquistato conosceva, si è tramutata in un riesame dei contenuti del giornale stesso. L’insulto alla parola ‘religione’, che con l’aggettivo ‘islamica’ era stato alla base della strage, mentre nei primi giorni veniva giustamente giudicato inaccettabile da una società democratica, e perciò laica, come la Ministra della Giustizia francese Christiane Taubira aveva dichiarato “ Si può disegnare di tutto, anche il profeta Maometto, perché in Francia, paese di Voltaire e dell’irriverenza, si ha il diritto di prendere in giro tutte le religioni”, e come avevano condiviso i milioni di partecipanti alla grande manifestazione “Je suis Charlie”, ebbene, a distanza di poche settimane, il vento è cambiato. Un sondaggio recente attribuisce al 40% dei francesi l’opinione che il settimanale aveva oltrepassato il limite consentito, in pratica che la libertà di espressione doveva fermarsi di fronte alla parola religione, inglobando in quel 40% - oltre ai prevedibili 6/7 milioni di musulmani che vivono in Francia – su questo tema la quasi totalità è d’accordo – una alta percentuale di francesi che ha fatto marcia indietro. Una scelta sulla quale hanno sicuramente avuto influenza le parole del Papa durante il suo viaggio nelle Filippine. “Un crimine uccidere in nome di Dio, ma non si insultano le religioni”, ha detto Francesco, una affermazione che suona come una condanna sull’intero Charlie Hebdo, che, come tutti sanno, fa della satira vera, non quella annacquata alla quale ci hanno abituato i vignettisti di casa nostra, sempre attenti all’uso che fanno delle loro matite. Le parole del Papa sono state il segnale che Islam e Cristianesimo non possono essere soggetti a raffigurazioni men che mai rispettose, cancellando le speranze di chi aveva interpretato il suo arrivo come novità, grazie soprattutto a quel suo “.. e chi sono io per giudicare!”. Adesso sappiamo che l’islam, la cui traduzione letterale è “sottomissione” è equivalente al cristianesimo. Che poi le pene per chi lo critica siano diverse, è un fatto da attribuirsi al fatto che il cristianesimo opera in mondo occidentale che ne ha cambiato, dall’illuminismo in poi, pratiche e regole nell’applicazione della fede. L’islam, che vive – o si propone di ritornare a vivere – in un mondo arretrato – può arrivare a fare stragi di cristiani, ai quali non è concesso il diritto di reagire nemmeno con la matita. Sempre per via del rispetto che dovrebbe essere dato all’islam, dato che viene ritenuto – anche dal Papa – soltanto una religione. Al Papa si sono subito accodati i vari leader occidentali, Obama per primo, che non ha ritenuto opportuna la sua presenza alla marcia di Parigi, e tutti gli altri, Hollande e Merkel in testa, che hanno pubblicamente riaffermato tutti gli apprezzamenti all’islam quale religione di pace . Poco importa se tutto il terrorismo che minaccia le nostre libertà agisce proprio nel nome dell’islam. I giornalisti di Charlie Hebdo sono morti invano ?

Ho tenuto fuori da questo commento gli ebrei vittime dello stesso terrorismo islamico, essendo quelle del supermercato kasher soltanto le ultime di una lunga serie che ben conosciamo. Ebrei che non hanno mai alzato un dito, né un sopracilio, di fronte a nessuna vignetta di Charlie Hebdo, essendo l’ironia e la satira una componente strutturale dell’ebraismo. Il gioco – o meglio la tragedia – ha due attori, cristianesimo e islam. Il secondo vuole sottomettere tutti, cristiani compresi, il primo lo legittima. Non c’è bisogno di scrivere un romanzo, premonitore, come ha fatto Michel Houellebecq (Sottomissione, Bompiani ed.) per capire che il risultato sarà il suicidio dell’Occidente, delle nostre società sicuramente imperfette, ma democratiche, aperte, sempre più attente ai diritti di tutti. Anche di quelli che pur vivendo in regimi democratici approfittano delle nostre leggi permissive per distruggere i nostri valori. In poche parole per sottometterci.

Angelo Pezzana

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redazione@shalom.it

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