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La Stampa Rassegna Stampa
28.02.2015 Una storia esemplare nell'Israele della libertà: da analfabeta a giornalista, sempre libero nel paese degli ebrei
Lo racconta Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 28 febbraio 2015
Pagina: 13
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Amir: addio all'edicolante che ha visto scorrere la storia di Gerusalemme»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/02/2013, a pag.13, con il titolo " Amir: addio all'edicolante che ha visto scorrere la storia di Gerusalemme" la cronaca di Maurizio Molinari.


Maurizio Molinari             Il mercato davanti alla Porta di Damasco

In realtà, più che una cronaca, quella di Maurizio Molinari può essere letta come in un paese come Israele, per un arabo, si può essere analfabeta e diventare giornalista, avere un'edicola con giornali arabi e israeliani in un luogo non facile come la Porta di Damasco, e morire nel proprio letto a 83 anni, dopo una vita lunga e laboriosa. Sarà anche per questo che gli arabi israeliani, nella quasi totalità, dicone sempre che non rinunceranno mai alla cittadinaza israeliana per uno Stato di Palestina. Se non fossero in mala fede e antisemiti, i nostri che si sbracciano tanto urlando Stato-di-Palestina dovrebberno trarne una lezione.

Ecco l'articolo:

Con la morte di Amir Dana Gerusalemme Est perde il giornalaio palestinese più popolare, la cui vita riassume e racconta quanto avvenuto dentro e fuori la Città Vecchia dai tempi del Mandato Britannico. Amir Dana nasce nel 1930, quando l’Union Jack sventola sulla Palestina, in una famiglia di arabi nazionalisti che partecipano allo sciopero generale del 1936. Il padre e tre fratelli vengono arrestati dagli inglesi, e la famiglia rischia il collasso economico. A 6 anni Amir si ritrova con la responsabilità di portare a casa quanto serve per mangiare. L’occasione viene da un amico del padre, residente nei quartieri ebraici, che propone a lui e a un altro fratello di vendere giornali. La professione dello strillone consente alla famiglia di superare le difficoltà del momento ma gli impedisce di andare a scuola. Amir cresce analfabeta ma, seduto ai caffè arabi assieme ai clienti, impara a leggere e scrivere guardando titoli e articoli. A 14 anni è padrone anche di inglese, ebraico e francese. Conosce Gerusalemme come le proprie tasche, i giornali arabi lo cercano e inizia a scrivere per periodici egiziani. È così che intervista cantanti leggendari come Farid al-Atrash e Asmahan e l’attore Hasan Fayiq, fra i più popolari di sempre al Cairo. Quando nel 1948 la città diventa teatro dei aspri scontri fra la Giordania e il neonato Stato di Israele, Amir si arruola nella Legione Araba. Fino a quando lascia la divisa per iscriversi al partito comunista palestinese. Negli Anni Cinquanta Gerusalemme è divisa fra Giordania e Israele, e Amir decide di tornare a vendere giornali. Apre un chiosco alla Porta di Damasco da dove assiste alla conquista israeliana del 1967 che unifica la città, segnata negli ultimi venti anni dalle violenze di due Intifade. A dispetto di scontri e arresti, Amir Dana tiene sempre aperto il chiosco diventando uno dei punti di riferimento sicuri, stabili, per i palestinesi. Vende giornali arabi ma anche israeliani. La morte, arrivata a 85 anni, ha generato un moto di solidarietà per l’ex strillone con migliaia di persone in piazza.

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