Per capire il risultato del voto parlamentare di ieri sullo stato di palestina - tutto minuscolo, perchè più che uno Stato è uno stato d'animo - reprendiamo oggi, 28/02/2015, dal GIORNALE a pag.4, il commento di Fiamma Nirenstein, dalla STAMPA a pag.8 quello di Maurizio Molinari, dal CORRIERE della SERA, a pag.1-15, quello di Pierluigi Battista.
Non aggiungiamo nessun commento, tanto sono condivisibili.
a destra: Paolo Gentiloni, Ministro degli Esteri
Il Giornale-Fiamma Nirenstein:" Da D'Alema a Santoro ecco la lobby con la kefiah che condiziona la politica"
Fiamma Nirenstein
Peccato e persino un po' penoso che si votino le mozioni filopalestinesi proprio all'indomani della decisione di un tribunale americano di far pagare all'Autorità Palestinese di Abu Mazen, che ha stretto un accordo per un governo di coalizione con Hamas, che non passa giorno senza un messaggio di odio per gli ebrei e di lode per i terroristi. Peccato perché il voto non aiuta il processo di pace, che anzi così si blocca, ma il fanatismo di scatenati filopalestinesi che agiscono in base a slogan ripetuti cento volte da una macchina propagandistica potentissima, quella della lobby palestinese, che in Italia e in Europa conta milioni di persone. La lobby filo palestinese è in realtà antisraeliana. Se uno dice antisemita,paga una multa,chi scrive ne sa qualcosa. La lobby ha dei padri italiani e una visione distorta che fa dei palestinesi, come al tempi dei blocchi, un popolo perseguitato dall'imperialismo Usa-israeliano, e di Israele un Paese di apartheid, genocida, etc. Un mucchio di sciocchezze organizzate da centinaia di associazioni che fanno sit-in, boicottaggi, volontariato a Ramallah.Il centro del mondo pro-palestine se è stata sempre una ex parlamentare europea e membro del Cepr, (European palestinian relations,) grande frequentatrice di Ramallah anche ai tempi della Seconda Intifada, quando gli ebrei saltavano per aria a migliaia. La rete dei movimenti europei e italiani si chiama Eccp, ha rivolto una appello alla Mogherini per boicottare Israele. Il gruppo promuove il BDS, il boicottaggio e aiuta i «prigionieri politici», cioè i criminali regolarmente processati dai tribunali israliani. Dell'Eccp fanno parte fra gli altri l'Assopace Palestina della Morgantini, la Fiom Cgil, gli Amici della Mezza Luna Rossa Palestinese. E tanti altri. La lettera chiedeva la fine dell'accordo Eu-Israele e la firmavano 309 associazioni di tutta Europa e 33 italiane. Fra queste, svariat i circoli Arci, l'associazione Salaam ra-gazzi dell'Olivo( finanziati da Enti locali) le Donne in nero, movimenti Bds Italia e Bds Sardegna. Regioni (Toscana, EmiliaRomagna.), Comuni (quello di Napoli voleva promuovere una nuova Flottilla per Gaza!) molte istitu-zioni locali si pregiano di danneggiare israele. Naturalmente partiti come M5S e Sel e parte del Pd seguono la scia, anche perché la lobby filopalestinese ha dei padri intangibili e dei finanziamenti continui che fluiscono verso le Ong. «Un ponte per», «Operazione Colomba»»,«Nexus Emilia Romagna», fra le centinaia, pongono tutto l'impegno nel demonizzare. Le Ong anti-israeliane sono state finanziate per almeno 185 milioni in euro in dieci anni e il contribuente non lo sa. I dati per la maggiorpartenon sono reperibili sui siti delle Regioni che espongono spesso solo i finanziamenti degli ultimi cinque anni e senza la somma del contributo o il costo del progetto. Ma tant'è, i progetti si assomigliano tutti e sfociano nel boicottaggio. Per esempio, l'ultima acquisizione è che Legambiente, Wwf Italia, Greenpeace hanno assicurato che non intendono collaborare con Beautiful Israel, un bellissimo progetto ecologico. Fra i leader, Michele Santoro da decenni è un araldo della causa palestinese, a Servizio Pubblico Alessandro Di Battista, di 5 Stelle, che ha dichiarato che il mondo arabo odia l'Occidente a causa del conflitto israelo-pale-stinese. Isis compresa? Ma il principe politico è D'Alema con la sua passeggiata con gli Hezbollah dopo la guerra in Libano e tante affermazioni livorose. Il padre intellettuale è il filosofo Gianni Vattimo che parla di «stato canaglia»«nazista e fascista» e che vorrebbe combattere a fianco di Hamas. Non lo farà, ma alimenta la locomotiva di odio.
La Stampa-Maurizio Molinari:" Tra rabbia e soddisfazione per la terza via italiana"
Maurizio Molinari
Israele soddisfatta, palestinesi solo a metà: l'esito del voto del Parlamento italiano sul riconoscimento dello Stato di Palestina crea una situazione nuova nell'ambito dell'Unione Europea, allineando il nostro Paese alle posizioni dell'amministrazione Obama. Per comprenderlo bisogna ascoltare i protagonisti di mesi di trattative dietro le quinte con gli inviati del Pd.
Naor Gilon, Ambasciatore d'Israele in Italia
Naor Ghilon, ambasciatore di Israele a Roma, plaude alla «scelta positiva» dovuta al fatto che «il Parlamento ha preferito sostenere il negoziato diretto Israele-palestinesi, come previsto dagli accordi di Oslo, per raggiungere i due Stati». Mai Alkaila, ambasciatore di Palestina a Roma, parla invece di «positivo primo passo verso il riconoscimento del nostro Stato» esprimendo «ringraziamento a chi ha presentato le mozioni» ma ammettendo che si tratta di «un testo diverso da quelli approvati da Svezia e Francia» che prevedono il riconoscimento immediato. «Spero che in futuro anche l'Italia seguirà tali esempi» aggiunge Alkaila facendo sfoggio di realpolitik. Hanan Ashrawi, volto storico dell'Olp a Ramallah ma non espressione diretta del governo palestinese, si spinge fino a parlare di «risoluzione infelice» esprimendo «delusione» per «il mancato riconoscimento della Palestina». Le diverse prese di posizione si spiegano con la scelta delle forze della maggioranza di governo di sostenere testi che si richiamano alla risoluzione del Parlamento Europeo, approvata il 17 dicembre scorso, in cui si auspica il raggiungimento della sovranità palestinese «attraverso il negoziato sul mutuo riconoscimento» ovvero rimanendo all'interno della cornice degli accordi di Oslo. Anche il Parlamento di Madrid si era espresso in termini simili mentre in Svezia, Francia e Gran Bretagna la scelta è stata di lasciarsi alle spalle gli accordi del 1993 per pronunciarsi a favore di un riconoscimento immediato della Palestina. L'«eccezione italiana», come viene definita da Gerusalemme, va incontro alle posizioni dell'amministrazione Obama contraria alla nascita di uno Stato di Palestina senza passare per un accordo con Israele. Ciò significa che il lavorio degli inviati del Pd in Medio Oriente è riuscito a ritagliare per l'Italia una posizione a metà strada fra il sostegno al riconoscimento immediato, voluto dai palestinesi, e l'opposizione totale a questo tipo di risoluzioni parlamentari da parte di Israele. Da qui l'apprezzamento che trapela da fonti diplomatiche Usa, anche perché il testo del Pd sottolinea la necessità di «un'intesa fra tutte le forze politiche palestinesi su riconoscimento di Israele e abbandono della violenza» implicando il bisogno di far retrocedere Hamas dalle posizioni contro l'esistenza di Israele.
Corriere della Sera-Pierluigi Battista: " Errori e pasticci del Parlamento (anche su Israele) "
Pigi Battista
Un brutto dilemma, se si è costretti a scegliere tra un clamoroso e univoco errore e un pasticcio parlamentare per rimediare a quel catastrofico errore. Aver accettato una mozione in cui si appoggia la costruzione di uno Stato palestinese senza esigere al contempo che tutte le componenti palestinesi riconoscano il diritto all'esistenza dello Stato di Israele, è stato per il Pd di Renzi una prova di debolezza. Un atto di subaltemità culturale a una sinistra, pur sfidata dal premier con baldanza su altri terreni, che ancora non riesce a capire come sia forte la spinta di tipo jihadista, incarnata da Hamas che tiene Gaza come un carcere, che vuole cancellare Israele dalla faccia dalla terra e cacciare gli ebrei dalla terra santa dell'Islam: una deriva fondamentalista che oramai non ha più niente a che spartire con una rivendicazione indipendentista finalizzata alla costrizione di uno Stato nazionale palestinese. La mozione pro-Palestina, approvata grazie al Pd, è proprio questo: attribuisce a Israele la responsabilità della mancanza di uno Stato palestinese e assolve Hamas dalla sua pervicace volontà di negare a Israele il diritto di esistere. Poi, subito dopo, si vota e si approva una mozione che dice, se non proprio il contrario, una cosa motto diversa: che l'auspicio per «due popoli, due Stati» deve essere impegnativo per tutte le parti e condanna Hamas per la sua deliberata volontà di eliminare lo Stato di Israele. Solo che un pasticcio, ovviamente Interpretabile in modi opposti come tutti i pasticci politico-diplomatici, non sana un errore. E anche il ministro degli Esteri Gentiloni, di cui è nota l'amicizia verso le ragioni dello Stato di Israele, ieri non ha contribuito a far chiarezza sulla posizione del govemo italiano e sul principale partito che lo sostiene: il Pd, diviso in posizioni molto diverse e a cui la leadership renziana non riesce, sulle questioni di politica estera, a imprimere una direzione decisa e chiara. Ai pasticci si può sempre rimediare. Ma giornate così imbarazzanti come quella dl ieri bisognerebbe dimenticarle.
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