Riporendiamo dal FOGLIO di oggi,27/02/2015, a pag.2, con il titolo " Dobbiamo essere grati all' 'islamofoba' Brigitte Bardot, scrive la Chesler", il commento di Nicoletta Tiliacos
Brigitte Bardot,oggi Nicoletta Tiliacos Phyllis Chesler
L'americana Phyllis Chesler ha passato la maggior parte dei suoi baldanzosi 75 anni a creare dispiaceri ai cultori del politicamente corretto. Come femminista, prima di tutto, capace di sottrarsi ai cliché del piagnisteo (ricordiamo il suo "Donna contro donna", tradotto in Italia da Mondadori, nel quale affronta il tema della misoginia femminile). E come fiera ebrea di Brooklyn, autrice tra l'altro di un pamphlet contro "Il nuovo antisemitismo". Da tempo, la Chesler si è ritagliata un ruolo di "Fallaci americana", come ha detto qualcuno sperando di farle un dispetto. Nei suoi ultimi libri, ha scritto che l'ostacolo maggiore alla libertà nel mondo, e in particolare alla libertà delle donne, va cercato "nell'apartheid schiavista subito dal mondo femminile nell'islam. Se non capiamo il pericolo per i nostri valori - e per le nostre vite - rappresentato dal razzismo e dal sessismo dei reazionari musulmani, siamo morte: uccise dal virus della passività provocata dalla correttezza politica". Questa posizione, espressa al giornalista del Foglio che l'aveva intervistata dieci anni fa a New York, la Chesler la ribadisce ora sul sito Breitbart.com, di cui è una delle firme di punta. Pochi giorni fa è intervenuta per ricordare che la Francia in gramaglie per Charlie Hebdo è la stessa nella quale per cinque volte (l'ultima nel 2008) una gloria nazionale tuttora amatissima come l'attrice Brigitte Bardot è dovuta comparire di fronte a un giudice, uscendo ogni volta dal processo con una condanna a pene pecuniarie (l'ultima volta anche a due mesi di carcere, poi sospesi), per "incitamento all'odio razziale". Colpa della Bardot è di aver ripetuto di essere stanca dell'islamizzazione della Francia. Nel 2008 in particolare, avrebbe scritto di "essere stufa di essere succube di una popolazione che ci sta distruggendo e ci sta imponendo i suoi costumi". L'occasione dello sfogo, trattandosi dell'animalista appassionata Bardot, era stata la sua intemerata contro la macellazione rituale pubblica, in occasione della "festa dell'offerta" (una legge che proibisse la macellazione rituale in Francia è l'unico regalo che l'attrice aveva detto di desiderare per i suoi ottant'anni, festeggiati nel 2014). La Chesler enumera le "colpe" della Bardot: nel 1997 scrisse al Figaro una lettera aperta contro l'invasione di stranieri "soprattutto musulmani"; nel 1998 denunciò la crisi dell'identità francese a causa della "moltiplicazione di moschee, mentre le nostre campane tacciono per mancanza di sacerdoti"; nel 2000 ha scritto di nuovo in un libro di essere addolorata perché "il mio paese, la mia patria, la mia terra è di nuovo invasa da una sovrappopolazione di stranieri, soprattutto musulmani"; nel 2004, in un altro libro, associò l'islam agli attacchi dell'11 settembre e di nuovo definì "invasori" i musulmani". Phyllis Che-sler ricorda che la Bardot non fa che dire quello che la Fallaci ha scritto tante volte e che la storica Bat Ye'or ha sostenuto in "Eurabia" e nel più recente "Verso il califfato universale. Come l'Europa è diventata complice dell'espansionismo musulmano" (tradotti in Italia da Lindau). La colpa dell'attrice, plurisanzionata dai tribunali della République, è di voler vivere in un paese che fa ancora riferimento all'illuminismo europeo, scrive Che-sler. E magari vorrebbe che qualcuno in Francia chiedesse scusa alla Bardot. Non succederà.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante