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Informazione Corretta Rassegna Stampa
25.02.2015 Siamo stufi delle prese di coscienza tardive
Commento di Angelo Pezzana

Testata: Informazione Corretta
Data: 25 febbraio 2015
Pagina: 1
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Siamo stufi delle prese di coscienza tardive»

Siamo stufi delle prese di coscienza tardive
Commento di Angelo Pezzana

Dopo l’uccisione degli ebrei tra gennaio e febbraio a Parigi e Copenhagen e i molti episodi di antisemitismo, non passa giorno che non si assista a qualche appello tranquillizzante nel quale le massime autorità europee invitano i propri concittadini ebrei a non abbandonare i loro paesi. Restate, dicono, noi sapremo garantirvi la sicurezza. Che coraggio!

François Hollande ha dichiarato che “gli ebrei in Francia sono a casa loro, sono gli antisemiti che non hanno posto nella Repubblica”, ma evita però di affrontare il problema vero, se gli ebrei vengono minacciati, ammazzati, i loro cimiteri dissacrati e distrutti, ci sarà pur qualcosa che non ha funzionato nel sistema di sicurezza.


L'alyià di un gruppo di ebrei francesi

Un eventuale abbandono in massa degli ebrei dall’Europa – un numero non alto ma in costante crescita se ne sta già andando da almeno un decennio – allarma in Francia politici e sociologi, non c’è praticamente giornale che non affronti l’argomento. Editoriali, analisi, statistiche, interviste a ebrei influenti la cui opinione serva da supporto all’appello ‘non andatevene!’, sono sempre più frequenti. Vien da pensare che l’Europa ami i propri ebrei, che non se ne voglia separare, anche se 70 anni fa ha dimostrato il contrario.

Ma i tempi sono cambiati, dicono, è vero, il nazi-fascismo è stato sconfitto nella seconda guerra mondiale, ma non si può dire altrettanto dell’ideologia che ne stava alla base: la distruzione degli ebrei d’Europa. Sono cambiate le sigle ma non l’odio che le alimenta. Non potendosi più dichiarare apertamente antisemiti, l’odio antico è stato sostituito con quello dell’anti-sionismo. Se qualcuno ne dubita, può convincersene con la cronaca delle reazioni europee all’invito del Premier israeliano Bibi Netanyahu, il quale ha semplicemente ricordato agli ebrei europei che Israele è pronto ad accoglierli, un invito che ha origini lontane.

Quanti ricordano le profetiche parole di David Ben Gurion, quando agli inizi degli anni ’30 - dopo aver letto il Mein Kampf - girò l’Europa per avvertire gli ebrei del pericolo che stava per abbattersi su di loro, che la Palestina era pronta ad accoglierli, che partissero il più presto possibile? Non furono molti quelli che se ne resero conto, ma quelli che capirono si salvarono. Bibi non sta facendo altro, mette in guardia, non è vero che la storia non si ripete, la realtà di oggi è ancora più minacciosa, con uno Stato Islamico che vuole conquistare il mondo e imporre un nuovo Califfato.

In Francia chiedono pareri a tutti, dal presidente del Concistoro ebraico al Gran Rabbino, da Claude Lanzmann ad altri personaggi ebrei noti al grande pubblico. Alla fine, ciò che rimane di un dialogo, è l’invito a non dare a Hitler una vittoria postuma, non dare retta alla paura, che disertare non fa parte della tradizione ebraica, affermazioni in gran parte condivisibili – certo, non manca mai chi attacca Netanyahu - ma che fuori da un contesto più variegato risuonano come un dissenso dall’appello del Premier. Hanno un bel da dire che “tutto deve essere messo in atto per rassicurare la comunità ebraica” come scrive Le Monde di ieri nell’editoriale dal roboante titolo “Il posto degli ebrei d’Europa è in Europa”. Invece dell’uso di inutili paroloni, perché non scrivono come e quando il governo intende tutelare la sicurezza dei suoi cittadini ebrei?


Benjamin Netanyahu

Una domanda da rivolgere a tutti i governi europei, altrimenti ci toccherà ancora leggere con estremo fastidio che “la presa di coscienza della portata dell’attacco nel 2012 di Mohammed Merah contro la scuola ebraica di Tolosa è stata tardiva“. Testuale, nell’editoriale sopra citato. Siamo stufi delle prese di coscienza tardive, quando i segnali è da anni che non vengono colti. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Basta con il linguaggio rassicurante, chiamiamo il terrorismo con il suo vero nome: nazi-islamismo. E soprattutto smettiamola – come fa Le Monde - di accusare Netanyahu di “persistere nella sua ossessione di voler far fuggire gli ebrei”. Una affermazione indegna del giornale che si ritiene il più autorevole di Francia.


Angelo Pezzana
 


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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