Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 24/02/2015, a pag. 21, con il titolo "Multa record all'Anp: 'Aiutò gli autori di sei attentati' ", la cronaca di Alberto Flores d'Arcais.
Alberto Flores d'Arcais
Un attentato durante la seconda Intifada...
... e uno dei suoi responsabili: Yasser Arafat
Una multa da oltre seicento milioni di dollari per “terrorismo”. Questa la cifra-record che l’Autorità Palestinese e l’Olp dovranno pagare per il «sostegno materiale » dato in sei attentati che hanno insanguinato Israele tra il 2002 e il 2004 e in cui sono morti (o sono rimasti feriti) diversi cittadini degli Stati Uniti. Lo ha deciso la giuria di un tribunale federale di Manhattan, che dopo avere definito Anp e Olp responsabili per ben venticinque capi di imputazione — fra cui appoggi logistici e finanziari — hanno stabilito in 218,5 milioni di dollari la cifra per il risarcimento alle famiglie (sono undici) delle vittime che si erano rivolte ai tribunali Usa per chiedere giustizia. Cifra che è stata automaticamente triplicata per via del Anti-Terrorism Act, una legge speciale in vigore dopo l’11 settembre 2001, portandola a 655,5 milioni di dollari.
È la stessa legge applicata lo scorso settembre da un tribunale federale di New York che ha giudicato la Arab Bank responsabile di aver fornito consapevolmente assistenza finanziaria ad Hamas, che gli Usa considerano una organizzazione terrorista. Il verdetto mette la parola fine a un contenzioso durato quasi dieci anni, una lunga battaglia legale che ha visto l’organizzazione palestinese di Arafat chiamata sul banco degli imputati come diretta responsabile di atti terroristici. I giurati si sono convinti della colpevolezza dell’Olp e dell’Autorità palestinese (oggi guidata da Abu Mazen) quando gli avvocati delle famiglie delle vittime hanno presentato dei documenti riservati in cui c’era la prova che l’Anp ha continuato a pagare (mentre erano in carcere) i salari di suoi militanti coinvolti negli attentati terroristici e condannati. Oltre a dare aiuti finanziari alle famiglie dei kamikaze islamici morti durante gli attacchi.
«The Big Dog was Arafat», ha detto Kent A. Yalowitz, uno dei legali delle vittime degli attentati, mostrando su un grande schermo una gigantografia del leader palestinese morto nel novembre 2004 (e quindi in carica nel biennio degli attacchi terroristi). Alla vigilia del viaggio negli Stati Uniti di Netanyahu e nel momento in cui Abu Mazen e i suoi stanno facendo i massimi sforzi perché le Nazioni Unite condannino la politica di Israele, il verdetto del tribunale federale di Manhattan è inevitabilmente destinato a rinfocolare polemiche e scambi di accuse reciproci. Per l’Anp si tratta di un brutto colpo all’immagine (e soprattutto alle casse), per il governo di Gerusalemme — impegnato da sempre a dimostrare come anche i cosiddetti “moderati” palestinesi siano legati al terrorismo — un indubbio successo. Non è ancora chiaro quali saranno le dirette implicazioni finanziarie della condanna. L’Autorità palestinese ha problemi di solvibilità ed è difficile immaginare come possa versare negli Usa una “multa” di 655,5 milioni di dollari.
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