Ci vorrebbe Israele
Commento di Vitaliano Bacchi
Si moltiplicano le opinioni e le paure della gente intorno al pericolo ormai incombente dell'avanzata verso l'Italia del califfato e le notizie che il telegiornale ha dato ieri sera aggravano l'allarme: il governo legittimo della Libia ha diramato il comunicato che parte dell'arsenale di armi chimiche di Gheddafi è già nelle mani del califfato, di una forza armata quindi che se lo userà con la stessa disinvoltura con cui tagliano la testa a degli innocenti c'è da raggelare perchè sono già fra noi. L'ultimo impiego noto di queste armi chimiche risale alla guerra che Saddam scatenò contro l'Iran nel 1982 e che con questi ammorbamenti chimici cagionò un milione di morti.
E' in emergenze come questa che la gente ha cominciato a considerare Israele ed il suo conflitto col mondo arabo come il paradigma autentico della risposta alla barbarie ed abbiamo raccolto in questi giorni da varie parti l'encomio e la riconoscenza ad un Stato esercito che li ha fermati o che comunque è il solo ad averli fronteggiati sempre denunciandone all'occidente il pericolo e l'incombenza armata.
Terroristi dello Stato Islamico in Libia
“Loro sanno come fermarli” le parole più belle e commoventi che il mondo sionista ed i suoi valori potevano ricevere dalla gente, dal popolo, da tutti quelli che non hanno creduto alla vile propaganda antisionista della sinistra garantista solo in malam partem al mai sopito odio antisemita del fronte italiano neofascista e dei suoi soci occulti ed alla codardia di una borghesia antisemita in pectore che ha disprezzato Israele con le sue misure filoarabe quando è stata al potere ed col suo consenso subdolo a chi ne ha sempre auspicato la distruzione.
Questo senso di smarrimento e di impotenza di fronte alla avanzata travolgente inarrestabile di una milizia enigmatica sanguinaria tribale, accomuna ormai molti italiani di ogni censo ed estrazione sociale nella delusione e nel disprezzo verso politicanti avvezzi al pacifismo retorico e manierato di chi eccepisce che la costituzione italiana vieta la guerra senza il coraggio di aggiungere che con o senza divieti la guerra la fanno loro, perchè la costituzione islamica la guerra la impone, non la vieta. Il senso di essere stati rimbambiti in passato sulla questione mediorientale e di avere oggi nella fede sionista il solo mezzo di salvezza è dilagante.
L'appello della gente premia la nostra costante e perentoria corretta informazione di questi anni nella quale questo pericolo incombente è stato analizzato e censurato senza reticenze, dalla denuncia della intollerabilità dell'afflusso clandestino e dei pericoli terroristici che vi si annidano fino alla dovuta constatazione che nessuna trattativa è seriamente possibile con un universo terroristico dissuaso dalle armi solo con la risposta militare dell'esercito di Israele.
Oggi possiamo dire che la rivoluzione sionista dell'informazione in Italia è cominciata; la gente non crede più alle classi politiche “equidistanti” nel conflitto arabo-israeliano non crede ad un pacifismo garantista che rende il nostro parlamento con le botte che ormai si danno tutti i giorni la grande vignetta dello sfacelo romano e del fallimento di uno stato burocratico e macchinoso che mette e protocolli dove occorre il coraggio della decisione militare e cioè il magistero di Israele, che ha combattuto non messo protocolli.
Oggi l'Italia vera, l'Italia che lavora che rispetta la legge e ne chiede rispetto è passata con Israele; lo ha fatto in extremis dopo anni di equivoci e mistificazioni sul conflitto col mondo arabo ma oggi lo ha fatto perchè le scelte giuste la gente le fa quando ha paura non quando è al sicuro. Israele ha dimostrato al mondo quale è la risposta giusta alla barbarie e siccome ormai la barbarie è fra noi, le prossime alleanze e soprattutto le prossime decisioni militari e cioè le decisioni per salvarci, per essere razionali e vincenti dovranno riprodursi sul modello israeliano.
Tanto per concludere col divertissement che non guasta mai quando fra noi oltre che i nostri doppiopetti c'è già l'orda barbara, possiamo dire che la paura di parlare e di esprimere la propria opinione dopo quello che è accaduto a Parigi e Copenaghen tanta attanaglia tutti ma se si ha finalmente il coraggio di identificarsi nella lotta di Israele e di sostenerla non ci sarà più bisogno di apologie o anatemi e neanche di barzellette. Basterà stare dalla parte giusta e questo potrà essere il compendio di tutto quanto è implicito nella enunciazione “Ci vorrebbe Israele” nella quale la gente oggi senza più paura ha cominciato finalmente a credere.
Vitaliano Bacchi