I talk show italiani e lo Stato Islamico
Commento di Deborah Fait
Questa volta mi è impossibile parlare di un talk show specifico anche se, con tutta la buona volontà di questo mondo, ho cercato di seguirli saltando un po’ qua e un po’ là arrivando alla conclusione che potevo risparmiarmi lo zapping: visto uno li avevi visti tutti. Stesso appiattimento, stessi commenti, stesse opinioni, a seconda delle correnti politiche c’era chi giustificava, chi condannava. Un’informazione di pancia, poche idee, molta paura e grande confusione.
Il povero pilota giordano bruciato vivo, il sottofondo delle orrende cantilene nei video di propaganda dei neri dello Stato islamico, Il solito ritornello “Non è l’Islam”. Quasi sempre gli stessi ospiti, anche se ultimamente, e lo dico con molto rammarico, è risuscitato nei talk show Moni Ovadia il quale, per non smentire mai se stesso, trova il modo di inserire Israele, e sempre in modo negativo, nelle discussioni sul terrorismo islamico. Non appena gli danno la parola, eccolo assumere un’aria di spirituale supponenza, della serie so-tutto-io, e dal di sotto della sua papalina snocciola tutta la sua retorica e tira fuori argomenti triti e ritriti: Israele cattivo, Netanyahu cattivissimo, l’Italia deve accogliere tutti i migranti in memoria delle navi piene di ebrei rifiutate da tutti durante la Shoà.
Inutile che Luttwack gli ricordi che gli ebrei su quelle navi, che poi era una sola, erano quattro gatti mentre i fuggitivi dai paesi islamici potrebbero essere anche 200 milioni. Ultimamente il chiodo fisso di Ovadia è Netanyahu, il perfido, che ha invitato gli ebrei europei a venire in Israele. Vergogna, non doveva dirlo, vietato dare una speranza agli ebrei! La mia speranza personale è invece che il guru in questione scompaia dagli schermi della televisione italiana e torni nel dimenticatoio che merita. http://www.la7.it/piazzapulita/rivedila7/italia-in-guerra-17-02-2015-147521
A “Le Iene”, un inviato, col solito tono scanzonato tipico della trasmissione, in perfetto dialetto romanesco, cercava di convincere un poveraccio, che aveva fatto uno scherzo delirante telefonando alla trasmissione e spacciandosi per musulmano, che l’Islam è una grande religione, tollerante con cristiani ed ebrei e che Maometto era un grande personaggio che amava tutti! Invano il poveraccio, sedicente migrante brasiliano, si difendeva... ma il Corano dice di ammazzare gli infedeli... ma Maometto ha fatto ammazzare tutti i suoi oppositori e gli ebrei che non si sottomettevano... niente da fare, l’ordine è: Islam è grande e tollerante! http://www.iene.mediaset.it/puntate/2015/02/19/lucci-terrorista-per-scherzo_9223.shtml
Certo, dico io, è compito del servizio pubblico non diffondere odio verso un gruppo etnico o religioso, guai a fare il contrario ma anche guai a mentire e, come troppo spesso avviene, a indirizzare la rabbia e la paura del pubblico verso chi non c’entra niente col terrorismo islamico, anzi lo subisce: come avrete capito, mi riferisco a Israele.
Massimo Bernardini dirige Tv Talk
A questo proposito ecco che arriviamo alla trasmissione TV TALK di Rai 3, condotto da Massimo Bernardini, andata in onda sabato 21 febbraio. http://www.rai3.rai.it/dl/PortaliRai/Programmi/PublishingBlock-7bfd0eb9-2be2-4648-a7e1-612fa1375059.html?ContentItem-714d62f2-1a01-4b36-942e-07d5c2caab1d
Due inviate esterne di grande prestigio, Maria Cuffaro di Rai 3 e Barbara Serra, di Al Jazeera, da Londra. Bene, l’argomento era ovviamente lo Stato islamico e le due giornaliste di cosa hanno, “anche” e inevitabilmente, parlato? Di Gaza! Ha dato il via la Cuffaro: “Gaza è proprio una prigione... dove la gente vive al limite dell’umano...” senza nominare Israele ma lasciando alla fantasia pilotata dalla propaganda degli ascoltatori immaginare di chi fosse la colpa della miseria dei gazawi...
Subito incalzata dalla Serra: “anch’io sono stata a Gaza durante la guerra di luglio...” e te pareva! Dunque, il mio pensiero è molto semplice: benissimo, c’è una guerra e i giornalisti vanno sul campo per fare... ehm, ehm, diciamo... informazione! Giusto, niente da dire su questo, è il loro mestiere ma ci fosse una volta, una sola volta che uno di questi grandi inviati dicesse: “Sono stato in Israele mentre Hamas bombardava, centinaia di missili al giorno, ho visto la gente terrorizzata, ho visto i missili che l’Iron Dome non riusciva a bloccare in volo cadere vicino a scuole e asili, abitazioni e a volte colpirli in pieno! Si, ho visto i bambini israeliani pieni di paura, li ho visti correre disperatamente verso i rifugi, ho visto le maestre cantare con loro per distrarli e rincuorarli un po’, ho visto il coraggio degli israeliani, ho visto anche il dramma di Israele che per 10 anni è stata colpita dai missili dei terroristi palestinesi!“
Avete mai sentito un solo giornalista parlare del dramma di Israele? No, nemmeno una parola, anzi tante parole per diffamare e deridere. Tutti a Gaza per raccontare solo quella parte della guerra e a riportare all’estero falsità e odio. Barbara Serra ha anche parlato del secondo mantra (il primo è “non è questo l’Islam”), cioè “i musulmani sono i primi a soffrire del terrorismo islamico e sono i primi a ribellarsi, vedi la Giordania”. Beh, diciamo che queste affermazioni meritano un ulteriore ragionamento: sono i primi a soffrirne perché, dalla notte dei tempi, sono gli uni contro gli altri e si accoppano a vicenda con nonchalance, quasi fosse la norma. E’ vero che la Giordania ha reagito dopo l’orrore del pilota bruciato vivo, ha bombardato per un paio di giorni e basta! Ma prima? Mentre l’IS sgozzava europei e americani avete sentito una sola condanna da parte del Re Abdallah o di qualsiasi altro capo di stato arabo? Io no ma posso sbagliare.
Al momento l’unico paese arabo che bombarda i tagliagole del califfato è l’Egitto, lasciato solo in questa guerra, gli altri, Occidente compreso, subiscono senza muovere un dito a gli stati arabi, ad esempio il Qatar, condannano il generale Al Sisi, il grande Generale Al Sisi, unico a parlar chiaro e a condannare gli assassini e, forse proprio per questo suo coraggio, inviso a molti.
E’ stato raggiunto l’apice del ridicolo a Otto e Mezzo (Lilli Gruber) del 19 febbraio quando Arturo Scotto di SEL ha dichiarato che per combattere il terrorismo bisognerebbe sedersi intorno a un tavolo e parlarne! Come mai nessuno prima di Scotto aveva avuto questa intelligente pensata? http://www.la7.it/otto-e-mezzo
Deborah Fait
Gerusalemme Capitale di Israele, unica e indivisibile