|
|
||
Ma i Fratelli Musulmani sono peggio Commento di Angelo Pezzana
Anche se dissimulato sotto nomi/sigla, come Isis o IS, l’arrivo dello Stato Islamico - con la I maiuscola, in questo caso non è un aggettivo, è parte integrante della definizione - ha obbligato tutti coloro che avevano deciso di attendere la fine del terrorismo, senza aggettivi, nella speranza che prima o poi la ragione, il dialogo, i valori universali avrebbero avuto il sopravvento. Hanno prevalso invece il “ bisogno di aprirsi verso l’altro”, la cultura del terzomondismo base di tutte quelle Ong che di fatto hanno dato una mano all’islamismo criminale nel combattere l’Occidente.
E’ bene quindi che il progetto più urgente che si sta delineando in questi giorni veda il formarsi di una coalizione che includa anche e soprattutto quei paesi musulmani minacciati nella loro integrità nazionale dal progetto del Califfato mondiale. Ma sarebbe anche ora che gli analisti europei e americani la smettessero una volta per tutte dal cercare tracce di valori democratici in paesi la cui stessa natura arabo-islamica non lo consente. Islam, sottomissione, è l’esatto opposto di democrazia.
Finora si è fatta una grande confusione sulla parola democrazia. Ogni volta che qualche segnale di ribellione giungeva dal mondo musulmano, lo si interpretava come un arrivo certo, sicuro di un nuovo regime che avrebbe assunto, finalmente, le fattezze di un regime democratico. Nelle ormai sepolte “primavere” c’era senza dubbio l’espressione di una cultura che voleva aprirsi ai valori occidentali, diciamolo pure, al nostro modo di vivere, ma era talmente minoritaria da non accorgersi che tutta quella che si presentava come una rivolta libertaria contro i tiranni, si stava in realtà consegnando a dei tiranni più temibili. Ancora oggi, la maggior parte dei commentatori occidentali non ha ancora capito che il vero pericolo non viene dall’Isis, come ancora e sempre viene chiamato il Califfato, ma dal ruolo giocato in maniera subdola e scaltra dalla Fratellanza Musulmana. E non da oggi. Fondata da Al Banna in Egitto nel 1928, tra alti e bassi ha continuato a predicare la rivoluzione con un Islam all’apparenza tutt’altro che rivoluzionario, cauto, attento ai bisogni pratici della gente, sapendo seminare la propria ideologia spacciandola per una religione pacifica il cui unico obiettivo è la fratellanza del genere umano. Che poi siano regimi spietati a guidare i paesi “liberati” dai tiranni precedenti, o quelli conquistati, che musulmani non erano, come nel caso dell’Europa, questa realtà è ancora sconosciuta in Occidente. Dove i profeti di questo tragico futuro sono al contrario ascoltati e applauditi, il caso più noto è quello di Tariq Ramadan, nipote del fondatore Al Banna, accademico che vive in Svizzera, dove insegna, abituale ospite in tutti i convegni in cui si affrontano temi legati alla spiritualità. Che in Italia abbondano, anche perché trovano le porte aperte da quel pacifismo dialogante, forse il maggiore responsabile del livello al quale sono scese le democrazie occidentali. Ieri Le Monde ospitava con grande evidenza la pubblicità di un libro di Tariq Ramadan, con queste parole “Comprendere il messaggio dell’islam per farla finita con le idee ricevute”. Ci auguriamo che il quotidiano francese non ne condivida il contenuto, ma non ne siamo molto sicuri. E’ dalle idee del fratello musulmano Ramadan che nascono le ideologie terroriste. C’è da chiedersi se l’affrettare i tempi, come fa lo Stato Islamico, contravvenendo alle regole del “poco per volta ma con il risultato sicuro” dei Fratelli Musulmani, non sia preferibile all’invasione che l’Islam sta realizzando in Europa senza che le nostre classi dirigenti, informazione compresa, se ne rendano conto.
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |